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La Repubblica Rassegna Stampa
14.03.2024 Khodorovsky: in Italia molti agenti di Putin
Intervista di Antonello Guerrera

Testata: La Repubblica
Data: 14 marzo 2024
Pagina: 11
Autore: Antonello Guerrera
Titolo: «Khodorkovsky: Lo zar trama contro l’Unione Europea. In Italia molti agenti al soldo del Cremlino»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/03/2024, a pag.11, con il titolo "Khodorkovsky: Lo zar trama contro l’Unione Europea. In Italia molti agenti al soldo del Cremlino" l'intervista di Antonello Guerrera a Michail Khodorkovsky.

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Antonello Guerrera

Mikhail Khodorkovsky era uno dei più ricchi e influenti imprenditori petroliferi russi, quando Putin, vedendolo come un rivale politico, lo fece arrestare nel 2003. Dopo una serie di processi farsa, è stato a lungo in carcere ed ora vive in esilio a Londra. Ci avverte: in Italia è pieno di agenti di influenza russi manovrati dal Cremlino.

Mikhail Khodorkovsky, sessant’anni, è il dissidente all’estero ed ex oligarca russo più famoso al mondo insieme a Garri Kasparov. Incarcerato da Vladimir Putin per oltre dieci anni, ora vive a Londra e parla per un’ora e mezzo con alcuni reporter internazionali, tra cui Repubblica, dopo la tragica morte dell’altro dissidente Aleksej Navalny e prima delle elezioni generali che si terranno in Russia da domani a domenica 17 marzo.

Khodorkovsky, che cosa si aspetta dal voto?
«Putin non è così forte come sembra. Quando decide di uccidere qualcuno, ultimo Navalny, vuol dire che ha qualche problema. In ogni caso, saranno elezioni farsa, e lo abbiamo visto con l’esclusione del candidato anti-guerra Boris Nadezhdin: aveva già ottenuto oltre 100mila firme in pochi giorni. Perché l’opposizione è molto più ampia di quanto si pensi in Russia: secondo le ultime rilevazioni, c’è un 17% della popolazione che vorrebbe fermare la guerra e restituire i territori occupati all’Ucraina, mentre coloro che chiedono la pace sono il 52%».

Eppure Putin sembra solidissimo.
«Anche per l’atteggiamento sbagliato dell’Occidente. Tutti i Paesi, e non solo qualcuno, non devono riconoscere il risultato delle elezioni. Questo sarebbe un grande segnale di unità. Invece il Cremlino gioca su queste divisioni interne in Europa e in America».

A tal proposito, qualche giorno fa Putin ha detto che “in Italia si è sempre sentito a casa, anche perché è un Paese molto vicino alla Russia”. Come interpreta queste parole?
«È una chiara strategia di Putin per allargare le fratture, in Italia ma anche nel resto d’Europa. Certo, in Italia il terreno per lui è ancora più fertile, per la vostra storia, ma non solo. I sondaggi mostrano un Paese diviso a metà sulla guerra in Ucraina. E, da quel che vedo, ci sono agenti al soldo del Cremlino in Italia che fanno un lavoro di propaganda eccellente. Non voglio fare nomi. Ma credo dovreste sviluppare strumenti anti-propaganda russa ben più efficaci».

Che cosa pensa della manifestazione prevista in Russia per domenica 17 alle 12, quando i cittadini anti Putin hanno promesso di andare in massa ai seggi per votare contro lo zar o annullare il proprio voto?
«Soprattutto, darà coscienza agli attivisti. Gli farà capire che non sono soli. E che sono tanti».

Ma l’opposizione in Russia potrà essere davvero unita un giorno?
«È quasi impossibile perché ha varie anime. Non è una struttura verticale come quella che domina Putin. Sta agli esuli all’estero sostenerla e coordinarla».

Come per esempio Yulia Navalnaya, moglie di Aleksej?
«Sì, credo che Yulia possa continuare l’opera del marito, avere lo stesso seguito e diventare una nuova protagonista dell’opposizione russa. Ma voi occidentali dovete capire che non esiste uno zar buono. Anche se cadesse Putin, ci sarebbe comunque un altro al suo posto, pericoloso come lui. Per questo bisogna sostenere il processo democratico in Russia, e fomentare e accogliere la diaspora, soprattutto dei russi più intelligenti e professionisti».

Putin ieri di nuovo ha minacciato l’uso di armi nucleari. È credibile?
«Non credo Putin sia così suicida. Ci tiene alla sua vita. Farebbe una cosa del genere solo se credesse nella sua impunità. Per questo è cruciale che l’Occidente non lo implori mai di non usare l’atomica, bensì lo minacci con enormi conseguenze, qualora si azzardasse. Gli scenari che potrebbero presupporre un suo ricorso alla bomba nucleare, come la perdita della Crimea, sono al momento sono irrealizzabili».

Secondo lei Kiev può ancora vincere la guerra contro la Russia?
«Credo che abbiamo perso la possibilità all’inizio, quando si è esitato a sostenere pienamente Kiev. Lo stesso vale per le élites russe: ora è troppo tardi per farle rivoltare contro Putin. E anche se finisse oggi il conflitto in Ucraina, Russia e Occidente entreranno in una guerra fredda di come minimo 10 anni. Si potrà trovare un compromesso con Mosca sulla guerra, anche sulle attuali posizioni, solo inviando a Kiev altre centinaia di miliardi in armi e aiuti. Non il contrario, come potrebbe presupporre una vittoria di Trump in America. Perché, altrimenti, Putin andrà avanti. E se non ha attaccato la Moldavia o i Paesi baltici, è solo perché lo stiamo tenendo “impegnato” in Ucraina».

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