Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/11/2023, a pag.12 con il titolo "I soliti sospetti" il commento di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Vladimir Putin
C’è il silenzio sulle atrocità fatte da Hamas l’8 ottobre, e c’è il vero e proprio negazionismo. Dalla storica israeliana Tamar Herzig a un appello di femministe francesi su Libération, negli ultimi giorni in molti si sono pronunciati sul fatto che il femminicidio e stupro di massa-pogrom compiuto dai jihadisti il 7 ottobre abbia lasciato mute una serie di personalità, organizzazioni e movimenti che invece in genere a sollecitazioni simili sarebbero mobilitatitissime, a partire dal Me Too. Pina Picierno, esponente del Pd e vicepresidente del Parlamento Europeo, ha denunciato che d’altronde le «donne israeliane sono state escluse dal dibattito femminista» esattamente «come accadde per gli stupri di guerra avvenuti in Ucraina». Come a dire che certe cose non sono orrende in sé, ma solo se si può addossarne una qualche colpa alla società occidentale. L’Unione delle Comunità Ebraiche italiane ha appunto lanciato un appello per «lottare assieme, ricordando tutte coloro che il 7 ottobre hanno subìto crimini di guerra, violentate e stuprate in quanto donne, in quanto israeliane, in quanto ebree». «Non una di meno» ha provato a rispondere che il corteo di sabato sarebbe stato «aperto anche alle israeliane», ma non si vede a fare cosa, dal momento che invece di condannare Hamas si faceva grande sfoggio di bandiere palestinesi. Perché le donne palestinesi sono sotto attacco militare? E le ucraine no? Ma poi da discorsi sentiti alle manifestazioni sono saltate fuori affermazioni tipo «gli israeliani rapiti sono degli anziani, hanno svuotato una casa di riposo» o «sono prigionieri di guerra». E qua iniziamo a passare dal silenzio (non dico niente sul femminicidio-stupro di massa) al negazionismo (dico che il femminicidio-stupro di massa non c’è mai stato, così come si dice in altri contesti che non ci sono mai state le camere a gas). In realtà, è dagli stessi palestinesi che arriva la negazione di quanto avvenuto: cosa piuttosto schizofrenica, se si pensa allo spettacolo delle donne israeliane nude e spesso già morte portate in corteo per essere esposte come trofei al ludibrio di una folla invasata.
SCHIZOFRENICI È stato lo stesso portavoce di Hamas Ghazi Hamad, ad esempio, che il 26 ottobre ha interrotto un’intervista con la Bbc, quando dopo aver detto che Hamas non intendeva uccidere alcun civile durante l’attacco, l’intervistatore gli ha fatto presente che molti civili sono stati invece uccisi e gli ha chiesto se ritenesse giustificato l’omicidio di civili nei loro letti, Hamad si è strappato il microfono, ha detto: «Voglio interrompere questa intervista», e se n’è andato. Ma anche l’Autorità Nazionale Palestinese in una dichiarazione del suo ministero degli Esteri è giunta ad affermare che sarebbero stati elicotteri israeliani a bombardare civili israeliani il 7 ottobre, durante il festival di Re’im in cui vennero massacrati da Hamas centinaia di giovani. E l’avrebbero fatto apposta per avere un pretesto con cui attaccare Gaza.
FAKE NEWS All’altro estremo rispetto a queste posizioni addirittura ufficiali, c’è una guerra di fake news che corre sui Social riprendendo ciò che è successo con vaccini e Ucraina, e spesso a opera degli stessi soggetti. «In un solo giorno dall’inizio del conflitto, circa un account su quattro su Facebook, Instagram, TikTok e X che pubblicava post sul conflitto sembrava essere falso» e «nelle ventiquattro ore successive all'esplosione all'ospedale arabo Al-Ahli, più di un account su tre pubblicato su X era falso», denunciava il New York Times il 6 novembre. Cinque giorni dopo, era il vice-presidente di Microsoft Brad Smith a accusare la Russia di stare diffondendo «disinformazione» sulla guerra tra Israele e Hamas. Da ultimo, HaAretz denunciato una offensiva di bot russi a favore di Hamas che stava diffondendo in modo massiccio contenuti fake fabbricati con l’intelligenza artificiale. Contenuti di questo tipo spiegavano ad esempio che «i kibbutz bruciavano perché a un certo punto i carri armati sono impazziti e li hanno presi a cannonate», che il massacro del 7 Ottobre non c’è mai stato, che i morti sono molto di meno di quelli dichiarati, etc. E poi c’è ad esempio Mario Capanna secondo cui «le foto dei bambini decapitati non esistono», e si tratterebbe di una bufala «antipalestinesi». E non è un Social, ma un editoriale sull’Unità di Sansonetti.
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