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Ricordate, la bandiera di Israele non si brucia Col cuore, gonfio, la gola chiusa, tanto dolore e tanta incommensurabile rabbia seguo quanto accade nel mondo contro Israele. Sento addosso appiccicato come una seconda pelle, questo odio atavico del mondo contro il mio popolo ma questo, al di là di spaventarmi, mi rende più agguerrita, più incazzata. Certo vi sono momenti di delusione, di depressione in cui non riesco nemmeno a sedermi al computer, perché non capisco tutta questa cattiveria, questa violenza dettate dalla simpatia, ammirazione per i nazisti palestinesi. Non lo capisco né mai lo capirò. Da settimane si raccolgono firme per chiedere agli organizzatori dell’Eurovisione di cancellare la partecipazione di Eden Golan dalla competizione perché ebrea israeliana ma adottando la scusa che il titolo della sua canzone non piace. “Pioggia d’ottobre” è il titolo che , secondo alcuni, farebbe riferimento al pogrom provocato da 3000 mostri contro 27 villaggi israeliani e non è politicamente corretto che in una competizione canora si tenti di ricordare la disumanità demoniaca dei palestinesi. Invece a un altro festival di canzonette, quello di Sanremo, hanno potuto gridare tranquillamente “Stop al genocidio” e Crozza, nel suo spettacolo del venerdì sera, si è permesso di criticare l’ambasciatore di Israele per aver scritto un comunicato di protesta. Non avrebbe dovuto farlo, secondo il comico, avrebbe dovuto permettere che un signor nessuno offendesse il suo paese urlando, tra le ovazioni di altri cretini amici di Hamas, una bugia. L’odio antisemita è innegabile. Da quel Sabato maledetto tutti si premurano di specificare che Hamas non è i palestinesi ma di Israele si odia tutto, Israele è colpevole in generale, dal governo all’ultimo cittadino, e allo stesso modo sono colpevoli i tutti gli ebrei del mondo. “Hamas non è i palestinesi, Putin non è il popolo russo”, dicono, ma ogni ebreo è colpevole di una guerra provocata dai palestinesi. Questo significa odiare profondamente un popolo intero. E così la nuotatrice israeliana, medaglia d’argento, viene fischiata dal pubblico al momento della premiazione. Molti italiani di Israele hanno perso amicizie, c’è chi non parla più con noi, alcuni non hanno nemmeno chiesto “Come stai, tutto bene?” quando, il 7 Ottobre alle 6,30 del mattino, ci hanno sparato addosso 7000 missili e poi hanno continuato per tre mesi, ogni giorno. Amici d’infanzia che non si fanno più vivi. Tutto questo è molto triste ma fa parte della realtà dell’essere ebreo. L’università di Milano, oltre ad aver creato corsi di arabo per leggere meglio il Corano e assorbirne tutto l’odio, ha invitato a parlare due noti antisemiti, Francesca Albanese e Moni Ovadia. Nutrono le giovani menti di veleno senza abituarli al confronto, a sentire anche l’altra campana, è logico quindi che si scatenino per difendere i “poveri buoni e bravi palestinesi”. Da ottobre i centri sociali, le sinistre con i grillini, i comitati studenteschi seguiti da orde di ignoranti, organizzano manifestazioni pro Hamas ogni sabato e, se capita, se si sentono caldi abbastanza, anche durante la settimana. 1023 manifestazioni finora, dall’8 ottobre. Capite? 1023 manifestazioni al grido di “free, free Palestine” e “A morte Israele” di cui 700 autorizzate. Gli ebrei inglesi hanno paura, quelli francesi di più e li capisco. Come si fa a vivere dove, da un momento all’altro, senza sapere perché, ti arriva un pugno in faccia o una coltellata nella schiena, dove, bene che ti vada, devi sempre giustificarti di essere ebreo. Al momento, in Italia, tutti sono indignati per le manganellate date dalla polizia ai manifestanti di Pisa, “Non facevano niente, poverini”. Come non facevano niente! Stavano dirigendosi verso la sinagoga e il cimitero ebraico. Volevano portare dei mazzi di fiori o spaccare tutto come hanno fatto a Milano dove hanno sfondato tutte le vetrine del Carrefour e scritto “Ebrei” sui muri? Le manganellate fanno male ma chi va a fare il matto e a bruciare la bandiera di Israele, deve aspettarsele. Come pubblicato da informazionecorretta, da un’inchiesta del giornale israeliano Maariv risulta che: - 440 impiegati di Unrwa a Gaza sono membri attivi del braccio militare di Hamas; - 2000 altri impiegati dell'Unrwa a Gaza sono registrati come operativi di Hamas; - 7000 altri impiegati dell'Unrwa a Gaza, hanno un parente stretto che è un terrorista di Hamas. Conclusione: su un totale si 12000 impiegati Unrwa, circa 9500 sono membri di Hamas o collusi con Hamas. https://www.informazionecorretta.com Nessuna manifestazione di protesta per questa vergogna permessa con i nostri soldi? Centinaia di migliaia di miliardi di dollari mandati a quella società per delinquere mafiosa che ha contribuito alle morti terribili di 1300 israeliani e al rapimento di 350, tra cui tanti bambini anche di pochi mesi. Ricordate! Noi siamo il popolo ebraico e non ci manderete mai via dalla nostra terra.
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