Israele ha sottovalutato Hamas, ma Hamas ha drammaticamente sottovalutato gli israeliani e ne pagherà le conseguenze
Analisi di Amotz Asa-El, da Israele.net
Amotz Asa-El
Sì, Hamas ci ha colti di sorpresa, sia tatticamente che strategicamente. Ma la sua vittoria inizia e finisce qui, perché qui iniziano i suoi fallimenti: fallimenti nel capire la guerra, nel capire Israele, nel capire gli ebrei e nel capire il mondo. I più famosi attacchi di sorpresa – le invasioni della Russia da parte di Napoleone e Hitler, l’attacco del Giappone a Pearl Harbor, l’invasione di Israele su due fronti all’inizio della guerra di Yom Kippur – furono operazioni brillanti nella loro pianificazione ed esecuzione, salvo un dettaglio: finirono tutte con sconfitte schiaccianti. L’armata di Napoleone fu decimata, gli invasori di Israele finirono a loro volta invasi, il Giappone fu bombardato e conquistato e Hitler morì tra le rovine di Berlino. La ragione di questa sorte comune è che l’aggressione a tradimento fu così spudorata e prepotente da innescare la fortissima determinazione – politica, militare e nazionale – di infliggere agli aggressori una sconfitta schiacciante. Questo è il primo elemento che Hamas non ha messo in conto e con cui invece alla fine dovrà fare i conti. Ma gli errori di calcolo militari di Hamas sono poca cosa a fronte alla sua incapacità di capire la mente e l’anima degli israeliani. Hamas si aspettava che la società israeliana franasse. Invece, tutti i 300.000 riservisti richiamati si sono precipitati a combattere, e milioni di persone sul fronte interno si offrono volontarie in ogni modo possibile, cucinando pasti per i soldati, donando sangue ai feriti, dando ospitalità agli sfollati. Sì, noi israeliani discutiamo, dibattiamo e litighiamo quotidianamente, e negli scorsi dieci mesi lo abbiamo fatto in modo egregio. Ma chiunque conosca un minimo la nostra storia sa che quando siamo attaccati, ci uniamo. Ancora più inquietante (ma terribilmente significativo) è come Hamas sia stata totalmente incapace di intuire quali memorie ebraiche il suo spietato attacco avrebbe innescato. Oggi nel mondo ci sono più di 15 milioni di ebrei. Ognuno di loro, quando sente che centinaia di ebrei sono stati trascinati fuori dalle loro case e falciati a colpi di mitraglia, pensa immediatamente a quello che accade nei campi di sterminio di Rumbula, Ponar e Babyn Yar. Bruciando ebrei nelle loro case e decapitando bambini ebrei dopo averli strappati dalle braccia delle madri, Hamas è riuscita a far rivivere agli ebrei di oggi le esperienze vissute dagli ebrei a Kishinev nel 1903, in Ucraina nel 1648, durante le crociate nel 1096. Ma le analogie finiscono qui, perché gli ebrei di oggi sono diversi dai loro antenati e non si faranno mai massacrare impunemente. Si batteranno con tutte le loro forze. Infine, lanciando quest’aggressione, Hamas ha dimostrato al mondo intero che la sua retorica sulla “resistenza”, che allude a una lotta di liberazione nazionale, è solo uno volgare trucco per celare i suoi veri obiettivi che sono jihadisti nel metodo, antisemiti nell’ideologia e islamisti nello scopo. Gaza è un avamposto nella guerra islamista contro la civiltà, una guerra le cui truppe hanno già colpito a New York, Londra, Madrid, Parigi, Buenos Aires, Melbourne, Nairobi, Il Cairo, Istanbul, Bali e altrove. Ora il suo sforzo è quello di porre gli ebrei, ancora una volta, al centro di una guerra mondiale. E anche questo è un clamoroso errore di calcolo perché gli ebrei, anche dopo l’immane aggressione subìta da Hitler, alla fine erano dalla parte vincente nell’Armageddon allestito dal Führer nazista. Abbiamo vinto quella guerra mondiale e vinceremo anche questa.
(Da: Jerusalem Post, 13.10.23)