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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.07.2003 Titolo e testo fuorvianti
Gergolet non aiuta a capire. Che sia voluto ?

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 luglio 2003
Pagina: 13
Autore: Mara Gergolet
Titolo: «Esplosione in Israele,»
Ci saremmo aspettati qualcosa di più "forte", dove il messaggio sarebbe dovuto essere: un kamikaze terrorista si fa saltare in aria. Adesso il processo di pace é in pericolo per colpa dei palestinesi. Quando é Israele a commettere "errori", ma non atti terroristici, il Corriere della Sera é invece sempre pronto ad accusare duramente lo Stato Ebraico. Oggi leggiamo questo:




VICINO A TEL AVIV
Esplosione in Israele, torna l’incubo dei kamikaze
Trovato fra le macerie un corpo non identificato

DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME - Un’esplosione a 30 chilometri da Tel Aviv fa tornare l’incubo degli attentati suicidi in Israele.


Ma lo vogliamo spiegare meglio cosa sono e come funzionano questi attentati terroristici?




Due persone sono state trovate morte tra le macerie di una casa a Moshav Kfar Yavetz (una donna e un uomo non identificato) e tre bambini sono rimasti feriti. «Quasi certamente si tratta di un attacco terroristico» ha detto il comandante della polizia regionale.
Non c’è tuttavia certezza sulle cause dell’esplosione, avvenuta ieri a tarda sera, non lontano dal confine con la Cisgiordania. Ma il fatto che il corpo dell’uomo, giovane e privo di documenti, non sia stato riconosciuto dagli abitanti del villaggio ha fatto subito temere un attacco terroristico.


Un attacco terroristico da parte di chi? Facile così. Con l'andare del tempo il lettore non riconosce il soggetto e confonde le azioni di difesa di uno Stato democratico, quello d'Israele, con le azioni terroristiche suicide di gruppi armati illegali pronti a tutto. C'è differenza no?


Un’ipotesi confermata da altri particolari: «Le ferite sul corpo del giovane assomigliano molto a quelle sui corpi dei kamikaze» ha detto l’ufficiale della polizia Amichai Shai. Pare improbabile, come si era ipotizzato all’inizio, una fuga di gas.


Su questa dichiarazione dell'ufficiale e sull'uso della parola KAMIKAZE abbiamo dei dubbi. In Israele non usano chiamare i terroristi "kamikaze". Anche loro sanno che i kamikaze si lanciavano con gli aerei contro le postazioni e le navi militari americane e non contro i civili. Se parlando con un israeliano usi la parola kamikaze, il tuo interlocutore resta sorpreso e ti dice: ah si? Voi europei li chiamate kamikaze? Ci resta difficile quindi credere che un'ufficiale della polizia usi questo termine; ci resta più facile supporre che la giornalista, come é sua abitudine fare, scelga termini appropriati, a volte attribuendoli anche alle dichiarazioni degli intervistati, per dar forza alla causa palestinese e deleggittimare quella israeliana.



Da giorni, le milizie locali di Al Aqsa e Jihad minacciavano attacchi contro «obiettivi israeliani», nonostante la tregua dichiarata dalla leadership palestinese. Domenica scorsa, nella zona di Tulkarem, dopo che i soldati israeliani avevano arrestato un leader di Al Aqsa uccidendo un suo compagno, il «capo» locale aveva promesso vendetta: «Colpiremo Israele nelle prossime 48 ore».


Vogliamo dirlo che le Brigate di Al Aqsa sono un gruppo terroristico che si é macchiato di atroci attentati terroristici contro civili israeliani?


Segnali positivi per gli sviluppi della mappa della pace erano invece arrivati ieri mattina da Gaza. La sicurezza palestinese aveva annunciato l’arresto di una aspirante kamikaze. La ragazza, 18 anni, è stata denunciata alla polizia palestinese dai genitori: interrogata, sarebbe poi stata lasciata libera di tornare a casa.

Anche oggi, dove la notizia è quella, ormai certa, di un attentato rivendicato dalla Jihad, la giornalista, non ritiene opportuno parlarne, spiegando chi sono veramente questi terroristi suicidi e ,come lei stessa ama chiamarli, i " miliziani". Letti i numerosi approfondimenti dei giorni passati dedicati alla parte palestinese ci saremmo aspettati, visto che questo attentato potrebbe rallentare il processo di pace, se per la giornalista, come lei stessa scriveva, il rilascio, da parte di Israele, di soli circa 300 detenuti palestinesi su 7000 dalle carceri può creare problemi per il proseguimento della Road Map, un’informazione completa, dove leggere, ad esempio, chi è un kamikaze, come prepara il suo attentato, quanti kamikaze sono saltati in aria, dove e come negli ultimi due anni e quanti morti civili israeliani si sono portati dietro. Questi dati non esistono per il Corriere. E oggi sarebbero stati graditi, dopo l'esplosione della casa di Kfar Yavetz e dopo che, i palestinesi, hanno infranto la tregua del 29 Giugno scorso tra i terroristi, con a capo Hamas, e lo Stato d'Israele.


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