L’ombra di Putin sul voto europeo Analisi di Stefano Folli
Testata: La Repubblica Data: 05 ottobre 2023 Pagina: 33 Autore: Stefano Folli Titolo: «L’ombra di Putin sul voto europeo»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/10/2023, a pag.33, con il titolo "L’ombra di Putin sul voto europeo", l'analisi di Stefano Folli.
Stefano Folli
Vladimir Putin
La campagna elettorale per le europee, di fatto già cominciata, annovera in partenza un personaggio ingombrante ma tutt’altro che imprevisto. È il presidente russo Putin, un esperto di disinformazione molto rapido nell’incunearsi nei punti deboli degli avversari. Già in passato, è persino ovvio ricordarlo, Putin aveva scelto i suoi candidati e si era dato da fare per sostenerli, pur senza grandi risultati. Stavolta lo scenario è più favorevole agli interessi russi. Dopo quasi due anni di guerra in Ucraina, serpeggiano in Europa segni di stanchezza: il sostegno all’Ucraina richiede un sovrappiù di volontà politica, una più ferma determinazione circa gli aiuti militari, una conferma dell’intesa con l’amministrazione Biden nel momento in cui anche Washington, in questo caso il Congresso, sembra tentennare. E forse è normale che sia così: il 2024 sarà un anno elettorale sia per gli europei sia per l’America. L’autocrate di Mosca non ha dunque perso tempo, come spiega Rosalba Castelletti su queste colonne. Finora la scelta atlantica, o se si vuole euro-atlantica, dell’Unione è stata più forte delle pulsioni filo-russe e anti-Nato che pure sono sempre esistite in varie frange di destra e sinistra. La differenza è che ora sembrano aver acquistato peso anche rispetto al 2019, l’anno in cui si votò per il Parlamento europeo. Di Orbán si sa, ma da pochi giorni lo slovacco Fico incarna la nuova ambiguità in cui si manifesta la capacità attrattiva della Russia. Incapace di prevalere sul piano militare in Ucraina, Mosca usa gli strumenti di cui è maestra per ricavare un vantaggio politico e psicologico dalle debolezze avversarie. Non è chiaro se lo slovacco riuscirà a formare un governo solido, sta di fatto che ha aperto un solco. E anche la Polonia, l’iper-atlantica Polonia, ha allentato i legami con Kiev. Ovvio che i russi scavino nel populismo europeo, a Est come a Ovest. Nulla come la politica estera si presta a confondere le acque quando una guerra estenuante si prolunga alle porte. Del resto, anche nell’Europa occidentale Putin intreccia i suoi fili. Lo fa con abilità, attraverso una serie di volenterosi collaboratori, politici e soprattutto mediatici, ma il disegno è trasparente. Qualche anno fa Marine Le Pen dovette ammettere il rapporto con i russi e lo fece nel momento in cui il Fronte Nazionale in Francia guadagnava consensi nel vecchio elettorato di destra e in nuovi segmenti della sinistra. Non a caso, il rifiuto dello spirito atlantico nutre un certo massimalismo di destra e di sinistra, offrendo ad esso un punto d’incontro. Oggi Marine, come sappiamo, è invitata d’onore di Salvini a Pontida. E la simpatia del capo leghista verso il Cremlino non si scopre certo adesso, anche se da un po’ di tempo ha avuto l’accortezza di non esibirla. La politica occidentale trova sempre degli antagonisti. Forse nascerà addirittura una lista alle europee contro l’appoggio del governo italiano a Kiev. Farà concorrenza ai 5S di Conte che già presidiano con successo quella posizione. E creerà qualche problema a quella parte del Pd, la più vicina a Elly Schlein, che si muove a fatica su questo terreno. In concreto Giorgia Meloni è chiamata a confermare una linea che finora è stata coerente, nonché obbligata dalla scelta atlantica. Ma nei prossimi mesi tutto potrebbe diventare più difficile. Il populismo in politica estera pesca, come si è detto, nelle pulsioni più diverse. Da un lato, c’è la spina del rivale Salvini; dall’altro uno scenario internazionale che potrebbe evolvere in senso negativo. La premier ha una forte relazione con Biden e nel ’24 non può augurarsi una vittoria di Trump che invece sarebbe un toccasana per la galassia populista, dalla Lega ai 5S. Vedremo qualche sorpresa nei prossimi mesi.
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