Il dittatore di Ankara paragona il Primo Ministro israeliano a Hitler. Non c’è stata alcuna reazione di Michelle Mazel Ma c’è davvero bisogno di presentare Recep Tayyip Erdoğan? L’onnipotente Presidente è sia Capo di Stato che Capo di Governo, essendo state abolite le funzioni di Primo Ministro. Lui fa arrestare non solo i suoi oppositori interni ma anche i giornalisti grazie ad una magistratura supina ai suoi ordini; massacra il popolo curdo fuori dai suoi confini, senza preoccuparsi della sovranità della Siria o dell’Iraq. Questo “patriota” minaccia delle ritorsioni contro coloro che vorrebbero vedere riconosciuto il genocidio armeno. Il suo ambizioso progetto è ristabilire l’Impero Ottomano e istituirvi un Califfato islamico. Offre una confortevole ospitalità ai terroristi di Hamas e ai Fratelli Musulmani ai quali non risparmia la sua simpatia. Ricordiamoci che il 23 ottobre aveva dichiarato, dopo il terribile massacro del 7 ottobre, che “Hamas non è un gruppo terroristico, ma un gruppo di liberatori che protegge la propria terra.” Il 27 dicembre è andato ancora oltre: ha attaccato personalmente il Primo Ministro israeliano, e si è permesso di accusarlo di essere un emulo di Hitler e di essere coinvolto in un genocidio. Ascoltiamolo: “ Ci faranno rimpiangere Hitler. Ciò che ha fatto Netanyahu è inferiore a ciò che ha fatto Hitler? No ” E per essere sicuro, aggiunge una piccola dose di antisemitismo: “ È più ricco di Hitler.” Ah, questi ricchi ebrei... Le agenzie di stampa hanno puntualmente riportato queste affermazioni, che sono state poco commentate e ancor meno condannate. I media arabi non ci hanno trovato nulla di nuovo; i leader di Ramallah sono da tempo impegnati in esercizi acrobatici per promuovere una narrativa che ritrae gli israeliani come i nuovi nazisti e i palestinesi come le loro vittime. Visitando Berlino il 17 agosto del 2022, Abou Mazen ha dichiarato di fronte allo sbalordito cancelliere tedesco Olaf Schulz che Israele aveva commesso “ 50 olocausti ”, provocando una risposta energica e poco diplomatica da parte dei suoi anfitrioni. Più recentemente hanno cercato di negare la realtà del massacro del 7 ottobre e perfino di imputarne la responsabilità a Israele. Ma che dire degli europei? I principali quotidiani non hanno ritenuto necessario informare i propri lettori. I Capi di Stato e i politici tacciono. Nessuno vuole incorrere nell'ira di un dittatore che non sopporta le critiche. La Svezia, ad esempio, ha bisogno della sua approvazione per aderire alla NATO. Quanto ai Paesi del bacino del Mediterraneo, non vogliono soprattutto mettere in discussione l'accordo secondo il quale, in cambio di una solida controparte finanziaria, Ankara blocca il flusso di migranti clandestini che cercano di raggiungere l'Europa. In ogni caso, va detto, nessuno vuole venire in aiuto del Primo Ministro israeliano. Il gioco non vale la candela. Ci si esporrebbe a ricadute politiche. Lo si è visto chiaramente quando 39 deputati – invano – hanno chiesto la revoca dell’immunità parlamentare di Meyer Habib “colpevole” di aver difeso Israele, per “apologia di crimini di guerra a Gaza”…