Una guerra ingiusta Stefania Battistini
Racconti e immagini
dall’Ucraina sotto le bombe
Piemme euro 14
“Camminare, vedere, raccontare, questo è il dovere del giornalista…”
Per molti mesi è entrata nelle nostre case all’ora di cena per raccontare “l’invasione di uno Stato sovrano nel cuore dell’Europa, a quasi ottant’anni dalla Seconda Guerra Mondiale” e testimoniare le sofferenze del popolo ucraino aggredito dalla Russia di
Putin.
Stefania Battistini che ha visto con i propri occhi il drammatico conflitto in Ucraina, dai giorni immediatamente prima dell’invasione russa, lo racconta ora in un libro che esce per Piemme con il titolo “Una guerra ingiusta” e che ci riporta a due anni fa quando la
cronista del TG1, tra i primi a raccontare gli orrori della guerra, inviava le sue testimonianze. Da allora ha compiuto otto missioni, documentando il fronte del conflitto e le atrocità commesse nei confronti di un popolo che mai avrebbe immaginato di essere invaso da coloro che considerava “fratelli”.
E’ un libro importante in cui la giornalista racconta attraversando le città dell’Ucraina martoriata dalle bombe i propri incontri quotidiani con i cittadini e gli abitanti del posto, dando voce in particolare alle storie di donne e bambini ucraini.
“Credo molto nel mio ruolo di testimone – spiega la giornalista e quando devo rientrare mi sento in colpa per dover abbandonare il popolo ucraino”.
Un diario di guerra che, apparso inizialmente sul suo profilo Instagram con i ritratti della gente comune, ha colpito un editor di Piemme che le ha chiesto di scrivere un libro rivolto ai giovani che raccontasse cronologicamente questo anno di guerra.
In realtà è un documento prezioso per tutti perché, a parere di chi scrive, è dovere di ogni persona che vive in un Paese in pace non dimenticare quanto sta accadendo alle porte dell’Europa.
Un diario corredato dalle sue fotografie che completano e arricchiscono la cronaca e che rappresenta una accurata ricostruzione fatta dalle città sotto assedio, senza luce,
acqua o gas utile per avere una visione completa di un conflitto logorante e ancor più drammatico per le sofferenze inflitte dai russi ai civili ucraini. E’ una guerra che sta devastando un paese di oltre 40 milioni di abitanti senza però scalfire la resistenza del
suo popolo e piegarne la determinazione a difendere la propria terra.
Questo libro ha l’ulteriore pregio di porre un focus sul ruolo dell’inviato di guerra che è ancora fondamentale. “Solo chi sta sul campo, assiste con i propri occhi a quello che accade, raccoglie le testimonianze delle vittime, può sgombrare il campo dalla
propaganda e dalle fake news”. E in questi mesi in cui abbiamo ascoltato “presunti esperti” dipingere la realtà ucraina dai salotti televisivi senza mai aver messo piede sul terreno i racconti e le immagini che Stefana Battistini ha portato nelle nostre case
confermano che il primo dovere di ogni giornalista serio è “avvicinarsi il più possibile ai fatti…essere sul posto e verificare. Raccogliere testimonianze e confrontarle”.
Fra i danni peggiori arrecati dalla guerra di Putin c’è il furto dell’infanzia di cui sono vittime centinaia di bambini che crescono tenendo in mano un’arma, addestrati sin dai primi anni di vita a difendersi dal nemico. Stringe il cuore la fotografia che apre il
capitolo “L’infanzia rubata” che ritrae alcuni bambini che giocano con gli elmetti e i fucili giocattolo a Novomykolaivka nella regione di Donetsk e alla giornalista dicono “Ci alleniamo a difenderci”. “L’aggressione russa – spiega Battistini – ha reso la rabbia e il
sospetto parte integrante delle loro esistenze, legittimando, in qualche modo, l’idea della violenza da difesa”. E poi ci sono i tanti ragazzi nati dopo il 1991 che “sono le prime vittime incolpevoli di questa guerra: non hanno mai conosciuto l’Urss, sono
pervasi dallo spirito europeo, eppure restano imprigionati nella vecchia divisione tra est e ovest, di cui non sanno nulla. Una divisione che riesce a spezzare anche i legami di sangue…”
Giorno dopo giorno Stefania Battistini ha conosciuto il popolo ucraino fermandosi nelle strade, entrando nei rifugi sottoterra, nelle metropolitane allestite con coperte e oggetti di uso quotidiano per resistere a lungo o entrando nelle case che le persone le
aprivano per invitarla a bere una tazza di tè coi biscotti. E la cosa che stupisce la cronista è che nonostante avessero perso tutto quelle persone avevano come prima preoccupazione la sicurezza dei giornalisti italiani ai quali consegnavano con le lacrime
agli occhi, davanti ai cadaveri dei familiari, un pezzo della loro verità e una richiesta di giustizia. “E’ una profonda responsabilità – scrive Stefania Battistini – ma è anche ciò che riempie di senso questo mestiere meraviglioso”.
Il libro corredato da cartine geografiche e fotografie dei luoghi e delle persone incontrati dalla cronista è diviso in quattro parti (Le braci, L’invasione, I ritiri russi, La riconquista ucraina) e partendo dal 13 febbraio 2022 con l’arrivo della troupe del TG1
a Kyiv in una città prigioniera di “una guerra temuta ma invisibile” si chiude il 25 dicembre dello stesso anno con il racconto commovente dei volontari dell’associazione Alex 21 arrivati dall’America e dalla Germania per portare dei doni a Lyman nel
Donbas, riconquistata da nemmeno due mesi e ancora contesa. Ognuno di quei regali è stato pensato da un bambino delle scuole tedesche e americane per un suo coetaneo ucraino.
Antonio Ferrari, giornalista di lungo corso, ha definito quello di Stefania Battistini “un libro favoloso che racconta con colta umiltà quanto la giornalista ha vissuto sul campo giorno dopo giorno…”
Fare giornalismo sul campo ci ricorda la cronista significa anche farsi attraversare dal dolore delle persone, sanguinare un po’ con loro perché solo così si può restituire a chi vede e ascolta un pezzo di verità, un pezzo di quelle esistenze spezzate dalla guerra.
“Significa in definitiva imparare a bilanciare la dimensione emozionale, profondamente umana, con quella più razionale e analitica”.
Stefania Battistini ha scritto un libro appassionante, documentato, accurato in ogni pagina e immagine che non dovrebbe mancare in nessuna casa. Raccontando magistralmente del passato ci aiuta a comprendere il futuro e a non dimenticare gli ucraini dalle vite spezzate che, nonostante tutto, non vogliono smettere di credere
nella pace.
Giorgia Greco