Mentre Sharon combatte il terrorismo Abu Mazen dov'è?
Testata: Libero Data: 13 giugno 2003 Pagina: 1 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Palestina, scontro totale. E' l'ora di stare con Israele»
Riportiamo un articolo di Angelo Pezzana pubblicato su Libero venerdì 13 giugno 2003. Non c'è da essere nè ottimisti nè pessimisti. La stretta di mano fra Sharon e Abu Mazen, sotto lo sguardo soddisfatto di Bush, era sicuramente sincera. Solo che qualcosa non ha funzionato. Da un lato c'è uno stato democratico in grado di mantenere gli impegni che sottoscrive, un governo che risponde ai cittadini per ogni scelta che fa. Dall'altro c'è un primo ministro, che anche se crede in quello che dice ed è anche credibile quando afferma che combatterà il terrorismo, è e rimane, l'abbiamo purtroppo verificato in questi giorni, prigioniero dei diktat di Arafat. E' lui che l'ha nominato, in un parlamento palestinese più di figura che reale, ed è lui che lo manovra. Giocando, come ha sempre fatto Arafat, su tutte le tavole possibili. Sbagliato quindi disilludersi, perchè non ci si deve mai illudere. Altra cosa è la speranza che prima o poi i "buoni" vincano. Ciò che stupisce, al di là degli obblighi diplomatici che un certo linguaggio prudente lo impongono, è la posizione dell'America. Se c'è un paese che dovrebbe non solo capire le difficoltà nelle quali si sta dibattendo Israele, la necessità assoluta di combattere il terrorismo per difendere la vita dei propri cittadini, questo paese è l'America. Dove, pur di catturare Bin Laden & soci sono, giustamente, arrivati a mettere delle taglie per catturarli "vivi o morti". E Sharon? Non sta facendo lo stesso con l'eliminazione mirata dei capi del terrorismo palestinese? Certo, non sono affermazioni facili da fare, ma di fronte al terrorismo non ci sono molte strade. Qualcuno si chiederà della Road Map, è ancora viva o dobbiamo darla per morta e sepolta. Anche qui nè ottimismo nè pessimismo. Sharon l'ha sottoscrittà e manterrà gli impegni. Il povero Abu Mazen ha fatto altrettanto, ma dietro di lui, dovremmo dire sopra di lui, c'è un peso che gli impedisce di muoversi. E'inutile che vada ogni tanto a Gaza a prendere il tè con Hamas. Se avesse veramente il potere dovrebbe chiederne la resa senza condizioni. Usando le armi se necessario. Purtroppo ciò non avviene. E il fanatismo non ascolta alcun linguaggio della ragione. Capisce e rispetta solo quello della forza. Se questa forza Abu Mazen non ce l'ha per stroncarlo deve mettercela Sharon. Su questo mare di sangue volteggia l'avvoltoio Arafat. E l'Europa che lo sostiene, che lo fa volare alto. Ma il primo luglio inizia in Europa la presidenza italiana. Chissà che qualcosa cambi.