Una sola faccia della medaglia che non è quella israeliana
Testata: Internazionale Data: 20 giugno 2003 Pagina: 19 Autore: la redazione Titolo: «Estratti da Internazionale»
a pag.19, nella cronologia della settimana a Gerusalemme:
Continua la mediazione sul piano di pace. Il 18 giugno una bambina israeliana di sette anni è stata uccisa da un cecchino palestinese ad Ayal, a qualche chilometro da Qalqiliya, nel nord della Cisgiordania. L'auto su cui la bambina viaggiava insieme ai genitori è stata colpita lungo la Linea verde che separa i Territori da Israele. L'attacco è stato rivendicato dalle Brigate dei martiri di al Aqsa e dal Fronte popolare di liberazione della Palestina-Comando generale. Subito dopo l'attacco il governo israeliano ha dichiarato che proseguirà la sua lotta contro il terrorismo finché i palestinesi non riusciranno a fermare gli attentati contro Israele e non sarà deciso un cessate il fuoco. Prosegue intanto l'attività diplomatica intorno alla road map, il piano di pace per il Medio Oriente mediato dagli Stati Uniti. Il segretario di stato Usa Colin Powell è atteso il 20 giugno in Israele dove incontrerà il premier Ariel Sharon. Powell andrà anche nei Territori palestinesi. Tutto qui? Per la redazione di Internazionale è quasi normale che un cecchino palestinese uccida, in modo deliberato e premeditato, una bambina israeliana in auto con i genitori. La vita di ogni bambino è sacra, che sia palestinese o israeliano, e la loro morte è sempre una tragedia. Ma è certamente più grave l'assassinio premeditato come quello della notizia in oggetto, che un bambino coinvolto suo malgrado, in una operazione di antiterrorismo. Oppure di un bambino che viene mandato al macello in modo sciacallo, dalle organizzazioni del terrore palestinese, per poi essere usato sui massmedia internazionali, per far colpo sull'opinione pubblica.
Inoltre giovedì 12 giugno è stato ucciso un civile israeliano presso Yabed, e venerdì 13 è stato ucciso un altro civile israeliano in un agguato stradale palestinese presso Jenin. Rivendicano le Brigate Al Aqsa (affiliate al movimento Fatah presieduto da Arafat), ma Internazionale non riporta le notizie. Tantomeno riporta le notizie riguardanti tiri di mortaio quotidiano su varie abitazioni israeliane. Forse la redazione non li giudica degni di nota, ordinaria amministrazione degli "estremisti" palestinesi, come li chiamano loro. Il premier palestinese Abu Mazen ha fissato una serie di incontri con le principali fazioni palestinesi per arrivare a un cessate il fuoco e alla fine degli attacchi suicidi. I negoziati potrebbero proseguire in Egitto. Haidar Abdelshafi, 84 anni, fondatore della mezzaluna rossa palestinese e capo della delegazione alla conferenza di Madrid (1991), è stato chiamato a mediare con gli estremisti. Estremisti? Quando Internazionale imparerà ad usare il giusto termine, terroristi?
Un ruolo per l'Egitto. Una delegazione egiziana, guidata dal generale Mustafa al Buhiri, ha lasciato Gaza senza essere riuscita a convincere il movimento islamico radicale Hamas ad accettare una tregua con Israele. Il giorno dopo l'Unione europea ha minacciato gli estremisti di Hamas di congelare i fondi destinati ai palestinesi se gli attacchi non verranno fermati [17]. Rafat al Zaani, 30 anni, membro delle Brigate dei martiri di al Aqsa è stato ucciso da un raid mirato dell'esercito israeliano contro la sua abitazione nel nord della Striscia di Gaza. È il quinto raid in tre giorni Ancora col termine estremisti; proprio non lo vogliamo capire! T e r r o r i s t i, è così difficile?
A pag. 42 è pubblicato un servizio interessante riguardo alla comunità ebraica in Francia, alle prese con la rinascita della piaga vergognosa dell'antisemitismo e la conseguente intenzione di far ritorno in Israele.
Ancora una volta Internazionale pubblica un diario da Ramallah, riportando solo una faccia della medaglia. Perchè non sarebbe opportuno pubblicare un diario anche da Gerusalemme, che possa testimoniare la paura quotidiana ed il dolore di quanti hanno subito o rischiano di subire attacchi dai terroristi palestinesi (e non da estremisti, come li chiama Internazionale)?
A pag. 67 c'è un articolo del Jerusalem Post. Peccato che non sia di attualità, ma solo la recensione al film Kedma allegato al giornale. Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione di Internazionale. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.