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Rania di Giordania: perché non studi il passato del tuo paese?
Diario di guerra di Deborah Fait
Rania di Giordania “Esiste un doppio standard nella guerra tra Israele e Hamas” afferma Rania di Giordania, moglie del Re. Scrive l’ANSA: “Quando è avvenuto il 7 ottobre il mondo si è subito schierato con Israele e il suo diritto a difendersi e condannato l'attacco". Nessuno ha usato gli stessi termini per quanto sta accadendo ai palestinesi, denuncia la regina parlando dell'apartheid di Israele contro i palestinesi, che da tempo vivono sotto l'oppressione israeliana. E' la prima volta nella storia moderna che vediamo tanta sofferenza umana e il mondo non chiede un cessate il fuoco", mette in evidenza Rania.
Ma lasciamo stare le fantasie e parliamo di cose pratiche e tragiche, accadute in Giordania nel settembre del 1970, il Settembre Nero. Il tentativo dei palestinesi di Arafat di rovesciare la monarchia di Hussein (è un loro vizio quello di prendere la roba altrui) fu repressa nel sangue e la mattanza, reciproca, durò fino a luglio del 1971. I fedayn di Arafat, come loro barbaro uso, hanno decapitato i soldati giordani che riuscivano a catturare, giocavano a pallone con le loro teste, davanti alle loro case, ma l’esercito di re Hussein fece una strage, un numero imprecisato di morti palestinesi, si parla di 20.000 e più. Alla fine Yasser Arafat, protetto dall’esercito israeliano, riuscì a fuggire in Libano dove si prodigò a distruggere, riuscendoci perfettamente, anche il paese dei cedri.
La regina Rania farebbe bene a studiare il passato del paese in cui vive invece di parlare di oppressione e di doppio standard in una guerra tra un esercito e dei terroristi disumani e barbari che hanno come unico obiettivo il definitivo genocidio del popolo ebraico.
Deborah Fait |
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