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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
16.07.2003 Arafat e Abu Mazen si riavvicinano
e la cosa piace al Vaticano. E la Road Map ?

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 16 luglio 2003
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Ricomposta la frattura nell'Autorità palestinese»
La "guarigione" dalla frattura avvenuta negli scorsi giorni fra Yasser Arafat e il Premier Abu Mazen a causa di forti contrasti sorti in campo palestinese, non è sembrata però auspicabile all'autore di questo articolo che invece è subito pronto a chiamare in causa Sharon. Il riavvicinamento dei due leader è stato infatti obbligato dopo le "minacce" del premier israeliano che altrimenti avrebbe dovuto riconsiderare la sua posizione sulla road map. L'ostacolo alla pace è quindi, ancora una volta, Sharon:
Si è concluso positivamente l'incontro svoltosi ieri sera a Ramallah, tra il Presidente dell'Autorità Palestinese (AP), Yasser Arafat, e il Premier Abu Mazen. I forti contrasti sorti in campo palestinese appaiono quindi appianati. E forse in qualche modo -secondo quanto segnala l'agenzia Ansa- ha pesato sull'esito del colloquio l'avvertimento del Premier israeliano Ariel Sharon, il quale, qualora Abu Mazen fosse stato costretto alle dimissioni, ha minacciato di "riconsiderare" la sua posizione sulla road map, l'itinerario di pace del quartetto Usa-Ue-Onu-Russia.
Per fortuna comunque il perfido Sharon non è riuscito a minare la tregua! Vediamo:

"La disputa è finita, tutto va per il meglio", ha affermato il Premier palestinese alla fine dei colloqui con Arafat. E un suo portavoce si è affrettato ad aggiungere che il Premier comunque vadano le cose non abbandonerà mai il suo Presidente. Saeb Erekat, membro della cosidetta commissione di mediazione, e stretto collaboratore del Presidente dell'Ap, si è spinto a dichiarare che sono stati risolti tutti i problemi, Arafat ha dato il suo totale appoggio ad Abu Mazen e Abu Mazen ha dato il suo totale appoggio ad Arafat". "Ora -ha aggiunto- speriamo di poterci concentrare sui veri argomenti che possano ridare ossigeno al processo di pace, attuando la 'road map' e procedendo con la realizzazione del programma di Governo".
Dopo il riavvicinamento dei due leader palestinesei dunque sì che è possibile parlare di pace e di road map ma le minacce di Sharon continuano e il premier israeliano da Londra ha fatto sapere che:

"Se Arafat avesse continuato a indebolire Abu Mazen, Israele sarebbe stata costretta a 'riconsiderare' il suo atteggiamento rispetto alla road map". Ma proprio le trattative con Isarele per l'attuazione della road map, che sembrano essersi incagliate sulla questione del rilascio dei circa 6.000 prigioneri palestinesi dell'Intifada sarebbero -secondo fonti palestinesi- una delle cause del braccio di ferro tra Arafat e Abu Mazen. Il Presidente dell'Ap -secondo le fonti- pretendeva la costituzione di uno speciale comitato negoziale, costituito da esponenti dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) invece che da membri del governo di Abu Mazen. Arafat avrebbe inoltre voluto che al consiglio per la sicurezza nazionale da lui formato fossero attribuiti poteri speciali, in modo da limitare l'azione del Ministro per la sicurezza interna Mohamed Dahlan, considerato il braccio destro di Abu Mazen.
cosa significa poi un tassista israeliano "scomparso"...anche un portafoglio può scomparire! Il tassista è stato rapito, e perchè non viene specificato da chi?

Come sia avvenuto il chiarimento tra il Presidente dell'Ap e il Premier palestinese (in una Ramallah posta di nuovo sotto coprifuoco dalle forze di Tel Aviv per le operazioni di ricerca di un taxista israeliano scomparso venerdì) non è ancora chiaro. Nè al momento è possibile sapere cosa accadrà nell'incontro tra Sharon ed Abu Mazen, annullato una settimana fa, e poi rinviato a venerdì prossimo ma ancora tutt'altro che sicuro (...)
Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione de L'Osservatore Romano. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



ornet@ossrom.va

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