Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/11/2023, a pag. 23, con il titolo "Quadro con Meloni e la svastica? Allora non vengo" il commento di Luca Beatrice.
Luca Beatrice
Il quadro
Quando si vuole sbrigare in fretta la faccenda, si dice che l’artista ha sempre libertà d’espressione, può dire e fare ciò che vuole e la censura non deve mai intervenire. Idealmente sono d’accordo, a patto si faccia un distinguo: cosa qualifica un’opera d’arte rispetto a un semplice elaborato atto a provocare, ingannando il pubblico proprio perché si spaccia per essere qualcosa che non è? Tralasciando il discorso sulla bellezza, troppo difficile da definire, un’opera d’arte è necessaria, presenta una visione del mondo, mette in gioco sensazioni e intelligenza. Un disegno di Egon Schiele è un’opera d’arte, una vignetta o una caricatura proprio no. Questa la prima premessa necessaria. Ve ne è una seconda: che differenza c’è tra una fiera d’arte seria e certificata come Artissima, inventata trent’anni fa a Torino, dove accedere e difficile, si passa al vaglio di una commissione e se non rispondi a certi criteri non vieni ammesso, e le manifestazioni collaterali che fanno visitatori, movimentano la scena, ma non hanno alcuna scientificità? La stessa che riscontri tra un’opera d’arte e una vignetta. The Others è una di queste fiere off che animano la Torino novembrina, a tratti divertente se non si hanno troppe pretese, con un difetto strutturale: la ricerca della provocazione per far parlare di sé e attrarre lo sguardo di media e pubblico. Ieri sera avrei dovuto rispondere all’invito del direttore Roberto Casiraghi per presentare il mio nuovo libro, ma ho deciso di rifiutare perché non avevo nessuna voglia di parlare a pochi metri di distanza dallo stand di una galleria che espone un brutto dipinto di un aspirante artista (il nome si può elidere, giusto per non fargli pubblicità).
LE RAGIONI L’immagine, quella di una donna assai somigliante alla Presidente del Consiglio, tatuata con un fascio littorio e una svastica. Fossimo stati a un festival della satira o al Carnevale di Viareggio non ci avrei neppure fatto caso, trattandosi di una manifestazione con pretese artistiche il mio rifiuto è stato categorico. Mi offendono diverse cose: che l’arte sia equiparata all’umorismo vignettista, che al pubblico vengano somministrate visioni faziose e qualunquiste, dove invece si dovrebbero offrire opere belle e ricche di senso, che venga colpita la figura istituzionale del Presidente del Consiglio, che venga colpita la figura di una donna, che l’elettore di destra sia così equiparato a un fascista o a un nazista, io non mi sento ovviamente né l’uno né l’altro. Ma molto spesso nel mondo della cultura lo sei per il solo fatto di non essere dei loro. Mi sono sembrate ragioni sufficienti per rimanere a casa, evitandomi così il fastidio di sentirmi fuori posto o dover motivare a eventuali ascoltatori della conferenza il mio totale disaccordo con l’autore del quadro e con chi ha deciso di appenderlo alla parete sperando in una fin troppo facile cassa di risonanza.
NESSUNA VOCE Sono certo che questa “provocazione” con il mondo dell’arte vero non c’entri nulla, basta girare tra le tante mostre a Torino per accorgersi dell’ottimo livello qualitativo, eppure sotto sotto il giudizio conformista resta: Giorgia Meloni è un esponente della destra e quindi come tale va colpita. In sua difesa, però, non si alzano voci dal mondo della cultura, non si apre un dibattito come è stato per il caso Zerocalcare a Lucca. Al massimo c’è chi dice che il quadro è molto brutto, finisce lì. Ma ci vogliamo figurare se fosse stata presa di mira una persona di sinistra? Per carità, la falce e martello è ancora un simbolo positivo per molti, fa figo nonostante i milioni di morti che si porta dietro. Lasciamo stare, non entriamo in inutili diatribe. Questo brutto episodio mi serva da lezione e prima di accettare inviti cercherò di capire chi sono i commensali. Se l’aria è quella dell’offesa gratuita, dirò altri no. Il rischio è di saltare buona parte degli appuntamenti della cosiddetta cultura, schierata in modo uniforme contro chi oggi mi rappresenta. Non importa, qualche volta bisogna fare come gli altri, con la differenza che io non boicotto nessuno, semplicemente mi eclisso. Non credo Giorgia Meloni abbia bisogno di un piccolo gesto come il mio, però intanto si cominci a dire che non sempre va bene tutto, che qualche volta non si ha voglia di scendere a patti e che comunque nel mondo dell’arte non siamo tutti uguali.
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