Palestina nel giusto e Israele nel torto Per Salerno dev'essere sempre così
Testata: Il Messaggero Data: 03 luglio 2003 Pagina: 17 Autore: Eric Salerno Titolo: «Betlemme sotto controllo palestinese»
Con l'annuncio del ritiro dell'esercito israeliano da Betlemme, Eric Salerno cerca di riportare la notizia basandosi su fonti sicure ed attingendo alla realtà dei fatti, ma purtroppo nemmeno questa volta dimentica la sua mentalità di parte. Quasi da propaganda. Anche quando si tratta di eventi positivi non solo per la Palestina ma anche per Israele. Il margine di correttezza che gli rimane gli viene però a mancare quando riesce a demonizzare Israele. La frase introduttiva dell'articolo ne è l'esempio: I primi agenti della polizia palestinese ad affacciarsi sulla piazza della Mangiatoia indossavano divise blu nuovissime e non erano armati ma alle 16 le campane della Chiesa della Natività sono suonate a festa e sono apparsi, accolti da applausi, i primi reparti armati. Ma dove siamo, a Betlemme o in Germania dopo la liberazione dal nazismo? Pur riportando una bella notizia, non perde occasione di far trapelare la faccia di Israele, quella cattiva, che tanto piace a chi le è ostile. Ma cattiva non è, obbligata a tenere il controllo della città per evitare incursioni terroristiche palestinesi. L'esercito israeliano, in realtà, non si è ritirato da "sconfitto", perchè di guerre per il controllo della città non ce ne sono state. Era il terrorismo ( con la complicità dell'ANP)che ha provocato tutto questo. Proviamo ad estrarre dall'articolo un'altra frase, che ci permette di capire il stile di Eric Salerno: pur di difendere l'immagine della povera Palestina, sempre vittima, dove Israele, qualsiasi cosa succeda, è sempre il carnefice. Betlemme e i suoi abitanti restano comunque prigionieri di una cintura militare israeliana. I posti di blocco sulle strade che collegano la città con Gerusalemme restano, ovviamente, al loro posto e non saranno smantellate, per ora, nemmeno quelli che consentono ai palestinesi di viaggiare indisturbati all'interno della Cisgiordania. Nominare i posti di blocco senza prima ricordare il motivo della loro esistenza significa parlare di una cosa e metterla in un'ottica deformante. Riportiamo anche un'altra frase illuminante:
L'idea dei due premier e del presidente americano, il quale giorno dopo giorno, personalmente e attraverso i suoi inviati, continua a spronarli, è di avanzare rapidamente verso il ritiro delle truppe dai territori rioccupati dopo il Duemila e, soprattutto di migliorare le condizioni di vita dei palestinesi. Nessuna menzione allo smantellamento del terrorismo che è alla radice di tutto questo conflitto. Si parla di smantellamento delle "truppe israeliane", della liberazione dai territori rioccupati, ma mai dei bisogni e delle necessità che hanno anche gli israeliani. Per il resto, il giornalista passa in rassegna alcuni eventi che hanno reso necessaria l'allerta della difesa israeliana dall'incursione del terrorismo suicida, parla della tregua e definisce alcune posizioni del governo di entrambi le parti, anche se sembra ormai evidente la sua insistenza di lasciare Palestina sempre e comunque in una buona luce. Infatti: se Israele è nel giusto e lui lo sa, ciononostante fa di tutto per farci credere che in realtà la sua posizione è sempre quella sbagliata. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la loro opinione alla redazione de Il Messaggero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.