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Europa Rassegna Stampa
20.06.2003 Israele non ha mai ragione
Europa, quotidiano che non la conta giusta

Testata: Europa
Data: 20 giugno 2003
Pagina: 2
Autore: Filippo Cicognani
Titolo: «»
Fin dalle prime parole dell'articolo vengono percepite feroci critiche all'amministrazione americana, per la sua guerra all'Iraq, nel tentativo di alimentare sempre più dubbi sulla reale esistenza delle armi di distruzione di massa. Per poi arrivare all'assurdo paragrafo sulla Road Map. Il giornalista scrive:
"La pace dei coraggiosi" diceva Arafat dopo gli accordi di Oslo -che alla fine gli consentirono il ritorno in Palestina- ma naufragati poi nel sangue dell'Intifada.
I coraggiosi sono stati gli israeliani che hanno provato a dare non una ma molte chances ad Arafat affinchè egli potesse arrivare alla pace con Israele, anche a costo di molti sacrifici. Se gli accordi di Oslo, alla fine, non sono stati rispettati, è stato unicamente perchè non sono state concesse ad Israele le reali possibilità di scendere ai patti con la sua controparte, in vista dei continui attacchi terroristici palestinesi. L'Intifada è scoppiata perchè i terroristi palestinesi hanno fatto di tutto per farla scoppiare, cercando di raggiungere l'obiettivo comune del mondo arabo: far sparire Israele dalla faccia della Terra. Ragion per cui è stato praticamente impossibile consentire ai soldati israeliani di ritirare il controllo dai "territori occupati": i terroristi continuano ad arrivare, sia allora che oggi, da Gaza e dalla Cisgiordania.
Il coraggio -poi venuto meno nell'appuntamento cruciale- va ritrovato oggi, aldilà dei veti, delle condizioni incrociate, dei timori che bloccano i leader dei due schieramenti. Comunque, due settimane dopo il vertice di Aqaba, che sembrava aver riacceso le speranze, subito naufragate in seguito ai sanguinosi attentati suicidi e alle rappresaglie israeliane, il segretario di stato Colin Powell torna nella regione con un preciso impegno: far decollare la Road Map. Un passaggio obbligato per non perdere il controllo della situazione: sarebbe il fallimento dell'intera operazione!
Anche se dopo il vertice di Aqaba sembravano essere riaccese delle speranze per una convivenza migliore fra le due parti, non si può dire che l'incontro fra Sharon ed Abu Mazen sia stato un unico momento storico dove la speranza regnasse sovrana. Il passato insegna, la storia ci è nota: sono stati numerosi i tentativi di arrivare alla "pace", e gli israeliani continuavano e continuano a sperare, perchè è un motivo valido per vivere e sopravvivere alla ferocia terroristica palestinese. Arafat rifiutò ogni possibilità di pace ed ora tocca alle fazioni terroristiche fra le più agguerrite.
Detto questo, l'insana idea di usare le due parole quali: "rappresaglie israeliane", non rendono giustizia alla legittima difesa israeliana.
Il giornalista, in tutto questo, vede solo il tentativo americano di tenere salva la faccia, come se tutte queste sofferenze, tutte quelle perdite dei propri cari per mano del terrorismo, fossero solo cose di poco conto.

Intanto dietro la cortina fumogena delle dichiarazioni e contro dichiarazioni, qualcosa sembra essersi mosso nei contatti incrociati per una tregua.
Continua lo stillicido degli attentati e delle risposte, ma il termometro della violenza sembra sceso.
Davvero ? A noi sembra che gli attentati terroristici continuino.
I responsabili per la sicurezza sono tornati ad incontrarsi, Abu Mazen non si è dimesso, in seguito ai feroci attentati di Hamas e del Jihad e alle eliminazioni selettive ordinate da Sharon, che lo avevano notevolmente indebolito. Il premier palestinese sta tentando di strappare ai gruppi armati un cessate il fuoco, mentre il premier israeliano si è impegnato a rallentare gli omicidi mirati.
Qui stiamo davvero esagerando. Gli attentati ai danni dei civili israeliani, come li chiamiamo? Non sono forse degli assassini, che uccidono indistintamente donne, bambini e vecchi? Bella forza l'impegno palestinese di cercare di fermare il terrorismo: se non ci pensano i palestinesi a fermare i terroristi, purtroppo ci devono pensare i soldati israeliani, dal momento che il loro paese stesso ne è il bersaglio. E poi quale cessate il fuoco! La Road Map prevede la fine del terrorismo, non un cessate il fuoco qualunque.
Se la Road Map dovesse ancora deragliare nel sangue, l'unica via sarebbe quella dell'invio di una forza internazionale di pace. Da tempo lo suggerisce Kofi Annan, ma gli israeliani si sono sempre decisamente opposti.
W.Bush è dunque nelle sabbie infuocate del Medio Oriente, deve uscirne prima della campagna elettorale ormai alle porte.
Ma cosa avrebbe potuto fare Kofi Annan? Proprio lui che ha sempre criticato le operazioni antiterroristiche mondiali di Bush!
Sì, le elezioni americani sono alle porte, ma quel che più ci sconcentra è il fatto che il giornalista non vede in Israele il suo diritto ad esistere.

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