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La Repubblica Rassegna Stampa
15.01.2024 Trump è la minaccia
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 15 gennaio 2024
Pagina: 13
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump ai caucus in Iowa promette petrolio, deportazioni e abbracci con Putin e Kim»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/01/2024, a pag. 13, con il titolo "Trump ai caucus in Iowa promette petrolio, deportazioni e abbracci con Putin e Kim" la cronaca di Paolo Mastrolilli.
 
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Paolo Mastrolilli
 
Donald Trump says he's a target of special counsel's criminal probe into  2020 election aftermath | CNN Politics
Donald Trump
 

INDIANOLA (IOWA) — Se vi ha sorpreso il primo Trump, aspettate di vedere il secondo. Perché dal modo in cui Donald sceglie di presentarsi agli elettori dell’Iowa, alla vigilia del caucus che potrebbe rilanciarlo verso la Casa Bianca, si capisce che la replica promette di essere ancora più veemente: la più grande deportazione di immigrati nella storia degli Usa; muro e militari al confine meridionale; addio lotta contro i cambiamenti climatici e perforazioni senza freni, per rendere l’America la potenza mondiale dominante dell’energia fossile; abbracci con i dittatori; e tagli alle tasse permanenti. Il termometro segna meno 27 gradi, quando verso le otto del mattino la gente inizia a mettersi in fila all’ingresso del Simpson College di Indianola. Gente come Eric Gray, che spiega così perché è venuto a prendere tanto freddo: «Voglio sentire il prossimo presidente degli Stati Uniti. Deve vincere, perché Biden sta ammazzando l’America. Non ne posso più di pagare la benzina 5 dollari al gallone, o non poter comprare da mangiare per la mia famiglia. Per non parlare delle guerre». Vicino a lui c’è Norman, che annuisce. E quando gli citi il 6 gennaio o le incriminazioni, sbotta: “Bullshit”, che non si può tradurre in italiano senza offendere i lettori. «Se avesse lanciato un’insurrezione, sarei favorevole a condannarlo. Ma non l’ha fatto: era solo una manifestazione di patrioti, che volevano proteggere la democrazia impedendo il furto delle elezioni». Rispetto a quattro anni fa, l’unica differenza antropologica sembrano alcuni ragazzi in fila per entrare. Come Andrew, venuto dall’Arkansas per studiare al Simpson College: «Non so ancora se lo voterò, però sono curioso di sentire cosa dice». Sarebbe la conferma di quanto ha scritto il New York Times , secondo cui la rinascita di Trump nel 2024 dipende dai repubblicani laureati che lo stanno riscoprendo. Quando sale sul palco, applaudito anche dal colpevole della Brexit Nigel Farage, Trump dedica metà del discorso ad attaccare i suoi avversari: «Nikki Haley è una globalista finanziata dai democratici. Ma tanto non andrà da nessuna parte, perché non ha la stoffa del presidente ». Peggio ancora Ron De-Santis: «L’ho fatto eleggere io, e adesso mi viene contro. Così invece si è distrutto, sarà costretto a ritirarsi». Saldati i conti con gli avversari, si scaglia contro «Biden il criminale, il presidente più corrotto nella storia degli Usa. Ci sta trascinando verso la Terza guerra mondiale. È lui la vera minaccia alla democrazia, perché è un incompetente». Lo sguardo al futuro parte proprio dalle guerre: «Con me alla Casa Bianca Putin non aveva attaccato, e andavo d’accordo col coreano Kim. Non siamo mai stati forti al mondo come quattro anni fa». A conferma che questa è la strada per mettere fine alle guerre, Ucraina e altrove: riprendere il filo del discorso con i dittatori. Sulla politica interna promette due cose: «Renderò permanenti i mei tagli alle tasse, che Biden vuole eliminare. E poi “drill baby drill”, torneremo a perforare per diventare la potenza dominante del settore energia. Così ricaveremo anche i soldi per ridurre il debito». E qui scoppia la contestazione dialcuni infiltrati, che gli urlano di essere un “criminale del clima”. Non può mancare l’immigrazione: «Sigillerò il confine, nel nostro Paese c’è un’invasione». Quindi racconta la favola del serpente infreddolito, che viene accudito da una donna, mainvece di ringraziarla la morde: «Un serpente resta serpente. Quelli che vengono da noi sono terroristi, trafficanti di droga, criminali, ma li accogliamo. Quando tornerò alla Casa Bianca, condurrò la più grande deportazione di immigrati illegali nella storia del nostro Paese». Rivela di aver costretto il presidente messicano a schierare 28mila soldati al confine, minacciando una tariffa del 25% su tutti i prodotti importati. Sfotte Obama chiamandolo più volte col secondo nome, Hussein, richiamo della foresta per i razzisti. Accusa Nancy Pelosi di aver rifiutato l’offerta di schierare nelle strade di Washington 10mila soldati il 6 gennaio, scaricando così su di lei la colpa dell’assalto al Congresso. Stesso discorso per tutti gli altri processi: «Mi incriminano perché sto vincendo. Vogliono costringermi al silenzio, perché vogliono ridurre voi al silenzio. Cercano di togliermi la libertà, perché vogliono toglierla a voi». Quello per i documenti segreti a Mar a Lago è una farsa: «Biden ne aveva presi più di me e li nascondeva nel garage della sua Corvette. Chissà poi quale Paese gliel’avrà regalata». Quello per le interferenze elettorali in Georgia verrà annullato, perché «la procuratrice Fani Willis aveva assunto il suo amante Nathan Wade, e insieme sono andati in vacanza con i soldi dei contribuenti». Biden «usa la giustizia come un’arma, ma ogni incriminazione è una medaglia, perché la subisco per voi». L’ultimo sondaggio delDes Moines Register lo dà avanti con il 48%, contro il 20% di Haley e il 16% di DeSantis: «Andate tutti a votare, perché dobbiamo lanciare un segnale. Non solo che vinceremo le primarie, ma a novembre ci riprenderemo l’America».

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