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Libero Rassegna Stampa
16.12.2023 Razzi di Hamas anche su Gerusalemme
Commento di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 16 dicembre 2023
Pagina: 17
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Razzi di Hamas anche su Gerusalemme»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/12/2023, a pag. 17 con il titolo "Razzi di Hamas anche su Gerusalemme" il commento di Mirko Molteni.

Mirko Molteni
Mirko Molteni
La Settima Brigata dell'esercito israeliano
L'avanzata dell'esercito israeliano

Hamas non demorde e lancia su Israele ripetute sventagliate di razzi, che, seppure imprecise e vulnerabili al sistema di intercettazione Iron Dome, riescono se non altro ad alimentare la paura fra la popolazione, come arma letteralmente terroristica.
Ieri dalla Striscia di Gaza sono decollati ulteriori ordigni che sono arrivati fino a Gerusalemme. Peraltro mettendo a rischio non solo incolumità e beni dei cittadini israeliani ebrei, ma anche di quelli arabo-israeliani e palestinesi della parte Est della città. Eppure Hamas ha rivendicato l’attacco definendolo «una risposta al massacro di civili a Gaza».


ARMI IRANIANE

Data la distanza di oltre 75 km fra la Striscia e l’antica (e attuale) capitale dello Stato ebraico, è probabile che Hamas abbia usato nell’azione i razzi iraniani Fajr 5 o le loro copie palestinesi Qassam M75, ordigni lunghi 6,5 metri, del peso totale di 900 kg di cui 175 kg di esplosivo. Un numero imprecisato di razzi è arrivato in pochi minuti nell'area fra Gerusalemme e Beit Shemesh, e uno di essi s'è perfino schiantato non lontano dall’ospedale di Ramallah, per ironia, sede dell'Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen, che contrasta Israele, ma è anche rivale di Hamas. Almeno sei razzi sono stati abbattuti dai missili dell’Iron Dome e non ci sono state vittime, mentre fra i pochi danni si registrano la caduta di rottami su una linea elettrica e il fracassamento di alcuni pollai.
I combattimenti segnano intanto nuove tragedie per gli inermi. Ieri sera, il portavoce militare israeliano, contrammiraglio Daniel Hagari, ha ammesso che «per un tragico errore le truppe hanno sparato su tre ostaggi uccidendoli».
Hagari ha spiegato che il dramma s'è consumato a Sehjaya, una delle aree dove più feroce è la lotta: «È un tragico incidente, ne portiamo la responsabilità. È una zona dove i soldati si imbattono in molti terroristi, inclusi kamikaze». Gli sfortunati ostaggi erano Yotam Haim, rapito dal kibbutz di Kfar Aza, e Samer Talalka, dal kibbutz di Nir Am, mentre del terzo, la famiglia non ha autorizzato la diffusione del nome.
Un raid di un drone israeliano su una scuola di Khan Yunis gestita dall'UNRWA ha causato almeno tre morti, fra cui un bambino, secondo il Guardian, mentre Al Jazeera parla di 33 defunti. In mattinata, l'Unità 504 dell’intelligence militare e la 551° Brigata hanno trovato senza vita il giovane ostaggio franco-israeliano Elia Toledano, 28 anni, rapito il 7 ottobre dal festival musicale Supernova del Kibbutz Re'im.
Poi il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, ha stimato che «20 dei 132 ostaggi rimasti a Gaza siano morti». Al Jazeera ha comunicato che due suoi giornalisti, Wael al-Dahdouh e Samer Abu Daqa erano rimasti feriti in mattinata a Khan Yunis e che poi verso sera Abu Daqa è spirato.
Hamas orchestra invece a tavolino perfino trappole-bomba camuffate da bambolotti.
Artificieri del’Idf hanno scoperto in un vicolo stretto fra Jabalya e Beit Lahia bambole sul terreno vestite con colori sgargianti, a simulare bambini, oltre a un altoparlante che diffondeva canzoni in ebraico, quasi a suggerire che ci fossero degli ostaggi israeliani da liberare.


TRAPPOLE ESPLOSIVE

In realtà dagli edifici del vicolo, vedette di Hamas erano pronte a sparare e far saltare cariche esplosive al primo avvicinarsi dei soldati. Il piano è stato però sventato. Ieri sono morti altri tre militari israeliani e il totale dei caduti è arrivato a 119. Erano il sergente Oz Shmuel Aradi, 19 anni, del Battaglione Lahav, il soldato Shai Uriel Pizem, 28 anni, e il sergente Tomer Shlomo Myara, 28 anni, del 710° Battaglione. La lotta è concentrata su Khan Yunis, roccaforte del capo di Hamas Yahya Sinwar. E proprio ieri l'esercito ha comunicato che «i commandos della Brigata Maglan sono penetrati molto in profondità nel sobborgo, raggiungendo la casa abbandonata di Sinwar e sequestrando armi e documenti». Hanno anche ucciso molti miliziani sbucati dai tunnel. Un’altra galleria è stata distrutta a Shujaya, mentre Hamas, sulle voci di allagamento della rete sotterranea ribatte: «È costruita per resistere a tutti i possibili attacchi israeliani, compreso il pompaggio dell'acqua».

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