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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Hamas non capisce il voltafaccia dell’Occidente 06/11/2023
Hamas non capisce il voltafaccia dell’Occidente
Analisi di Michelle Mazel 

(traduzione di Yehudit Weisz)


Hamas: cos'è, cosa significa e perché è in guerra con Israele | Studenti.it

È con grande stupore che i vertici della sanguinaria organizzazione terroristica che controlla la Striscia di Gaza hanno accolto la dichiarazione di John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca. Lui ha condannato con la massima fermezza le dichiarazioni di uno dei loro leader, Ghazi Hamad, in un'intervista rilasciata al canale libanese LBC il 24 ottobre. Eccone alcuni estratti: “Hamas ripeterà il suo attacco, come è stato effettuato il 7 ottobre e ce ne saranno altri finché Israele non sarà distrutto … L'esistenza di Israele non ha alcun significato. L'esistenza di Israele provoca dolore, sangue e lacrime. La colpa è di Israele, non nostra. Noi siamo le vittime dell'occupazione. Quindi nessuno dovrebbe incolparci per quello che facciamo”.
Perché questa condanna, si chiede Hamas, quando non c'è nulla di nuovo?
(Il suo) Lo statuto di Hamas, pubblicato nel 1988 e modificato nel 2017, identifica Hamas come un ramo dei Fratelli Musulmani in Palestina i cui membri sono musulmani che “temono Allah e alzano la bandiera del jihad di fronte agli oppressori. L’obiettivo dell’organizzazione è “la creazione di uno Stato islamico nei territori dell’ex Palestina mandataria”. Chiaramente,la distruzione di Israele, di cui non viene mai pronunciato il nome: per Hamas è “l’entità sionista” o “l’occupazione” e gli abitanti sono “gli ebrei” o talvolta “i coloni”.
Si tratta di una posizione ben nota all'Occidente, che non ha mai sentito il bisogno di condannarla.
Eppure, Hamas ha continuato a cercare lo scontro con il suo vicino, lanciando migliaia di missili in tutto il Paese e aumentando gli attacchi contro villaggi e kibbutz situati vicino al confine. Ciò nonostante è stato Israele a essere preso di mira per la maggior parte del tempo, accusato di una risposta sproporzionata e di danni ai civili innocenti che vivono a Gaza.
Allo stesso tempo, il movimento BDS ha appoggiato l’obiettivo di Hamas: “dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”. Il culmine di tutto ciò è stato l’entusiasmo dei media per le “grandi marce del ritorno” e per l’”eroismo” delle decine di migliaia di palestinesi che si sono accalcati davanti alla barriera che separa Gaza da Israele all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti, pronti a irrompere dall'altra parte.
Sfortunatamente, il 7 ottobre vi sono arrivati.
Si sarebbe potuto pensare che le immagini insopportabili, filmate dagli stessi terroristi e trasmesse sui social network, avrebbero finalmente aperto gli occhi a chi ancora nutriva illusioni sulla natura di Hamas. Ci saremmo sbagliati. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite è riuscito ad inventarsi delle scuse pur di proteggere Hamas. Continuano le manifestazioni a sostegno di Gaza e del BDS. Per fortuna, le maggiori cancellerie hanno finalmente capito. Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania, Italia e altri affermano il loro orrore per le azioni di Hamas e il loro incrollabile sostegno a Israele. Di qui l'incomprensione dell'organizzazione terroristica, che si consola constatando che i media continuano a prendere per oro colato i suoi comunicati, nonostante le smentite dell'esercito.

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Michelle Mazel

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