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Rai 1 Rassegna Stampa
07.06.2003 In attesa di nuova destinazione
Marc Innaro continua a fare danni

Testata: Rai 1
Data: 07 giugno 2003
Pagina: 1
Autore: Marc Innaro
Titolo: «da Israele»
Il Signor Marc Innaro è lo stesso Signore che, in occasione dei suoi stupefacenti servizi sul cosiddetto "assedio di Betlemme", asseriva non poter essere messa in discussione la sua professionalità, nonostante una serie di ben criticabili corrispondenze, peraltro smentite puntualmente dalla stampa internazionale una volta che il cosiddetto "assedio" venne a cessare, rivelando che i ben pasciuti frati (fra cui l'ineffabile frate Ibrahim, cui Innaro permetteva regolarmente di parlare in tono sprezzante di "ebrei", mai di israeliani) erano riforniti quotidianamente dall'esercito israeliano (non patendo né fame né sete, al contrario di quanto il corrispondente narrava con enfasi da fotoromanzo e con il risultato di fare apparire gli israeliani come persecutori dei cristiani) e non erano esposti ad alcuna brutalità (al contrario di quanto asseriva lo stesso Innaro con accenti lacrimosamente teatrali).
Il Signor Innaro (la cui conoscenza della sintassi è inoltre altro elemento francamente opinabile) torna a ripetersi con costanza degna di miglior causa, ed in un risibile servizio del 4.6.2003 da Israele, in occasione del "summit" di Aqaba, ha "more solito" stigmatizzato l'azione preventiva dell'esercito israeliano nei confronti del terrorismo (fatto, quest'ultimo, cui non fa alcun cenno, naturalmente, con il solito risultato di far apparire gli israeliani poco più o poco meno di sadici torturatori), paragonando senza pudore l'estremismo palestinese ed arabo a quello dei coloni israeliani. Ora, anche fra gli israeliani, e Innaro lo sa bene, vi è chi non condivide la politica dei cosiddetti "settlement", ma è faccenda ben dura poter paragonare tale politica (che, certamente, molti considerano discutibile ed anche iniqua) allo stillicidio di attentati suicidi cui è stato sottoposto in modo crescente il popolo israeliano negli ultimi trent'anni, in una carneficina di civili innocenti. Ma per il signor Innaro si tratta di "opposti estremismi" che si possono porre tranquillamente sullo stesso piatto della bilancia.
E' ovvio che di questo approccio, che dalla deontologia parrebbe distante, non si sa cosa esattamente considerare, se l'evidente incultura, se la violenza disinformativa, se la orribile e cinica parzialità.
Ma il Signor Innaro non ammette che la sua professionalità sia messa in discussione. E vada, ma, si sa, "Brutus is an honourable man".


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