Testata: Italia Oggi Data: 06 ottobre 2023 Pagina: 10 Autore: Diego Gabutti Titolo: «Periscopio 06/10/2023»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 06/10/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Belgorod
Come con Adolf Hitler nella Germania del 1945, oggi in Russia bisogna fare i conti con l’istinto di conservazione d’un sociopatico che sacrificherebbe la vita di milioni di persone per sopravvivere come essere umano e come dittatore. La resistenza ucraina è del popolo, quella russa del regime. Dino Panigra, Italia Oggi.
Le forze armate ucraine hanno distrutto un impianto di difesa aerea S-400 «Triumph» nella regione di Belgorod, nella Federazione Russa. quotidiano.net
L’Ucraina è sbarcata in Crimea. L’intelligence militare di Kiev ha rivendicato uno sbarco di forze speciali che si sono ritirate dopo aver compiuto la loro missione nella penisola. Durante l’operazione c’è stato uno scontro a fuoco nel quale sono rimasti uccisi sia russi che ucraini. Le maggiori perdite, dice l’intelligence ucraino, «sono state fra i soldati nemici». Adnkronos.
La violenza, in ultima analisi, ricade sul violento, e il cacciatore finisce nella trappola che ha scavato per la preda. Sherlock Holmes (in A.C. Doyle, Gli aforismi di S. H., Newton Compton 2012).
[Il 61% degli elettori repubblicani si dice contrario a nuovi aiuti. È stanchezza?] No, è il riflesso della retorica di Trump, di Ramaswamy, di De Santis. Se chiedi in qualunque momento agli americani se vogliono inviare aiuti all’estero, diranno di no in generale. Ma l’impegno per Kiev non ha impatto sulla loro vita. Spendiamo un trilione di dollari l’anno in più delle entrate, finanziamo il consumo con debiti illimitati, c’è un completo collasso della disciplina fiscale e l’idea che questa minuscola porzione della spesa causi stanchezza è assurdo. George W. Will, opinionista conservatore del Washington Post (Viviana Mazza, Corriere della sera).
So che l’Italia ha le sue sfide e subisce una forte campagna della Federazione Russa, che spende milioni per distruggere le relazioni con noi. Volodomyr Zelensky, SkyTg24.
La campagna elettorale per le europee, di fatto già cominciata, annovera in partenza un personaggio ingombrante ma tutt’altro che imprevisto. È il presidente russo Vladimir Putin, un esperto di disinformazione molto rapido nell’incunearsi nei punti deboli degli avversari. Già in passato Putin aveva scelto i suoi candidati e s’era dato da fare per sostenerli, pur senza grandi risultati. Stavolta lo scenario è più favorevole agli interessi russi. Stefano Folli, Repubblica.
Se l’obiettivo dell’Europa e degli Usa è la dissoluzione definitiva della Federazione russa, auguri. Non credo che stavolta i russi si faranno dissolvere come si è fatta dissolvere l’Urss. Massimo Cacciari, il Fattosky quotidiano.
Alessandro Orsini a Cartabianca, giugno 2023. Un caso le frasi identiche alla propaganda tv russa: «L’Ucraina è già stata sconfitta, adesso la guerra è con la Nato». Le parole pronunciate dal docente su Rai3 coincidono quasi del tutto con quelle usate a marzo della giornalista filo-Putin Margarita Simonyan. open.online
Gli scemi di guerra sono quelli che ripetono bugie ridicole e chi ci crede. Markov Travaglioff, scemo di pace, il Fattosky quotidiano.
Ma quante balle ci hanno raccontato sulla Russia. Titolo della Veritaski.
«Mancano le risorse e il consenso». L’Italia frena sulle armi all’Ucraina. Titolo di Repubblica.
Meloni: «Attenti all’opinione pubblica». Titolo della Stampa.
Non siamo ancora al rompete le righe ma qualcosa nella destra italiana sta succedendo. Sarebbe opportuno discuterne in Parlamento, anche perché dall’altra parte per fortuna regge Elly Schlein che pure si muove dentro una sinistra strapiena di putiniani: «Sull’invio di armi la posizione del Partito democratico è sempre stata lineare e non è cambiata», ha detto ieri a SkyTg24. «Noi continuiamo a sostenere il popolo ucraino e chiediamo all’Europa uno sforzo politico e diplomatico per arrivare a una pace giusta che sta all’Ucraina stabilire a quali condizioni». Mario Lavia, Linkiesta.
Che ne è stato di Barabba? L’ho chiesto e nessuno lo sa / Lo chiedo perché in qualche modo ho preso parte alla faccenda / Attirato dalla folla davanti al palazzo di Pilato gridavo / come gli altri libera Barabba Barabba / [...] / Forse è tornato alla sua banda / Sulle montagne uccide veloce rapina abilmente /Oppure ha aperto una bottega da vasaio / È un acquaiolo è un mulattiere un usuraio / [...] / oppure – non si può escludere – / è diventato una stimata spia al soldo dei romani. Zbigniew Herbert, Supposizioni in merito a Barabba (da L’epilogo della Tempesta, Adelphi 2023).
Salvini: Cinesi assassini, con le loro maledette batterie. Da mo’ che lo dico io... Una voce: E il guardrail? Salvini: Il guardraus, sì, tedesco. Craaa! Craaa! Di nuovo la voce: Prego? Salvini: Niente. Morale: Volando in cerchio sul disastro. Makkox, il Foglio.
Il gioco è semplice. Basta dire, ma allo stesso tempo non dire. Alzare non il vento della polemica, ma la brezza della maldicenza. [...] Ovviamente, è necessario non citare alcun fatto concreto, ma fermarsi alla superficie dello scandalicchio. Basta quello per lanciare un avvertimento, per avvisare l’avversario che qui si gioca sporco. Accursio Sabella, il Foglio.
Ci sono maldicenze gravi quanto un omicidio. Esse dipendono da un principio d’odio tanto inveterato che in un soggetto collerico sarebbero, anziché colpi di lingua, colpi di pistola. Pierre Bayle, Pensieri sulla cometa, Laterza 1979.
[Poraccia, la Meloni]. Nella tempesta perfetta che la vede ormai contro tutti, tra un viaggio alle Nazioni Unite e uno a Lampedusa, tra spread e giudici e Mes, chissà che vitaccia. Finalmente si prende una sera libera e che fa? Andrà al teatro Argentina, o magari a un concerto a Santa Cecilia o qualche sperimentazione al teatro India. O al cinema? Magari a vedere Oppenheimer o Io, Capitano? No, si precipita al teatro Brancaccio, sede dei meglio musicarelli romani. E si fionda su quale spettacolo? Pio e Amedeo. Pio e Amedeo, cazzo. Il duo foggiano protagonista di Emigratis. Non ci aspettavamo molto, Meloni aveva fatto sapere del resto di aver visto già otto volte Notre dame de Paris, il musical di Riccardo Cocciante. Ma Pio e Amedeo! Michele Masneri, il Foglio.
«A tutto c’è rimedio» dicono quelli che hanno provocato il danno. Roberto Gervaso.