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Avvenire Rassegna Stampa
10.07.2003 Si può informare correttamente
lo dimostra Graziano Motta su Avvenire

Testata: Avvenire
Data: 10 luglio 2003
Pagina: 13
Autore: Graziano Motta
Titolo: «Abu Mazen-Fatah, è scontro sulla tregua»
Riportiamo l'articolo di Graziano Motta pubblicato su Avvenire giovedì 10 luglio 2003, come sempre accurato e corretto.
Il ministro della Difesa Mofaz lo dice chiaramente:"Le prossime settimane saranno critiche per il processo di pace". La pensano alla stessa maniera americani ed egiziani scesi in campo per cercare di rafforzare la posizione di Abu Mazen.
Il primo ministro è ancora alle prese con i suoi critici e detrattori in seno ad al-Fatah, il suo partito, dal cui comitato centrale si è dimesso. Molti temono che questo suo irrigidimento possa portare a una crisi di governo. Ieri a Ramallah Abu Mazen ha precisato che le sue dimissioni dal comitato centrale di al-Fatah "non hanno nulla a che vedere con Israele e con la hudna", la tregua. Quindi non sono state provocate dalla rigida posizione del governo Sharon sulla scarcerazione dei seimila detenuti palestinesi. Una crisi politica, allora, verosimilmente provocata dalle durissime accuse rivoltegli dai suoi compagni di partito: di risentimento pure, qualcuno aggiunge, per il fatto che Arafat non sia intervenuto a prendere le sue difese. Ma è proprio questo particolare che fa temere sulla tenuta del suo governo e sulle prospettive del processo di pace. A sostegno di Abu Mazen si sono mossi dal Cairo per Gaza degli alti ufficiali dei servizi di informazione che vi resteranno tre giorni: ieri hanno incontrato lo sceicco Ahmed Yassin, leader spirituale di Hamas (li ha rassicurati sul rispetto della hudna per tre mesi ma non oltre:"La nostra pazienza ha un limite" ha aggiunto); oggi e domani vedranno i capi della Jihad, delle "Brigate al-Aqsa", della polizia palestinese. Tentano di ammorbidire l'irrigidimento sulla richiesta che Israele liberi subito tutti i prigionieri palestinesi. Con lo stesso intento, per cercare cioè di convincere Israele ad ampliare il numero dei prigionieri da scarcerare, l'ambasciatore americano Dan Ketser ha incontrato il ministro della Difesa Shaul Mofaz. Che non si è mostrato "malleabile": "Siamo favorevoli al proseguimento del processo politico cominciato con la Road Map nonostante le presenti difficoltà -ha detto Mofaz- ma non possiamo cedere su questioni di sicurezza. L'Autorità palestinese deve smantellare le infrastrutture dei gruppi armati. Siamo in presenza di una reale opportunità ma al momento dipende tutto dai palestinesi".
Stamane Mofaz incontrerà il ministro palestinese Mohamed Dahlan che ieri ha avuto un colloquio con John Wolf, l'inviato del segretario di Stato Powell per monitorare le tappe di avanzamento della Road Map e gli ha chiesto pressioni su Israele perchè si ritiri presto da tre cittò della Cisgiordania e perchè ordini la liberazione del maggior numero possibile di prigionieri.
Sul terreno la situazione stenta a normalizzarsi. Nella zona di Jenin dei soldati che avevano arrestato un dirigente dei guerriglieri Tanzim (avrebbe preparato un attentato per i prossimi giorni in Israele) hanno risposto al fuoco di suoi sostenitori uccidendone uno.
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