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TG 1 Rassegna Stampa
24.12.2001 DOSSIER RAI TG1 24 e 25 dicembre.
Continuano la disinformazione e la demonizzazione di Israele della RAI

Testata: TG 1
Data: 24 dicembre 2001
Pagina: 1
Autore: Paolo Longo
Titolo: «»

Questa volta pare proprio che Paolo Longo sia andato a nozze, anzi a messa.
I fatti:
- Arafat, dopo gli ultimi efferati attentati in Israele (46 morti ammazzati in una settimana), viene confinato a Ramallah per permettergli di occuparsi, senza distrazioni, dei gruppi terroristi palestinesi e di smantellarli.
- Arafat, dopo aver effettuato qualche arresto domiciliare e convinto di aver fatto anche troppo, decide di andare alla Messa di mezzanotte a Betlemme, il 24 dicembre.
- Il Governo di Israele gli manda a dire che non gli dara' il permesso di andare alla Messa a meno che non arresti almeno i due terroristi responsabili dell'assassinio del Ministro Zeevi.
- Arafat, davanti alle telecamere di tutto il mondo, ride di questa richiesta e dice "andro' a Betlemme anche a piedi".
-Israele risponde "no, ne' a piedi, ne' in elicottero, ne' in automobile.Arresta prima i terroristi".
A questo punto incomincia la rappresentazione, un po' diabolica, un po' indecente e inqualificabile.
Arafat fa la vittima e gli riesce benissimo, deride le richieste israeliane, le autorita' ecclesiastiche guidate da Monsignor Sabbah vanno in pellegrinaggio, scandaloso, a Ramallah tutti con le candele in mano. Arafat li aspetta in cima alla scalinata anche lui con la sua brava candela in mano e i lucciconi agli occhi.
La RAI e Paolo Longo incominciano gia' nei telegiornali del 24 dicembre la santificazione di Arafat e soprattutto la demonizzazione di Sharon. Arafat e' dipinto come la vittima che che viene impossibilitata ad esprimere la propria religiosita' dall'intollerante Israele.
Che Mr. Palestine sia musulmano e che vada a Betlemme solo per farsi pubblicita' e' irrilevante per la RAI. Paolo Longo non riesce a nascondere l'astio nei confronti di Ariel Sharon, ritenuto da lui il responsabile di queste crudelta' e intolleranza.
Probabilmente non sa , o finge di non sapere, che la decisione di impedire ad Arafat di andare a fare il primo attore a Betlemme e' stata presa dal Governo, non da Sharon. E' assolutamente inacettabile che un giornalista parli con tanto disprezzo del Primo Ministro del paese che lo ospita. E' inacettabile che, vivendo a Gerusalemme, l'inviato della RAI si lasci andare a espressioni cariche di pregiudizio, odio e disprezzo nei confronti del Capo del Governo israeliano. Paolo Longo non vive a Gaza o a Ramallah dove avrebbe paura di aprire bocca, vive in Israele quindi non si preoccupa perche' sa che in questo democratico paese niente puo' accadergli. Longo si scaglia contro Sharon, arriva addirittura a consigliare agli israeliani di scegliersi un altro capo del govern, piu' lungimirante.
Non solo si esprime senza il minimo rispetto verso il presidente del Governo democratico di Israele, non solo evita accuratamente la minima critica a un dittatore come Arafat ma insulta anche il popolo di Israele che a causa di quel dittatore soffre da 15 mesi.

Tutto questo e' intollerabile, profondamente ingiusto e anche privo di stile.

Deborah Fait

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