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Internazionale Rassegna Stampa
15.07.2003 Internazionale: un giornale sempre più fazioso
che utilizza termini sbagliati

Testata: Internazionale
Data: 15 luglio 2003
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Estratti da Internazionale»
Pressioni palestinesi su Abu Mazen.
L'8 luglio il primo ministro palestinese Abu Mazen ha presentato le sue
dimissioni al comitato centrale di al Fatah, il gruppo principale
nell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). Il comitato
centrale di al Fatah, movimento fondato dal presidente palestinese Yasser
Arafat, dirige di fatto l'Olp. Le dimissioni sono state provocate da una
riunione della dirigenza palestinese, il 7 luglio, durante la quale Abu
Mazen è stato criticato per come ha gestito i rapporti con Israele e in
particolare la questione della liberazione dei prigionieri palestinesi. Abu
Mazen vuole trattare con Israele malgrado il governo Sharon si rifiuti di
liberare seimila detenuti e di ritirarsi dai settori palestinesi autonomi
rioccupati in Cisgiordania.
Sharon si rifiuta di rimettere in libertà terroristi che riprenderebbero, subito dopo la scarcerazione, la strategia del terrore.
Non sono detenuti "normali".

Il premier ha minacciato di dimettersi dal governo se non verrà sostenuto nei negoziati in corso. I 17 membri del comitato centrale palestinese hanno respinto le dimissioni. Il 29 giugno quattro gruppi radicali palestinesi si sono impegnati in una tregua di tre mesi a patto che Israele rilasci i seimila prigionieri. Il 9 luglio una delegazione egiziana è arrivata nei Territori per convincere gli estremisti a rispettare la tregua.
Non c'è niente da fare. Internazionale non riesce a scrivere la parola terroristi. Per loro sono semplici estremisti, ragazzi che sbagliano.

La tregua a rischio
Un'israeliana di 65 anni è stata uccisa in un attentato suicida palestinese
a Kfar Yabetz, a nordest di Tel Aviv. Con una telefonata un membro delle
Brigate al Quds, il braccio armato della Jihad islamica, ha rivendicato
l'attacco, che ha messo a rischio la tregua conclusa il 29 giugno.
L'organizzazione dichiara però di continuare a rispettare il cessate il fuoco. Un palestinese è morto per le ferite riportate durante uno scontro a fuoco con l'esercito israeliano a Burkin, vicino a Jenin. I soldati erano nella zona per arrestare il fratello della vittima, un attivista di al Fatah.
L'attentato delle Brigate di Al-Quds è molto grave, tale da mettere in pericolo la tregua.
Ma Internazionale non ne dà il giusto risalto, e lo annacqua subito (non sia mai che i palestinesi escano male dalle pagine dirette da De Mauro), pubblicando e mettendo sullo stesso piano, la conseguenza di uno scontro a fuoco per la cattura di un ricercato per atti di terrorismo (parola sconosciuta dalla redazione di Internazionale).
Il morto non era il fratello del ricercato bensì il braccio destro, ed alla vista dei soldati, i due hanno cominciato a sparare.
Per chi pubblica le notizie da Gerusalemme, i soldati incaricati dell'arresto avrebbero dovuto, probabilmente, aspettare i colpi senza muovere un dito.
Questo omettendo anche la pubblicazione (è una pratica consolidata del settimanale), di una serie di provocazioni, tiri di mortaio, raffiche di mitra, granate e allarmi attentati (30 al giorno contro i 50, prima della tregua), delle organizzazioni terroristiche palestinesi che avrebbero proclamato una tregua.
Per completare l'opera di annacquamento, ecco uno stralcio del solito rapporto della solita organizzazione pacifista Peace Now.

Colonie
Rapporto di Peace Now
Il movimento israeliano Peace Now ha annunciato che, dopo il vertice di
Aqaba del 4 giugno, il numero complessivo di avamposti ebraici illegali è
aumentato di due unità. L'esercito ha smantellato otto avamposti, uno solo
dei quali era abitato. In seguito i coloni ne hanno allestiti dieci nuovi:
due risultano ora abitati.

Prosegue intanto la pubblicazione del diario (propagandistico), settimanale da Ramallah. Sempre e solo una parte della medaglia dal settimanale filoarabo diretto da De Mauro.

Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione di Internazionale. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



la.redazione@internazionale.it

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