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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.07.2003 Uccise un autista d'autobus
Per Battistini è quasi un eroe

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 luglio 2003
Pagina: 12
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Il figlio aspetta Fachri,da 25 anni in cella: se esce mi sposo»
Leggiamo come un assassino palestinese diventa, per il giornalista, dopo 25 anni, migliore di chi ha visto morire il proprio padre israeliano, un tassista, solo perché ebreo.


E’ il detenuto da più tempo nelle prigioni israeliane. Uccise l’autista di un autobus
Siccome é il detenuto da più tempo nelle carceri israeliane é ormai un santo. Che avrà fatto mai. Ha solo ucciso un inutile autista.


KUBER (Cisgiordania) - C'è una ragazza a Kuber che tifa per questa tregua più di Abu Mazen, Sharon e Bush messi insieme. Si chiama Fatima ed è l'eterna, promessa sposa di Shadi Barguti. Fatima da dieci anni prepara il corredo e aspetta. Paziente.
Silenziosa. Sa che Shadi è un buon partito in un paesino come Kuber, case a calce viva trenta chilometri sopra Ramallah. Sa che Shadi ha un buon lavoro di grafico e nessun grillo per la testa. Fatta eccezione per un chiodo fisso che da quand'è nato gli buca la memoria, i sogni, i sentimenti: abbracciare il padre, Fachri, che 25 anni fa lo tenne in braccio per otto mesi e poi sparì in un carcere.

Commovente!

«Finché papà non esce di galera, non mi sposo» fu la promessa del ragazzo. Mantenuta: Fatima che aspetta Shadi che aspetta Fachri. «Tutto dipende da questa tregua - offrono caffè e s'intrecciano le dita in casa Barguti -. Se tiene, il primo a uscire è lui». Perché Fachri Barguti detiene un record, dicono: criminali comuni a parte, è il palestinese rinchiuso da più tempo in una cella israeliana.

Si chiama omicidio volontario. C'è l'ergastolo.

L'uomo non è un martire della libertà:


E quindi? Da quando si resta in carcere solo se si é fatti saltare in aria e se si é ucciso solo più di un uomo? Potremmo proporre a Berlusconi l'immediata scarcerazione di tutti quelli che hanno commesso un solo omicidio. Dentro tutti gli altri.

nel 1978, quando suo fratello fu ucciso da un missile in un campo profughi del Libano, il contadino Fachri mollò la zappa e imbracciò il mitra, addestrato in un campo dell'Olp di Arafat. Uccise a Ramallah l'autista di un bus israeliano, Mordechai Yekuel, padre d'un bimbo di tre anni.
Fu arrestato con tutto il commando, sei cugini: «Volevamo solo rapirlo» tentò una difesa. Oggi ha 49 anni ed è l'unico di quel gruppetto rimasto ancora dentro. Fa mosaici di perline, monta modellini di nave in bottiglia, giura che non s'è mai interessato di politica e d'aver puntato su quel poveretto «per voglia di vendetta». Gli israeliani già due volte avevano accettato di scarcerarlo: la prima, nel 1985, in uno scambio con alcuni soldati israeliani rapiti in Libano; la seconda, quattro anni fa, quando qualcuno ci ripensò e fece scendere Fachri dall'autobus che già lo stava portando a casa. Dalla prossima settimana, il governo israeliano ha annunciato che potrebbero cominciare le scarcerazioni di 350 vecchi «detenuti che non abbiano partecipato ad attacchi terroristici contro lo Stato d'Israele»: Fachri, sicuramente il più vecchio, non è detto che passi anche il setaccio dell'antiterrorismo, anche se fonti palestinesi lo indicano tra i liberati.
Per dare segno di ravvedimento, la famiglia di Fachri ha cercato di avvicinare la vedova e l'orfano dell'autista ammazzato. Lettere, telefonate. Dopo gli accordi di Oslo, una delegazione di pacifisti israeliani venne a Kuber e tentò di organizzare un incontro tra i parenti d'ucciso e d'uccisore. Niente: nella casa di Yekuel non vogliono saperne, parlarne. Venticinque anni non sono bastati.

Il finale del pezzo é scandaloso. Battistini si permette di giudicare il dolore della famiglia dell'autista ucciso dal detenuto 25 anni fa; solo perché la famiglia dell'israeliano non ha perdonato. Il giornalista scrive, riferendosi agli anni passati: venticinque anni non sono bastati. Ma il direttore Folli, li legge i pezzi di Battistini ?

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