'Radio anch'io'. RAI, indecente Diario di guerra di Deborah Fait
Ugo Tramballi demonizza Israele e non sa distinguere tra regimi dittatoriali e democrazia. Un errore gravissimo, che rivela un riflesso antidemocratico del giornalista.
Vergognosa trasmissione razzista della Rai a Radio Anch’io, condotta da Giorgio Zanchini. Ospite Ugo Tramballi, tristemente noto come acerrimo nemico di Israele. Alle domande del conduttore, Tramballi si è lasciato andare alle sue solite dichiarazioni in cui dipinge Israele come il demonio. Ha incominciato col dire che Netanyahu vuole la guerra perché “finché c’è la guerra c’è Bibi”, come se l’avesse voluta lui e non fosse stata incominciata da Hamas con il pogrom del 7 Ottobre. Naturalmente sulla macelleria commessa dai palestinesi in 21 kibbuzim di Israele, appena un accenno. Ha definito razzista il governo di Israele, ha avuto il coraggio sporco di paragonare la democrazia israeliana a dittature disumane, come “La Russia di Putin e l’Iraq di Saddam Hussein”. Ha descritto i soldati israeliani, i nostri cari ragazzi che si fanno ammazzare per difendere Israele, come “dei barbari simili a Hamas” perché qualcuno esulta ogni volta che fanno esplodere un edificio vuoto di esseri umani ma strapieno di armi. I nostri ragazzi che fino al 6 ottobre studiavano, lavoravano, erano medici, inpiegati, scienziati, hanno lasciato tutto per correre a difendere la patria dai quei mostri satanici. E lui osa definirli barbari? Questo è gravissimo e immorale. Prenda in mano un fucile vada nel fango di Gaza con terroristi che saltano fuori da ogni buco, che si travestono da donne per apparire innocenti e poi sgozzarti. Tramballi ha trasmesso al pubblico italiano tutto il suo enorme odio per Israele. Giulio Zanchini ha ricordato che il giornalista vive a Gerusalemme. Benissimo, e in un paese che lui definisce simile alla Russia e all’Iraq, può insinuare che Netanyahu sia un ladro che vuole la guerra per mantenere il potere, che i nostri ragazzi, i nostri cari soldati sono dei barbari. Perché non ha il coraggio di andare a Mosca e dire le stesse cose contro Putin? Perché in un battibaleno si ritroverebbe in Siberia. Perchè non va a dire le stesse cose in Iraq? Perché si ritroverebbe senza testa, come se lo facesse a Ramallah o a Gaza. A Gerusalemme può dire le peggiori cose contro il paese che lo ospita e non gli succede niente. Insulta, diffonde la più infame propaganda ed è libero di farlo. Ringrazi invece di sputare veleno oppure se ne vada dal paese che odia. Naturalmente il conduttore non ha fatto nessuna domanda sui crimini dell’URNWA i cui dipendenti hanno partecipato al pogrom di ottobre. Non una parola è stata spesa sull’Egitto che non fa entrare i palestinesi raccolti a Rafah nonostante i bombardamenti. Figurarsi cosa sarebbe accaduto se Israele avesse respinto dei rifugiati dai suoi confini. Il mondo intero sarebbe insorto. La propaganda che l’Iran diffonde in tutto il mondo e che i media raccolgono di buon grado, ha completato il livore di Ugo Tramballi contro Israele. È grave per un giornalista non capire che, se Hamas restituisse gli ostaggi ancora in vita, i cadaveri dei morti e se andasse fuori da Gaza, la guerra cesserebbe in un secondo. Ha parlato del Day After. Ebbene, il Day After Israele piangerà sui cadaveri degli ostaggi ammazzati, griderà la sua disperazione per aver perso tanti bellissimi giovani che a Nova cantavano la pace e con quei canti ancora in gola sono stati martirizzati, torturati, tagliati a pezzi. Dopo il Day After Israele passerà anni a curarsi le ferite e a curare i sopravvissuti con squadre di psichiatri. Il Day After Israele dovrà ricostruire tutti i kibbuzim, tutte le case, i prati, i fiori e ritrovare in sé una ragione per andare avanti anche con l’immagine mostruosa e incancellabile dei bambini carbonizzati. I nostri bambini, quelli che quella mattina del 7 Ottobre non capivano perché stessero suonando le sirene e perché, invece di ricevere baci e regali per la festa di Shemninì Azeret (la Festa dei bambini che conclude Sukkot) , dovessero correre nei rifugi per salvarsi. Non capivano perché erano entrati nelle loro case dei mostri neri con delle orrende fasce verdi sulla testa che facevano del male, che legavano i genitori, che rompevano tutto, che uccidevano con i coltelli mamma e papà e mettevano il fratellino piccolo nel forno di casa. Questo farà Israele il Day After, griderà la sua disperazione ma andrà avanti a vivere, a cantare la pace, a danzare per onorare la loro memoria.