venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
15.07.2003 Sharon è il vero ostacolo alla Road Map?
Per l'Osservatore Romano sì

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 15 luglio 2003
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Duro scambio di accuse tra Sharon ed Arafat»
L'Osservatore Romano pubblica un articolo in cui di "scambio di accuse" non se ne ha neanche l'ombra: le accuse sono tutte rivolte al leader israeliano Ariel Sharon.

Un equilibrio precario contraddistingue in Medio Oriente il dialogo tra Israele e Autorità palestinese (Ap). Se da una parte, infatti regge la tregua proclamata il 30 giugno delle principali fazioni dell'Intifada, dall'altra il Premier israeliano, Ariel Sharon, e il Presidente dell'Ap, Yasser Arafat, si accusano vicendevolmente di mettere in pericolo il successo della "road map", l'itinerario di pace tracciato dal Quartetto Usa-Ue-Onu-Russia.
Da una parte quindi, come viene fatto intendere all'inizio di questo articolo, c'è la buona volontà da parte delle "fazioni dell'Intifada" (quanti sforzi per non dire organizzazioni terroristiche!) di mantenere la tregua (peraltro già violata da più di un attentato e da un rapimento, ma questo nessuno lo ricorda). Dall'altra parte abbiamo invece la cattiva volontà dei due leader, Sharon ed Arafat, che si accusano vicendevolmente di mettere in pericolo la road map. Ma nel pezzo che segue si parla solo delle "minacce" di Israele ad Arafat e ai palestinesi.
Israele ha nuovamente minacciato di espellere dai Territori Arafat oppure di arrestarlo se, ha detto una fonte diplomatica di Tel Aviv, ostacolerà gli sforzi del Premier palestinese, Abu Mazen, a favore del dialogo "Israele ha fatto sapere a Washington che, se Arafat continuerà a indebolire Abu Mazen, allora riconsidereremo il suo status. E quando parliamo di status, intendiamo l'immunità", ha precisato la fonte. In un'intervista concessa ad un quotidiano britannico alla vigilia della sua partenza per Londra, il Premier Sharon ha esortato i leader europei a boicottare il Presidente dell'Ap. "Riceve telefonate, messaggi da tutti questi leader, in massima parte europei, riceve messaggi da Ministri degli esteri e altri e ogni atto di questo genere non fa che ritardare i progressi nel processo di pace", ha dichiarato il Premier israeliano.
È Sharon che sta lavorando per intralciare la "road map", ha replicato Arafat da Ramallah.
La chiusura della parte sulle accuse fra i due leader ci lascia ovviamente pensare che Sharon è l'ostacolo alla road map e alla pace, mentre nella parte che segue vengono mostrati i lodevoli sforzi del governo palestinese per mantenere gli impegni di sicurezza e la tregua:

Al rinnovato duello verbale tra Arafat e Sharon, si somma lo scontro ai vertici dell'Autorità palestinese, che alcuni giorni fa ha indotto Abu Mazen a rassegnare le dimissioni dal Consiglio centrale di Al Fatah, la principale formazione politica palestinese. Il Ministro per la sicurezza interna Mohammed Dahlan, stretto collaboratore di Abu Mazen, ha chiesto sabato scorso che Al Fatah rinnovi subito i suoi organismi dirigenti. "Una forza politica importante deve rinnovarsi per rendersi più aderente alla realtà sul terreno", ha dichiarato un suo portavoce a Gaza. Da oltre 13 anni, Al Fatah non indice elezioni interne per rinnovare i suoi principali organismi e ciò "appare un controsenso per un movimento così rilevante nella società palestinese", ha aggiunto il portavoce. Il Governo palestinese sembra comunque mantenere i suoi impegni di sicurezza. Nella striscia di Gaza, la polizia dell'Ap ha allestito posti di controllo per sventare eventuali attacchi in violazione della tregua. E sempre nella striscia di Gaza, almeno venti civili palestinesi sono stati arrestati per possesso illegale di armi, scatenando la reazione dei gruppi islamici più estremistici che hanno minacciato di rompere la tregua se dovessero continuare i sequestri di armi. Militanti di Hamas hanno anche assaltato un posto dei servizi della sicurezza preventiva palestinese a Gaza, senza però causare feriti
Ma perchè nessuno dice che la tregua è stata già violata dagli attentati terroristici? Perchè si parla di militanti di Hamas e non di terroristi? Ma ecco la ciliegina sulla torta:

Nonostante le esortazioni di Israele a boicottare Arafat, il Ministro degli esteri russo, Igor Ivanov, è giunto ieri a Ramallah, dove ha avuto un colloquio con il Presidente dell'Ap, prima di incontrare il Premier Abu Mazen. Secondo quanto ha riferito l'agenzia di stampa palestinese "Wafa", nel colloquio con Ivanov Arafat ha sollecitato il rapido invio di un congruo numero di ispettori per controllare il rispetto della "road map" e ha denunciato il protrarsi dell'occupazione israeliana delle città palestinesi. Ivanov, dal canto suo, ha assicurato l'impegno del suo Paese per il buon successo dei negoziati di pace.
Insomma, nonostante il cattivo Sharon abbia chiesto di boicottare il Presidente dell'Ap, il povero Arafat riesce ugualmente ad essere raggiunto dal Ministro degli esteri russo, Igor Ivanov, e a lamentarsi sul protarsi dell'occupazione israeliana delle città palestinesi. Meglio inviare degli ispettori per controllare che la road map venga rispettata...si, ma dai palestinesi!
Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione de L'Osservatore Romano. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



ornet@ossrom.va

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT