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La Repubblica Rassegna Stampa
09.10.2023 Kiev trema, Mosca gioisce
Commento di Rosalba Castelletti, Fabio Tonacci

Testata: La Repubblica
Data: 09 ottobre 2023
Pagina: 10
Autore: Rosalba Castelletti, Fabio Tonacci
Titolo: «Kiev trema, Mosca gioisce: 'L’Occidente diminuirà il sostegno all’Ucraina'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/10/2023, a pag. 10, con il titolo “Kiev trema, Mosca gioisce: 'L’Occidente diminuirà il sostegno all’Ucraina'” l'analisi di Rosalba Castelletti, Fabio Tonacci.

Guerra Israele-Hamas, le news di oggi 8 ottobre 2023: jet bombardano Gaza,  morti e feriti - La Stampa

ROMA-KIEV — Mosca gongola, Kiev trema. Mentre il mondo reagisce con orrore all’attacco di Hamas contro Israele, Kiev scompare dai radar dei media internazionali. L’ambasciatore ucraino a Tel Aviv Yevhen Korniychuk commenta amaro: «Sfortunatamente per noi vedo solo conseguenze negative». I propagandisti russi invece si rallegrano. Sergej Kljuchenkov, meglio noto come “Mardan”, lo dice chiaro: «Questo pasticcio è vantaggioso per la Russia perché il rospo globalista distoglierà l’attenzione da Kiev e si impegnerà a cercare di spegnere l’eterno fuoco mediorientale». Il tempismo è così sospetto da spingere molti, in Ucraina e in Occidente, a pensare che la Russia potesse essere al corrente dell’operazione di Hamas e persino averle dato sostegno tecnico e tattico. A conforto dei sospetti si ricordano i fitti contatti tessuti dal movimento palestinese con la Russia. Almeno tre visite dall’inizio dell’offensiva contro Kiev: nel maggio e settembre del 2022 enel marzo scorso. L’intensificarsi dei colloqui, secondo gli osservatori, non era però che un avvertimento a Israele a non cedere alle pressioni degli Stati Uniti perché fornisse armi avanzate all’Ucraina e non soltanto caschi e giubbotti antiproiettile. Oltre a mancare di prove, un coinvolgimento diretto di Mosca appare improbabile perché porterebbe Israele ad abbandonare la sua gradita politica di neutralità. «Benché la Russia saluti l’instabilità — osserva Hanna Notte, direttrice dell’Eurasia Nonproliferation Program — non sono sicura sia felice di una guerra tra Iran e Israele che possa inghiottire il Libano e probabilmente la Siria dove ha basi aeree e navali. Se ci fosse una grande guerra nella regione, laRussia non avrebbe la capacità di gestirla. E Mosca non ha bisogno di una grande guerra. Un’instabilità di basso livello le basta». Quel che è certo è che la perdita di centralità di Kiev sui media che possono far pressione sui governi è inevitabile, almeno nel breve periodo. Ma a inquietare ancor di più gli ucraini è lo scenario in cui gli Usa finiscano per essere coinvolti nella difesa dello Stato ebraico e siano spinti dall’opinione pubblica (e dal bilancio statale) a ridurre gli aiuti a Kiev. «I trumpiani e i cosiddetti pacifisti stanno già rilanciando quest’idea, implicitamente accusando la Casa Bianca di essersi dimenticata di Israele», spiega Oleksandr Kovalenko, analista del progetto non governativo Information Resistance che però vede anche un potenziale aspetto positivo. «La reazione di Israele può causare l’indebolimento della capacità produttiva bellica dell’Iran, anche arrivando a distruggere siti strategici. Ciò avrebbe un effetto sul numero di droni kamikaze, lanciamissili e proiettili che la Repubblica islamica vende a Mosca». Non è così ottimista, invece, Oleksiy Melnyk, condirettore del think tank Razmunkov di Kiev. «I droni iraniani non fanno la differenza. Il gruppo di Paesi che sostiene Israele è simile a quello che aiuta noi, se il conflitto israeliano si allarga qualcuno dirotterà aiuti da Kiev a Tel Aviv». Pare esserci, infine, un problema di tipo logistico. Il maggiore Oleksiy Hetman, veterano della guerra russo- ucraina, pone l’attenzione sui «depositi americani di proiettili» nella regione. «Da quei depositi, non israeliani, arriva una parte delle forniture trasferite a noi. Se le ostilità dovessero continuare, la catena logistica si interromperà». L’ufficiale, però, è anche convinto che Washington non abbandonerà gli ucraini. «Nessuno dimentica niente».

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