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La Stampa Rassegna Stampa
22.06.2003 Israele: come la pensa l'Ambasciatore Gol
anche su Berlusconi

Testata: La Stampa
Data: 22 giugno 2003
Pagina: 9
Autore: Ehud Gol
Titolo: «Con l'Italia un ruolo per l'Europa in Medio Oriente»
Riportiamo un articolo di Ehud Gol pubblicato su La Stampa domenica 22 giugno 2003.
Il primo ministro Silvio Berlusconi è giunto in Israele la settimana scorsa per una visita che rimarrà impressa a lungo nella storia. L'evento ha rivestito grande importanza a un triplice livello: nelle relazioni bilaterali Italia-Israele, a livello europeo in vista dell'imminente semestre di presidenza italiana e nel contesto del desiderio dell'Italia di favorire il processo di pace in Medio Oriente. Avrebbe dovuto essere una visita di lavoro ma, in virtù dei forti sentimenti di amicizia del nostro governo per il premier italiano, il primo ministro Sharon ha deciso di ricevere Berlusconi con pieni onori come se si trattasse di una visita di Stato.
A livello bilaterale, è stata la prima visita di Berlusconi in qualità di primo ministro. Si è svolta in un momento complicato per gli israeliani, tra i delicati esordi della Road Map e le continue aggressioni del terrorismo palestinese che hanno portato altri lutti tra la nostra popolazione. Nei giorni precedenti all'arrivo di Berlusconi sono stati uccisi sette israeliani e il giorno dopo la sua partenza 17 sono stati fatti saltare in aria su un autobus al centro di Gerusalemme, a meno di un kilometro dall'hotel in cui aveva alloggiato il Presidente. Con la sua visita, Berlusconi ha portato un forte messaggio di solidarietà da una democrazia all'altra, un messaggio di amicizia ben espresso in tutta la sua forza dal Presidente stesso quando ha detto al primo ministro Sharon di sentire ogni attacco contro israeliani come fosse un attacco contro italiani. La comprensione per il pericolo con cui siamo costretti a convivere è di grande conforto per gli israeliani.
La visita di Berlusconi è stata inoltre parte della preparazione per l'imminente presidenza dell'Italia all'Unione Europea. In questo contesto, l'evento ha rappresentato un'occasione unica per Israele per presentare nel modo più diretto e chiaro al presidente del Consiglio italiano le nostre posizioni su una varietà di temi importanti per le relazioni tra Israele e l'Europa, tra cui i rapporti commerciali ed economici e gli accordi multilaterali. Capire le posizioni di Israele su questi temi renderà più agevole la gestione della politica estera dell'Ue nei mesi a venire.
In definitiva, la visita di Berlusconi dovrebbe essere letta nel contesto del ben noto desiderio dell'Ue di giocare un ruolo più attivo nel processo di pace in Medio Oriente. Di qui la vocazione dell'Italia a un ruolo guida all'interno dell'Ue quale ponte tra Israele e i suoi vicini, forte degli eccellenti rapporti che vanta con entrambe le parti. L'Italia oggi presenta una posizione bilanciata che le offre un'occasione unica di affiancarsi agli Stati Uniti come uno dei protagonisti degli sforzi di conciliazione e mediazione per la pace nella regione. Il governo italiano si fa inoltre portatore di un progetto concreto che Berlusconi ha chiamato «Piano Marshall» per i palestinesi e che Sharon ha prontamente ribattezzato «Piano Berlusconi». La decisione del Cavaliere di non incontrare Arafat durante la sua visita nella regione giova all'obiettivo della pace, poichè rinforza la figura di Abu Mazen e ai palestinesi indica chiaramente che solo un leader che voglia abbandonare la strada del terrore e della violenza potrà trovare un interlocutore europeo.
In questa visita, come in occasioni precedenti, Berlusconi ha dimostrato grande sensibilità nei confronti delle esigenze di sicurezza di Israele e compassione per le sue vittime. Nel dicembre 2001 il primo ministro suscitò meravigla tra la comunità ebraica italiana e in Israele partecipando alla preghiera per le vittime israeliane del terrorismo presso la sinagoga di Roma. Era la prima volta che un presidente del Consiglio in carica si recava al Tempio maggiore. La scorsa settimana Berlusconi ha creato un altro precedente visitando la sinagoga italiana a Gerusalemme. Non poteva esserci gesto più simbolico per mostrare l'amicizia tra il popolo ebraico e quello italiano, tra Israele e l'Italia. Gli israeliani oggi sanno di avere un amico vero a Roma.
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