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I nazisti di oggi sono i terroristi di Hamas, i collaborazionisti di oggi sono quelli che difendono Hamas
Analisi di Alan Dershowitz, da Israele.net
Alan Dershowitz
Tra i vari gruppi che si sono schierati a sostegno di stupri, decapitazioni, roghi di persone vive, omicidi di massa e rapimenti di ebrei ad opera di Hamas ce ne sono alcuni che pretendono di parlare a nome di gay, ebrei, femministe e progressisti. Se qualcuno di questi gruppi dovesse effettivamente recarsi a Gaza, verrebbe ucciso da Hamas. Hamas non tollera i gay, gli ebrei, le femministe e i progressisti. Infatti fra le persone decapitate, violentate, assassinate e rapite (il 7 ottobre) c’erano gay, ebrei che sostenevano i palestinesi, femministe, progressisti e non-ebrei. A Hamas tutto ciò non interessa. Se sei ebreo o israeliano o semplicemente sei d’intralcio, sei nel mirino della loro barbarie. Perché così tante persone appartenenti a gruppi che Hamas cerca di distruggere sostengono quell’organizzazione razzista? La risposta è chiara: questi fanatici odiano gli ebrei e il loro stato nazionale. Ciò non ha nulla a che fare con il sostegno al popolo palestinese, che è orribilmente oppresso da Hamas. Se davvero volessero sostenere i palestinesi, manifesterebbero per la libertà di parola dei palestinesi, la libertà di stampa, la libertà di non essere usati come scudi umani, di avere giusto processo ed eguaglianza davanti alla legge. E soprattutto per la libertà dal corrotto e repressivo governo dei loro capi, diversi dei quali al momento se ne stanno al sicuro nei loro hotel a cinque stelle in Qatar, lontani dalla devastazione da loro scatenata. E non riflette nemmeno un sostegno in generale a gruppi nazionali senza stato, oppressi o sotto occupazione. Questi fanatici selettivi tacciono sui curdi senza stato, sugli uiguri oppressi e su altri gruppi che meriterebbero il loro sostegno. Si mobilitano solo sui palestinesi, perché li ritengono oppressi dagli ebrei. È l’odio verso gli ebrei, non l’amore verso i palestinesi o altri, ciò che sprona questi fanatici. Non dimentichiamo che le manifestazioni di sostegno ai terroristi di Hamas sono iniziate prima ancora che Israele reagisse alla barbarie di Hamas. Erano dimostrazioni a sostegno di ciò che Hamas aveva fatto ad ebrei innocenti: stupri, decapitazioni, omicidi di massa, rapimenti e torture troppo indicibili per essere mostrate. È stata la persecuzione di ebrei a stimolare queste manifestazioni di antisemitismo. In quelle manifestazioni c’erano ben poche critiche a Hamas per quello che aveva fatto. La demonizzazione più spietata era quella contro Israele per ciò che è: lo stato nazionale del popolo ebraico. Non importa nulla che esistano molti stati arabi e musulmani. E come è tipico di bulli e prepotenti, l’accanimento contro gli ebrei è avvenuto quando Israele era più debole e vulnerabile, ancora stordito dal lutto per la perdita di così tanti civili innocenti. Tra i sostenitori più ipocriti di Hamas vi sono i “Gays for Gaza”. Bandiere arcobaleno e cartelli che identificano il manifestante come gay sono dilagati durante le manifestazioni anti-israeliane che invocavano l’annientamento di Israele. A Gaza, quelle bandiere sono illegali. Chiunque le avesse sventolate sarebbe stato ucciso, come avvenne al comandante di Hamas Mahmoud Ishtiwi, sorpreso a fare sesso con un altro uomo e subito torturato e ucciso. I gay di Gaza cercano asilo in Israele. La città di Tel Aviv è tra le città più aperte al mondo nei confronti dei gay. Ma niente di tutto questo importa a quei gay fanatici: mettono il loro odio per gli ebrei al di sopra della loro preoccupazione per i gay palestinesi. Ancora peggio è il gruppo erroneamente denominato Jewish Voice for Peace (Voce Ebraica per la Pace) che da tempo funge da copertura per Hamas e altri gruppi terroristici anti-israeliani. Sostiene di essere anti-sionista e di opporsi all’esistenza di Israele, ma molti dei suoi membri e sostenitori sono apertamente antisemiti. Se i suoi membri ebrei (molti non sono ebrei, a dispetto del nome) cercassero di protestare a Gaza, verrebbero assassinati o rapiti. Hamas, come i nazisti, non distingue tra gli ebrei in base alle loro posizioni politiche, come dimostra il fatto che diversi degli ebrei trucidati il 7 ottobre erano apertamente critici nei confronti del governo israeliano e forse alcuni persino del sionismo. Ma questo non importa agli stupratori e decapitatori di Hamas. Per loro, un ebreo è un ebreo, indipendentemente dal fatto che appartengano a Jewish Voice for Peace o al Likud. Poi ci sono le femministe, i progressisti e i sindacati che sostengono la brutalità di Hamas e si oppongono all’esistenza di Israele. Hamas è tra i gruppi più antifemministi e misogini del mondo. Sottomette le donne ai capricci di padri e mariti e tollera, quando addirittura non incoraggia, la violenza domestica contro le donne e i “delitti d’onore” contro donne che a loro avviso “disonorano” le rispettive famiglie. Hamas imprigiona gli oppositori progressisti e non permette l’esistenza di sindacati indipendenti. I suoi membri sfruttano i lavoratori e utilizzano bambini-lavoratori e bambini-soldato. Ma non giunge una sola parola di critica su questo da parte dei fanatici, che sono ben disposti a chiudere gli occhi sul fascismo di Hamas fintanto che Hamas uccide ebrei. Se questo non è antisemitismo, non so cos’altro possa essere definito tale. Sì, anche gli ebrei possono essere antisemiti. Lo stesso possono fare i gay, le femministe, i progressisti, i sindacalisti e esponenti vari dell’estrema sinistra. Hitler era vegetariano. Alcuni alti gerarchi nazisti erano gay. Gertrude Stein, una collaboratrice dei nazisti, era gay ed ebrea. Negli anni ’30, molti studenti e docenti universitari, non solo in Germania ma ad Harvard, Yale, Georgetown e altre università americane, sostenevano la Germania nazista. I nazisti di oggi sono quelli di Hamas. Gli odierni fiancheggiatori del nazismo sono gli studenti e gli altri che sostengono Hamas. La storia li giudicherà nello stesso modo in cui la storia ha giudicato i collaborazionisti nazisti.
(Da: jns.org, 9.11.23) http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm |
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