Netanyahu risponde a Biden Articolo del Times of Israel e Jerusalem Post
Testata: israele.net Data: 12 febbraio 2024 Pagina: 1 Autore: Times of Israel e Jerusalem Post Titolo: «Netanyahu: La reazione degli Stati Uniti a un attacco come quello del 7 ottobre sarebbe stata forte almeno quanto quella di Israele»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un estratto di due articoli tradotti da Times of Israel e Jerusalem Post del 11/02/2024 dal titolo: "Netanyahu: La reazione degli Stati Uniti a un attacco come quello del 7 ottobre sarebbe stata forte almeno quanto quella di Israele”.
Intervistato da Fox News, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto a una domanda circa il severo commento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che di recente ha definito “esagerata” la controffensiva israeliana contro Hamas nella striscia di Gaza. “Guardi – ha detto Netanyahu – Noi siamo stati attaccati con il peggiore attacco contro il popolo ebraico dai tempi della Shoà. Il massacro del 7 ottobre equivale (in proporzione) a 29 volte l’11 settembre, a 50.000 americani massacrati, bruciati, mutilati, stuprati, decapitati in un solo giorno e altri 10.000 presi in ostaggio, comprese madri e bambini. Quale sarebbe stata la reazione dell’America? Direi che sarebbe stata forte almeno quanto quella di Israele, e molti americani mi dicono: li avremmo rasi al suolo, li avremmo polverizzati”. Al contrario, ha continuato Netanyahu, “noi stiamo procedendo come nessun altro esercito al mondo ha mai fatto, adottando molte precauzioni per prevenire vittime civili”. Ricordando le telefonate e i volantini distribuiti ai civili e la creazione di corridoi e zone sicure, Netanyahu ha detto: “Israele ha reagito in modo responsabile, ma anche determinato, con la ferrea determinazione di cancellare il gruppo terrorista Hamas dalla faccia della terra, ed è ciò che faremo. Hamas si è impegnata a compiere ancora altri massacri più e più volte. Dobbiamo portare a termine il lavoro. La vittoria è a portata di mano. Tre quarti dei battaglioni di Hamas sono stati distrutti, 18 su 24: non lasceremo gli altri sei. Sarebbe come lasciare un quarto dell’Isis in Iraq e dire: beh, possono tenersi il loro territorio, è okay. Ovvio che l’Isis si ristabilirebbe. Anche Hamas-Isis si ristabilirà, se non distruggiamo il suo ultimo bastione rimasto” a Rafah. Netanyahu si è detto d’accordo con gli Stati Uniti sulla necessità di un piano per “sgomberare la popolazione civile” nella città più meridionale della striscia di Gaza. E ha aggiunto: “Distruggere Hamas ci dà speranza per il Medio Oriente, speranza per la pace”. Netanyahu ha inoltre ribadito che lo sradicamento di Hamas e il ritorno a casa dei rimanenti ostaggi “sono obiettivi reciprocamente compatibili” e che la chiave sta in “uno sforzo militare sostenuto”. Diversi osservatori hanno ricordato in questi giorni che Hamas ha tenuto ostaggi per anni, in mancanza di una reazione militare forte, e che solo la forte reazione militare israeliana ha spinto Hamas a un primo rilascio di ostaggi alla fine dello scorso novembre. In una successiva intervista alla ABC andata in onda domenica, alla domanda su quanti degli ostaggi siano ancora vivi, Netanyahu ha risposto: “Abbastanza da giustificare gli sforzi che stiamo facendo”. Ed ha aggiunto: “Faremo del nostro meglio per riavere tutti coloro che sono vivi e, francamente, anche i corpi di quelli morti”. (Da: Times of Israel, Jerusalem Post, 11.2.24)
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