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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Dove sono le marce commemorative per i bambini israeliani? 10/11/2023
Dove sono le marce commemorative per i bambini israeliani?
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Ostaggi Hamas, le foto dei bimbi rapiti diffuse dal governo israeliano - La  Stampa

Chi non conosce quelle marce silenziose per onorare la memoria di un bambino o di un giovane morto tragicamente? Su invito di genitori o di amici, trasmesso dai social network e dai media, centinaia e talvolta migliaia di persone, alcune portando fiori bianchi, sfilano sotto dei ritratti delle vittime e dei cartelli che chiedono giustizia. È difficile capire perché non si sia verificato nulla di simile dopo l'assalto dei terroristi di Hamas ai pacifici kibbutz intorno a Gaza.
Ascoltiamo il Console Generale di Francia a Tel Aviv in un'intervista a Le Point :

“Le immagini rappresentano una barbarie come non la si vedeva dagli anni '40. Abbiamo subito intuito che si trattava di una disumanità talmente sadica, di una violenza e di una barbarie mai provate da molto, molto tempo”.                                                                                                                     Neppure una cosa del genere è bastata per onorare i bambini israeliani massacrati con una ferocia senza paragoni, il 7 ottobre.
Come dimenticare il più piccino di questi piccoli innocenti, strappato dal grembo materno e decapitato prima ancora di aver emesso il suo primo grido, da un divertito terrorista che si è affrettato a postare sui social network le immagini registrate dalla sua videocamera GoPro.

Come dimenticare i piccoli corpi torturati, straziati, carbonizzati? Avremmo potuto, ci sarebbe piaciuto, sentire le voci di coloro che sostengono in buona fede la causa palestinese, gridare ai quattro venti con forza “no! no questo, no! Quei barbari non hanno agito in nostro nome”. Non è successo.
Il  Segretario generale delle Nazioni Unite ha trovato delle circostanze attenuanti nelle atrocità di Hamas ed è preoccupato per la sorte dei palestinesi a Gaza. Non ha pensato ai 32 bambini rapiti dai terroristi e tenuti in ostaggio da più di un mese, in spregio a tutte le convenzioni di Ginevra e di altrove. Quindi il loro destino non lo riguarda? Non era forse suo, non è suo dovere alzare la voce e esigere che la Croce Rossa, che non è ancora stata autorizzata a visitarli, riceva immediatamente questa autorizzazione? Non è forse dovere delle grandi potenze, che chiedono con insistenza l’apertura di corridoi umanitari, di fare lo stesso? Com'è possibile che i nemici di Israele riescano a mobilitare centinaia di migliaia di manifestanti in America, a Londra e a Parigi, sventolando le bandiere di Hamas e chiedendo apertamente la distruzione dello Stato ebraico, e che non si trovi nemmeno una frazione di quel numero lì per ricordare al mondo che dei neonati, dei piccoli israeliani sono da più di un mese nelle mani di un’organizzazione terroristica che ha già ucciso i loro genitori? Quindi la coscienza universale non si ribella di fronte alle loro sofferenze? Parallelamente non si può che constatare la rinascita di un antisemitismo che aspettava il momento giusto e che non cerca più di nascondersi. Ci dispiacerebbe pensare che sia il fatto che sono ebrei a spiegare tale mostruosa indifferenza.

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Michelle Mazel

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