Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/12/2023, a pag.10, con il titolo "La trama di Hamas nota da un anno. Bufera sulla Difesa per il 7 ottobre" la cronaca di Rossella Tercatin.
Rossella Tercatin
L'intelligence militare israeliana aveva previsto il pogrom del 7 ottobre.
Un anno prima del 7 ottobre, l’intelligence militare israeliana disponeva di tutte le informazioni sui piani di Hamas per un attacco senza precedenti. A rivelarlo, giovedì sera, è stato il programma d’inchiesta giornalistica Uvda (“Il fatto”) condotto da Ilana Dayan su
Canale 12 .In un documento classificato presentato da Dayan erano descritti i dettagli che si sono poi concretizzati nell’assalto. Ventisette dolorosissime pagine basate su informazioni accurate provenienti da intelligence raccolta nella stessa Gaza, redatte nell’ottobre 2022 e distribuite a tutti i vertici del corpo militare noto come “Aman”. Pagine che come molti altri segnali d’allarme lanciati a vari livelli e in vari corpi militari sono state completamente ignorate.
«Quella di un raid è la principale minaccia attribuita a Hamas e include l’infiltrazione in territorio israeliano, con l’obiettivo di colpire le forze dell’Idf o i civili, con particolare enfasi sui rapimenti», recita il sommario del documento, in cui poi si spiegano le diverse fasi della temuta operazione, a partire dalle tecniche per trarre in inganno il nemico.
Secondo il rapporto, Hamas si preparava a fare breccia nei vari livelli della barriera difensiva al confine tra Gaza e Israele per poi darel’assalto agli obiettivi militari sul confine, bloccando la loro capacità di raccogliere e trasmettere informazioni per rispondere all’attacco. Passi successivi includono la neutralizzazione delle squadre di pronto intervento di villaggi e cittadine e la penetrazione nella profondità del territorio israeliano per condurre un’azione volta a uccidere e distruggere il più possibile, utilizzando come mezzi di trasporto jeep e motociclette – ciò che poi è effettivamente avvenuto il 7 ottobre.
Nel documento si profilava come circa 2.400 combattenti di unità scelte divisi in 24 compagnie fossero stati selezionati come i più adatti a condurre l’operazione, nominando addirittura i capi di ciascuna compagnia. A pagina 11, poi, si spiega l’intenzione da parte di Hamas di assegnare ad alcuni combattenti la missione di condurre rapimenti, così come di assicurarsi la presenza di addetti a documentare in tempo reale l’azione per ottenerne la massima pubblicizzazione. A dimostrazione del fatto che la comunicazione del massacro fin nei dettagli - che hanno scioccato Israele e il mondo per la marcata volontà di ostentare violenza ed efferatezza - era stata ampiamente pianificata.
Nel documento, gli stessi autori ammettono di non essere certi se lo scenario descritto rappresenti un’esercitazione volta a un’azione reale, una forma di propaganda volta ad alimentare il proprio potere oppure un’ipotesi puramente “concettuale”. Quel che è certo è che, esattamente un anno dopo, ilpiano è stato portato a termine parola per parola, con oltre 1.200 persone uccise e migliaia di feriti – oltre ai 250 cittadini israeliani e stranieri presi in ostaggio. E lasciando un Paese traumatizzato a domandarsi come i propri sistemi di difesa ed esercito – considerati tra i migliori del mondo – abbiano potuto rivelarsi così vulnerabili.
Dal 7 ottobre, sono emersi diversi elementi che hanno suggerito come l’attacco e le tragedie che ne sono conseguite avrebbero potuto essere previste, ma questo documento in particolare non solo mostra quanto il piano di Hamas fosse conosciuto nel dettaglio, ma anche come i vertici militari avrebbero dovuto esserne consapevoli. Più che un fallimento dell’intelligence, dunque, il 7 ottobre è stato un fallimento di chi le informazioni di intelligence avrebbe dovuto utilizzarle per difendere il Paese.
Proprio nelle stesse ore in cui andava in onda la trasmissione, il capo di Stato Maggiore Herzi Halevi ha annunciato l’apertura di una commissione di inchiesta composta da ex alti ufficiali per esaminare i fallimenti operativi dell’Idf che hanno condotto al 7 ottobre per correre ai ripari per il futuro. Soprattutto in vista di un possibile tentativo di realizzare qualcosa di simile a Nord da parte di Hezbollah.
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