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Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/11/2023, a pag.10 con il titolo "I capi Hamas scappano, Israele sulle tracce degli ostaggi", la cronaca di Ariel Warschauer.
Il portavoce delle Forze Armate Israeliane (IDF), l’ammiraglio Daniel Hagari, ha annunciato che «sono state localizzate diverse infrastrutture sotterranee in cui sono stati nascosti alcuni ostaggi ancora nelle mani dei terroristi palestinesi; sono state inoltre reperite informazioni sugli ostaggi e sul passaggio di alcuni di questti da gruppi legati ad Hamas, a cellule legate alla Jihad Islamica». Si tratta di informazioni particolarmene preziose per l'intelligence militare, reperite dopo che reparti delle forze d'élite israeliane hanno preso il controllo dell'avamposto di al- Burkan. «La lotta contro i terroristi di Hamas-ha proseguito l'alto ufficiale- avviene in un ambiente particolarmente complesso e richiede del tempo. Siamo determinati ad andare avanti, a distruggere, a uccidere i terroristi e smantellare tutte le infrastrutture militari di Hamas e della Jihad Islamica». Hagari ha aggiunto: «Questa operazione si combatte sul terreno, ma anche dall'aria e dal mare; noi colpiremo ovunque ci sia Hamas, fosse anche nascosta nella parte meridionale della Striscia di gaza, noi colpiremo anche lì. Ciò potrà accadere in qualsiasi momento, luogo o condizioni per noi favorevoli».
FAMILIARI IN MARCIA E, infatti le operazioni militari non si sono interrotte nemmeno ieri presso l’ospedale al Shifa con il ritrovamento di colpi di RPG, mortai e perfino un intero arsenale nascosto all'interno di un asilo nido. Militari del 12mo Battaglione, sono stati invece ingaggiati da un gruppo di terroristi nella città vecchia di Gaza. Per annientare il gruppo di terroristi di Hamas é intervenuto anche un caccia che distrutto il bunker in cui i terroristi si erano asserragliati. I combattimenti contro i terroristi infuriano da Nord a Sud della Striscia e cinque soldati israeliani sono stati uccisi durante le operazioni militari di ieri: tra questi, il sergente maggiore Adi Malik Harb di 19 anni. Faceva parte della Brigata Nahal ed era originario del villaggio druso di Beit Jann (i drusi sono alleati di Isaraele), che ha la più alta percentuale di soldati caduti tra le varie comunità israeliane. Sono 64 i soldati della città drusa caduti in Battaglia dall'inizio delle operazioni contro Hamas. E intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu d'intesa con il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro Benny Gantz, hanno deciso di convocare un gabinetto di guerra e di incontrare i rappresentanti delle famiglie delle persone rapite da Hamas lo scorso 7 ottobre. Questo per dare un segnale di forte vicinanza da parte del governo israeliano ai famigliari dei rapiti che intanto ieri si sono radunati assieme a migliaia di manifestanti proprio sotto gli uffici del premier israeliano a Gerusalemme, al termine di una lunga marcia iniziata nei giorni scorsi per richiedere la liberazione degli ostaggitrattenuti dai terroristi nella Striscia di Gaza. «Abbiamo camminato per cinque giorni-hadetto Orin la mamma di Eden Zacharia-uno dei giovani sequestrati e lo faremo anche nei prossimi giorni: siamo disposti ad andare fino a Gaza pur di ottenere il rilascio dei nostri cari; andremo ovunque sia necessario e non ci arrenderemo mai per i nostri figli, i figli di Israele».
NEGOZIATI FERMI La mobilitazione, ha visto unirsi migliaia di israeliani che si sono stretti in un lungo abbraccio con i famigliari dei 250 ostaggi nelle mani dei terroristi da ormai 44 giorni. E intanto Hamas fa sapere che i contatti con alcune delle cellule terroristiche che hanno nelle proprie mani i civili israeliani e che hanno il compito di sorvegliarne la prigionia, si sono interrotti da alcuni giorni: Hamas ha fatto sapere che «non abbiamo informazioni sulla sorte degli ostaggi tenuti dalle nostre squadre, né sulle condizioni delle nostre squadre». Sembrano scomparsi anche il capo di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar e uno dei comandanti delle brigate Izz al-Din Al Qassam, il braccio armato di Hamas, Muhammad Deif, che sarebbero fuggiti a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv israeliana Kan. Sinwar, inoltre, rileva il canale televisivo israeliano non starebbe comunicando con i mediatori del Qatar e dell'Egitto da una settimana ostacolando il negoziato. E mentre sabato le sirene sono risuonate anche nella città settentrionale di Kiryata Shmona per una raffica di almeno 25 razzi lanciati dal Libano sparati dai miliziani dell'Hezbollah sciita, il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, ha fatto sapere che «per Israele, l'Autorità Palestinese non è la soluzione giusta per la questione della governance politica di Gaza; ci sarà sempre, a maggior ragione dopo quanto accaduto il 7 ottobre, il controllo della sicurezza israeliana dal fiume Giordano al mare; noi non ci fidiamo né di Hamas né dell’Anp, perché sia gli uni che gli altri continuano a pagare gli stipendi agli assassini e ai familiari di assassini di ebrei».
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