Per il regime iraniano anche l'attentato dell'ISIS è colpa di USA e Israele. E pensare che Biden voleva trattare con Teheran...
Il 3 gennaio, durante la commemorazione del quarto anniversario della morte del generale Quassem Soleimani nella città iraniana di Kerman, due esplosioni hanno provocato 84 morti e 284 feriti. Molti Paesi, nonché il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, condannano questo attacco. Tuttavia, Guterres non sottolinea che questo atto terroristico “non avviene nel vuoto”, come aveva fatto il giorno dopo il massacro perpetrato da Hamas in Israele. Probabilmente non vede chi possa essere così arrabbiato con il regime degli Ayatollah. A prima vista, tuttavia, i candidati non mancano. L’ambizione dichiarata dell’Iran, che dedica gran parte del suo bilancio all’arricchimento dell’uranio per avere armi nucleari, è quella di imporre un califfato sciita in un Medio Oriente a maggioranza sunnita. Ciò preoccupa le monarchie del Golfo, ma anche gli europei e l'America, senza che questa grande potenza si decida a fare qualcosa. Teheran vuole anche la scomparsa dello Stato ebraico e a tal fine mobilita i suoi protetti, Hamas e Hezbollah, le milizie sciite in Iraq e Siria e persino gli Houthi. Sul piano interno, il Presidente Raissi, soprannominato il macellaio di Teheran per le sue esecuzioni senza processo, ignora i diritti umani e ancor più i diritti delle donne. Deve affrontare l'opposizione dei Mujahidin del popolo e delle minoranze arabe e curde perseguitate. Senza dimenticare Daesh, lo Stato islamico sunnita di breve durata, ancora attivo nonostante le sue sconfitte. Per gli esperti occidentali il metodo di attacco a Kerman ricorda quello utilizzato in passato da questa organizzazione terroristica. Ma il successore di Soleimani, Esmail Qaani, accusa subito “elementi sostenuti dagli Stati Uniti e dal regime sionista”. La sera stessa, migliaia di persone sono tornate sul luogo dell’attentato al grido di “Morte a Israele! Morte all'America!” Una tesi subito adottata da Hamas che parla di un atto terroristico che mira a destabilizzare la sicurezza della Repubblica islamica “per la realizzazione del programma dell’entità sionista.” Ma il giorno successivo Daesh rivendica la responsabilità dell’operazione: “Per la grazia di Dio Onnipotente”, e nel contesto della campagna “ uccideteli ovunque li troviate”, “ i due martiri … si sono avviati verso un grande raduno di sciiti politeisti, vicino alla tomba del loro defunto leader nella città di Kerman…,. Ieri hanno fatto esplodere le loro cinture esplosive in mezzo alla folla, uccidendo e ferendo più di 300 sciiti politeisti. Dio sia lodato.” Il che non piace a Teheran. Così l’agenzia di stampa iraniana Tamsin si affretta a comunicare che se Daesh ha rivendicato l’attentato, ciò sarebbe avvenuto su istruzioni dell’entità sionista! E ad aggiungere che poche ore dopo aver compiuto l’attacco “il regime sionista ha ordinato al califfato Daesh di assumersene la responsabilità.” Come diceva Goebbels, “una menzogna ripetuta mille volte, diventa verità.”