I nomi sono venuti fuori guarda un po' su che giornali scrivono
Testata: Libero Data: 04 giugno 2003 Pagina: 8 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Danno un passaggio ai terroristi, poi fanno finta di niente»
Riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero mercoledì 4 giugno 2003. Giornalisti o militanti anti israeliani? Pacifisti o amici dei terroristi? Intorno a queste due domande da ieri si sta consumando un giallo tra le autorità italiane e quelle israeliane che rischia di sconfinare nell'incidente diplomatico. E tutto da quando l'edizione on line del quotidiano israeliano Haaretz, "haaretzdaily.com", ha pubblicato un dettagliato resoconto firmato da Amos Harel secondo cui Asif Mohammed Hanif e Omar Khan Sharif, cioè i due terroristi suicidi, il primo dei quali ha fatto saltare in aria il Mike's cafè di Tel Aviv lo scorso 30 aprile (i primi nella storia dei kamikaze in Israele a essere venuti da Londra con passaporto inglese) , avrebbero ricevuto un provvidenziale passaggio in auto da Gaza a Tel Aviv da una giornalista italiana che ignara di tutto li avrebbe trasportati in Israele credendoli miltanti pacifisti. La donna secondo Haaretz avrebbe viaggiato in macchina insieme ad altri quattro colleghi italiani. La stampa israeliana di oggi (Maariv) fa anche il nome dell'ignara cronista che avrebbe preso su i due autostoppisti del terrore: si tratterebbe della collaboratrice del settimanale "Vita", F. C. Ieri "Libero" non è riuscito a contattarla dopo ripetuti tentativi. In compenso è riuscito a parlare con il direttore responsabile Giuseppe Frangi il quale è caduto dalle nuvole asserendo che "la notizia deve essere falsa" e che "la posizione della C., una che ha scritto due o tre pezzi per "Vita", è ben differente da quella di P.V.", che per inciso farebbe parte di quegli altri cinque italiani allontanatisi (o espulsi?.. Non è ancora ben chiaro) dallo stato di Israele dopo questa non esaltante vicenda. In che consisterebbe tale differenza? "La C. è ritornata in Italia senza essere mai stata espulsa il 20 o il 21 di maggio - dice Frangi a "Libero" - la V. l'hanno trattenuta fino all'altro ieri". Sia come sia, se è chiaro che nessuno dei giornalisti italiani, così come dei pacifisti inglesi dell'Ism (International solidarity movement, cui apparteneva anche la povera Rachel Corrie, la pacifista uccisa per errore da un buldozzer mentre faceva da scudo umano nella casa di un kamikaze che stava per essere buttata giù dalle ruspe) poteva ovviamente essere consapevole della vera identità dei due arabi ospitati in macchina, e le autorità israeliane fanno per ora salva la buona fede, è anche vero che nessuno di loro , dopo l'attentato in cui si fece saltare in aria Asif Mohammed Hanif, ha sentito il dovere civico e morale di andare dalla polizia e aiutare le indagini. Che in quel momento erano concentrate nel rintracciare l'altro terrorista la cui cintura al tritolo non era esplosa al Mike's cafè e che ha girato indisturbato Israele per altre due settimane prima di venire ritrovato misteriosamente annegato in mare. Quando gli informatori dell'esercito israeliano e le autorità giudiziarie di Gerusalemme e di Tel Aviv hanno ricostruito tutte queste circostanze, secondo "Haaretz", si sarebbero messe subito alla ricerca di chi per settimane prima dell'attentato aveva conosciuto benissimo i due kamikaze e che dopo l'attentato si era guardato bene dal dirlo a chicchessia. Forse per paura di passare altri guai o di screditarsi come giornalista a mezzo servizio tra l'Intifada e la professione. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.