Narges Mohammadi, il suo appello dal carcere 'Nel mio Paese una rivolta di popolo contro i soprusi della teocrazia'
Testata: La Repubblica Data: 07 ottobre 2023 Pagina: 4 Autore: Narges Mohammadi Titolo: «'Nel mio Paese una rivolta di popolo contro i soprusi della teocrazia'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/10/2023, a pag. 4, con il titolo 'Nel mio Paese una rivolta di popolo contro i soprusi della teocrazia' l'appello di Narges Mohammadi.
Narges Mohammadi
Sono molto felice che mi abbiate dato l’opportunità di mandare questo messaggio e provo orgoglio sapendo che arriverà a chi si batte per la libertà d’espressione. Lo scrivo circondata da oltre 60 prigionieri politici nella prigione di Evin, in un momento nel quale il mio Paese è travolto dalle manifestazioni e dalla ribellione popolare, oltre che dalla repressione e dalla violenza del governo. Da anni, il popolo iraniano paga un caro prezzo per far valere i propri diritti fondamentali e per combattere l’autoritarismo e la teocrazia. Sfortunatamente, però, invece di rispondere alle richieste del popolo, il governo ricorre alla repressione, alle esecuzioni sommarie, agli arresti e all’imprigionamento, ai licenziamenti – in particolare nel mondo dell’istruzione - alla tortura e alle condanne al regime di isolamento per strappare sotto stress confessioni senza fondamento. Sono confessioni destinate agli spettacoli televisivi e che successivamente serviranno per fare giudicare i prigionieri da tribunali illegali asserviti alle forze di sicurezza. L’annullamento delle donne è una parte dell’identità, dell’ideologia e della strategia di un governo teocratico repressivo. Per questo motivo oggiassistiamo a rivolte e manifestazioni che chiedono una vera transizione della Repubblica Islamica di Iran verso la democrazia e il ripristino dei diritti umani. Siamo arrivati al punto che donne perdono la propria vita per avere tentato di affermare il diritto di scegliere i vestiti che indossano. Come si può parlare in questo contesto di libertà di espressione? In un Paese nel quale uomini e donne rivendicano da anni la libertà di esprimere le proprie opinioni, parlare di libertà sa di sogno. Mi trovo di nuovo dietro le sbarre, senza poter sentire nemmeno la voce dei miei figli. Eppure, anche dopo anni diprigionia, con tutte le sofferenze, tutte le paure e tutte le speranze, è con il cuore pieno di passione, di speranza, di vitalità - e pieno e di fiducia che nel mio Paese si realizzeranno la libertà e la giustizia - che trascorrerò il mio tempo in prigione. Ciò che vogliamo è la vittoria, la nostra vittoria: vogliamo sconfiggere l’autoritarismo e cancellarlo per sempre dalla nostra storia affinché nel nostro Paese una società civile forte e potente conquisti la democrazia e i diritti umani. Abbiamo bisogno di forza per vincere, di una forza che può solo crescere se conta sulla solidarietà e il supporto del resto del mondo. Ciò che chiedo è un sostegno concreto, iniziative perché siano rilasciati i prigionieri politici e gli attivisti civili e una forte opposizione internazionale alla pena di morte per i manifestanti. I movimenti sociali sono in grado di dare potere alla società civile e allo spazio pubblico, dal quale passa la realizzazione della democrazia. Il mio messaggio? Dare ascolto alla volontà del popolo iraniano per una transizione dal sistema autoritario verso la democrazia e il ripristino dei diritti umani. Ringrazio tutti coloro che in Iran fanno tutto quanto possibile per informare su che cosa sta accadendo. Oggi, molti di loro sono in prigione o subiscono pressioni. Dobbiamo avere la speranza di vincere.
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