Tragedia, disperazione e tanta rabbia Diario di guerra di Deborah Fait
Il cuore fa male, è accaduta una tragedia nella tragedia, Israele è precipitato nella disperazione più totale. Durante uno scambio a fuoco tra l’esercito e i terroristi , tre uomini a torso nudo sono usciti da un edificio sventolando qualcosa di bianco. I soldati, abituati alle imboscate di Hamas, hanno sparato per accorgersi dopo che i tre erano nostri ostaggi riusciti a sfuggire, si pensa, ai loro guardiani. Il dolore è doppio, per i tre ragazzi uccisi e per il soldato che ha sparato, un ragazzo anche lui, forse perché in quel momento aveva perso la testa. Yotam, di 28 anni, Samar, di 22 anni, Alon di 26 anni, sono morti a causa del fuoco amico. In questo caso, del fuoco fratello e non c’è peggior disperazione di questa. Non si sa ancora se sono riusciti a fuggire o se sono stati mandati apposta immaginando che sarebbero stati uccisi proprio perché in quel momento era in corso uno scontro a fuoco molto intenso fra i due gruppi. Conoscendo la cinica barbarie dei palestinesi, è possibile. Ogni israeliano si sente come bastonato, così mi sento io, come se mi avessero colpito sulla testa con una mazza pesante. Monica Maggioni su Rai 3 e Lorenzo Cremonesi non possono capire Israele e dicono le loro cattiverie gratuite. Non capiscono che i nostri soldati non sono un esercito come gli altri, sono le nostre famiglie, il nostro dottore, il nostro vicino di casa, il ragazzo che fino a ieri ci aiutava al supermercato, l’avvocato amico, l’israeliano che vive all’estero e ha lasciato tutto per tornare ed entrare nelle riserve. Tutti corrono a fare i soldati per difendere il paese accanto ai ragazzi e ragazze di 18/20 anni che fanno il loro dovere all’esercito. All’estero non possono capire Israele e la sua guerra per la sopravvivenza e provano solo odio alimentato dalle trasmissioni televisive e dai media. Hamas ha ottenuto subito una vittoria, con l’attacco bestiale del 7 ottobre ha messo tutto il mondo contro Israele. l’uccisione dei nostri tre ragazzi ostaggi è stato come girare il coltello nella piaga. All’odio si è aggiunto il sarcasmo contro i nostri soldati. I nostri eroi che rischiano la vita ogni giorno combattendo contro delle belve disumane per difendere Israele. La nostra gioventù che si fa tre anni di duro servizio nell’esercito solo perché i nostri barbari nemici non possono sopportare la nostra presenza e vogliono eliminarci. Quei barbari incapaci di creare la minima cosa per il loro benessere, invidiano il nostro. Nella striscia di Gaza i nostri hanno trovato decine di bambole, di pelouche mescolati ai giochi dei bambini e pieni di bombe. Mettono esplosivo persino sotto i corpi dei morti in modo che i soldati, spostandoli, saltino per aria. Come scrive Michael Sfaradi sul sito di Nicola Porro, i vigliacchi fanno sentire registrazioni di bambini che piangono e, nel momento in cui il soldato si avvicina per aiutare, ecco che la bomba esplode. Questa è la guerra dei terroristi, una guerra sporca, vigliacca, da bestie immonde e io sono certa che anche l’uscita all’aperto dei tre ostaggi, durante uno scontro a fuoco, è stata preparata per trarre in inganno i soldati. Ieri si sono bombardati con un missile la loro sacra moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, è stato l’Iron Dome israeliano a salvarla e ad evitare che diventasse un ammasso di pietre. Ironia della sorte! Ci accusano ogni cinque minuti inventandosi che vogliamo distruggere la loro moschea e proprio Israele ha dovuto salvarla dalla loro isteria missilistica. Intanto, nel mondo, l’odio antisemita raggiunge limiti mai visti prima nella storia. In USA un insegnante ha minacciato di decapitare uno studente che portava la bandiera di Israele. Due terzi di giovani americani dai 18 ai 24 anni pensano che Israele debba essere eliminato e consegnato a Hamas. L’Islanda minaccia di non partecipare all’Eurovisione se non verrà squalificato Israele. Beh, non sarebbe un gran perdita per la musica se il paese dei ghiacci restasse a casa a covare il suo odio. Ogni giorno qualche ebreo viene minacciato e aggredito in qualche parte del mondo. L’odio rinasce sempre, come il peggiore, più pericoloso dei virus e diventa un’epidemia in un battibaleno.