Testata: La Repubblica Data: 12 ottobre 2023 Pagina: 4 Autore: Daniele Raineri Titolo: «Parte la caccia ai leader jihadisti, uccisa la famiglia del capo militare»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/10/2023, a pag. 4, l'analisi di Daniele Raineri dal titolo "Parte la caccia ai leader jihadisti, uccisa la famiglia del capo militare".
Daniele Raineri
ARAB AL ARAMSHEH (CONFINE TRA ISRAELE E LIBANO) — Israele apre la caccia ai leader di Hamas, responsabili del brutale attacco di sabato contro lo Stato ebraico. Ieri mattina i raid aerei hanno distrutto una casa del comandante militare di Hamas, il capo delle brigate Qassam, Mohammed Deif. L’obiettivo non era sul luogo, ma sono rimasti uccisi il padre, il fratello Medhaf e alcuni figli. Militari e intelligence stanno braccando i leader che formano la catena di comando del gruppo palestinese, per disarticolarla. Per ora ci sono notizie non confermate: gli aerei avrebbero localizzato e ucciso Ayman Younis, un leader che Hamas aveva definito “introvabile”; Jawad Abu Shmala, ministro delle Finanze di Hamas e considerato il responsabile dei canali di finanziamento da fuori; Abu Ahmed Zakaria Muammer, dell’ufficio politico del gruppo; e anche Musa Naseer, un leader della Jihad islamica. Intanto alle due di ieri pomeriggio l’unica centrale elettrica di Gaza ha smesso di funzionare per mancanza di carburante diesel. Comincia l’effetto soffocamento della Striscia annunciato lunedì da Israele: è uno stato di assedio che non fa distinzioni tra Hamas e civili ed è la risposta ai massacri di sabato nei kibbutz e nelle città del sud. Già le dieci linee israeliane che di solito garantiscono gran parte dell’energia erano state staccate quel giorno. Adessosenza nemmeno più la centrale la Striscia è al buio, tranne per chi dispone in casa di generatori elettrici. Ma è una grazia temporanea: anche i generatori hanno bisogno di diesel e si spegneranno presto quando finirà, già nel giro di qualche giorno perché ormai non entra più nulla. La luce non si spegnerà nelle basi sotterranee di Hamas, che ragiona in termini militari e avrà fatto scorte di carburante sul lungo termine, ma per i civili sì. La ong Medici senza frontiere dice che alcuni ospedali rimarranno senza energia elettrica a partire da sabato, proprio mentre affrontano numeri record di feriti. Senza elettricità la Striscia resterà anche senz’acqua potabile, perché la maggior parte è estratta dai pozzi che attingono a una falda fetida e contaminata dall’acqua salmastra. L’acquedotto dal territorio israeliano, come le linee elettriche, è già stato chiuso. Impossibilitati a usare pompe e purificatori, due milioni e 300mila persone non avranno più acqua da bere nel giro di pochi giorni. Non sappiamo il livello di partenza delle scorte, ma sappiamo che da lunedì è partito un grande conto alla rovescia che cammina verso il disastro umanitario. Il generale Omer Tishler, capo dell’aeronautica israeliana, dichiara che i jet stanno colpendo la Striscia «su una scala senza precedenti, perché quello che è accaduto qui non era mai accaduto prima. C’è un nemico che spara razzi e lancia incursioni contro la popolazione civile. Non torneremo mai più a questa situazione ». In cinque giorni i morti palestinesi sono arrivati a 1.100 secondo il ministero della Sanità palestinese, che è controllato da Hamas. Per fare un confronto: durante l’operazione “Piombo fuso” nel 2008, che durò ventidue giorni e incluse un’invasione da terra con i carri armati, i morti da parte palestinese furono circa 1.400. Il generale Tishler dice che gli aerei non prendono di mira la popolazione civile, ma «non fanno bombardamenti chirurgici». Nelle ultime guerre-lampo i piloti usavano spesso una procedura cauta che prevedeva un colpo d’avvertimento – con una bomba depotenziata – e anche telefonate per avvertire le persone dentro agli edifici da colpire. Hamas due giorni fa ha minacciato: «Ogni volta che i sionisti non useranno questa procedura e colpiranno a sorpresa noi uccideremo un ostaggio», ma il governo di Israele non negozia su queste cose e non ha commentato la richiesta. Questa campagna di bombardamenti è una rappresaglia per il pogrom di sabato, ma soprattutto precede e prepara l’operazione di terra per entrare dentro Gaza. L’intento è frammentare le difese di Hamas e indebolirle – assieme con lo stato di assedio – per facilitare l’avanzata dei soldati quando sarà il momento. Per le truppe israeliane la Striscia è lo scenario peggiore possibile perché è una zona con una densità senza eguali e popolata da più di due milioni di persone, dove sarà necessario combattere quartiere per quartiere e dove è difficile distinguere fra nemicifanatici e civili.