Il 27 gennaio lasciateci soli, voi che, in questo momento, diffondete l'antisemitismo
Diario di guerra di Deborah Fait
“Lasciami andare, domani ho scuola”. Aveva 15 anni, è riuscita a chiamare la polizia per chiedere aiuto mentre il terrorista correva verso di lei. L’agente di polizia, atterrito, ha sentito la ragazzina chiedere aiuto e poi cercare di convincere il mostro che la teneva ferma, che lei “doveva andare perché l’indomani aveva scuola”. Il terrorista le ha strappato il telefono dalle mani e ha parlato con il poliziotto, in arabo. Mentre l’agente gridava di non farlo ha sentito il colpo poi il silenzio. Nessun bambino sarebbe andato a scuola l’indomani e nemmeno il giorno dopo perché la scuola del kibbuz era stata bruciata e i bambini non c’erano più. Un’altra testimone ha raccontato di aver visto i terroristi tenere sotto braccio le teste mozzate degli israeliani. Altri hanno visto una belva staccare la testa da un corpo a colpi di vanga e lo faceva ridendo. Le indagini fatte finora rivelano che ciascuna squadra di barbari aveva due membri addetti a filmare ogni momento del pogrom: uno gestiva una telecamera Go-Pro e il secondo una telecamera che trasmetteva in diretta il massacro al quartier generale di Hamas a Gaza.
Ho avuto modo di guardare un video di una conversazione tra Douglas Murray, giornalista politico e autore di libri importanti, e il conduttore di un talk show inglese. Alla domanda di Piers Morgan ( il conduttore) se fosse giusto punire un intero popolo per eliminare Hamas e se non accadrà che i giovani palestinesi diventeranno terroristi per vendicarsi, Douglas ha risposto “ Tu credi che i palestinesi siano dei pacifisti che aspettano due popoli due stati?”. E gli ha raccontato alcuni degli orrori compiuti durante il Black Shabat. Ha parlato di giovani donne stuprate più e più volte, portate nude a Gaza dove la gente della strada sputava loro addosso. E non erano di Hamas, racconta Murray, erano persone comuni, chiamarle persone forse è troppo. Sputavano addosso a quelle povere creature nude, terrorizzate, le prendevano a pizzicotti, a calci, le facevano cadere e ridevano, ridevano, ridevano per poi assistere al colpo di grazia in testa. La differenza tra i terroristi palestinesi e i nazisti, dice ancora Murray, sta solo nel fatto che i secondi provavano vergogna ed erano perennemente ubriachi per dimenticare i loro orrori. I primi, i barbari palestinesi, si divertivano. Lo scrivo da anni ma nessuno capisce. L’ho scritto varie volte, molto prima del pogrom del 7 ottobre, che i palestinesi sono una popolazione di terroristi, educati fin dalla più tenera età alla barbarie, convinti che gli ebrei vanno ammazzati tutti. Ho visto immagini di genitori che vestivano i neonati con giubbotti di esplosivo. Li ho visti saltare e sganasciarsi dalle risate quando sono implose le Twin Towers. Ballavano, saltavano pazzi di gioia. Li ho visti calpestare con gli scarponi i corpi di israeliani ammazzati fino a ridurli in una poltiglia informe e mangiare caramelle ogni volta che un autobus pieno di ebrei saltava in aria. Nessun popolo ha commesso orrori come i palestinesi. Oggi, da Oriente a Occidente, il mondo li esalta e condanna Israele. Gli indottrinati, coloro che dalla comodità dei loro studi, delle loro poltrone, si permettono di dare consigli a Israele, lasciano capire che doveva incrociare le braccia e lasciarsi ammazzare senza reagire. Lasciarsi ammazzare ancora, fino alla fine, come gli arabi, Al Fatah e poi Hamas tentano di fare dal 1948 ad oggi. Hamas promette di continuare fino all’estinzione degli ebrei e alla distruzione di Israele. Secondo alcuni media e opinionisti idioti e antisemiti, questo mio paese dovrebbe alzare le mani e lasciarsi sterminare ma, come dice la scritta proiettata sulla porta di Brandeburgo, “Mai più è adesso!” E adesso Israele si difende con tutta la forza che ha. La Shoah ha visto la sua apoteosi il 7 ottobre, quel Sabato Nero in cui altri ebrei sono stati sacrificati al Dio del Male, a quello che ad ogni omicidio “loro” invocano, Allahu Akhbar. Si sta avvicinando il 27 gennaio, giorno in cui ci si riunisce per commemorare la Shoah. Lasciateci soli quel giorno, non osate avvicinarvi a noi perché Il dolore è solo nostro. Il popolo ebraico è forte, ha subito, resistendo all’odio e alle morti violente, per due millenni. Non si è mai vendicato anzi ha fatto sì che i popoli che l’hanno perseguitato usufruissero della sua scienza. Ha creato un giardino nella terra che gli usurpatori arabi avevano resa un deserto. Dopo questo ultimo orrore, dopo le manifestazioni antisemite che percorrono il mondo, lasciateci soli il 27 gennaio, come ci avete abbandonati sempre.
Non avvicinatevi a noi!
Deborah Fait |