Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 05/10/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
La metropoli orientale dell’Ucraina, Kharkiv, costruirà la prima scuola completamente sotterranea del paese per proteggere gli alunni dai frequenti attacchi missilistici e di bombe russi. repubblica.it
Reclute ubriache, soldati insubordinati e detenuti sono tra le centinaia di militari russi schierati nelle cosiddette «squadre Storm Z» e inviati nelle zone più pericolose della linea del fronte in Ucraina. A raccontarlo sono 13 persone a conoscenza di questi battaglioni, tra cui cinque combattenti, citati in un lungo articolo della Reuters sul proprio sito web. Facendo eco ai «battaglioni punitivi» creati da Stalin per quei soldati che avevano lasciato i loro posti durante la seconda guerra mondiale, i soldati Storm Z sono trattati come «semplice carne da cannone» dal Cremlino. Un soldato ha raccontato d’aver prestato cure mediche a un gruppo di sei o sette combattenti Storm Z feriti sul campo di battaglia disobbedendo all’ordine di un comandante di abbandonarli. Il ministero della Difesa russo non ha mai riconosciuto la creazione di unità Storm Z, termine non ufficiale utilizzato dalle truppe. repubblica.it
Camion carbonizzati a Lugansk. Kiev: attacco missilistico, distrutte tonnellate di carburante russo. rainews.it (settembre 2023).
Lugansk? Si tratta della città più importante dell’omonimo oblast del Donbass. Dal 2014 è, per volontà russa, «capitale» della Repubblica popolare di Lugansk. Un anno fa — tramite un referendum di cui quasi nessuno Stato al mondo ha riconosciuto la regolarità — fu direttamente annessa alla Russia. Per l’occasione Putin rispolverò quello che ai tempi dell’Urss era stata la denominazione dell’importante agglomerato urbano: Vorošilovgrad. Gli era stato dato, questo nome, in onore di Kliment Efremovic Vorošilov, un importante dirigente bolscevico che, negli anni successivi alla morte di Lenin (1924) diede una mano a Stalin nella battaglia contro Trotzkij. Paolo Mieli, Corriere della sera.
Fu chiamato Kliment Vorošilov 1, o anche KV 1, un carro armato pesante impiegato dall’Armata Rossa durante la seconda guerra mondiale. Wikipedia.
[Washington 1]. Al Congresso c’è un sostegno bipartisan a favore di Kiev e lo stesso speaker repubblicano Kevin McCarthy «ha detto pubblicamente che sostiene l’Ucraina». repubblica.it
[Washington 2]. Kevin Spacey, per il suo ruolo di Frank Underwood in House of Card, ha confessato d’avere preso lezioni da Kevin McCarthy, un vero politico repubblicano. popcorntv.it
[Washington 3]. Con 216 voti a favore e 210 contrari, McCarthy ha perso la poltrona per iniziativa d’un manipolo di «ribelli» dell’ultradestra del suo stesso partito. Viviana Mazza, Corriere della sera.
Non possiamo permettere che venga interrotto il sostegno americano all’Ucraina. Sono in gioco troppe vite, troppi bambini, troppe persone. Ansa.
Jimmy Carter, aggredito nel 1979 da un «coniglietto inferocito» mentre lui, in barca, pescava in un piccolo fiume. In quell’occasione il presidente aveva cercato un po’ di tranquillità. Carter tentò timidamente di respingere la creatura con una pagaia. Il coniglio, dopo un po’, si stufò del gioco e tornò a riva. Qualcuno scattò una foto fatta e la cosa finì sui giornali. Carter era considerato un brav’uomo, ma non un Presidente «forte». Alcuni commentatori arrivarono ad asserire che la poca risoluzione dimostrata col coniglio avesse perfino incoraggiato i sovietici a invadere l’Afghanistan qualche mese più tardi [e magari anche Khomeini a prendere il potere in Iran]. James Hansen, Nota diplomatica.
[E da noi, inconigliti,] via con gli pseudo piani di pace di cui si favoleggia (da quello pechinese a quello vaticano) mentre si fanno spallucce al solo piano di pace concretamente sul tavolo, quello ucraino. Così come s’attacca l’Europa per non essere capace di dissolvere magicamente le ondate di migranti, l’inflazione, il caro mutui, il rallentamento economico. Ciò di cui sono stanchi molti italiani sembra semplicemente essere il faticoso esercizio della responsabilità, che è l’essenza della pratica della democrazia e della salvaguardia della libertà. Vittorio Emanuele Parsi, il Foglio.
Lo spauracchio agitato da Meloni («se salta il tavolo si va a votare») serve come minaccia per Matteo Salvini. Però è una pistola scarica: a decidere se si va a votare o meno non è lei ma il Quirinale. Meloni dimentica che c’è sempre una maggioranza «Ursula» alla finestra, con Forza Italia pronta a «sacrificarsi» per il bene della nazione… Dagospia.
Non sfugge a nessuno la freddezza del Presidente verso gli attuali governanti, mai attaccati direttamente ma nemmeno sostenuti in questo o quel passaggio, in modo che le bacchettate risultano ancor più dolorose. Tra le ultime, l’esternazione all’Assemblea di Confindustria: «No al protezionismo e al dirigismo tipici delle esperienze autoritarie», aveva detto [Mattarella] toccando uno dei tratti salienti della cultura economica della destra non liberale nell’ambito d’un grande discorso nel quale ammoniva la politica «a non cavalcare le paure». Mario Lavia, Linkiesta.
M5s a caccia di poltrone Rai molla il Pd e vota con la maggioranza. Schlein: «Che te pensi d’ottenè co ’sta mossa?» Conte: «Magari me danno Rai YoYo, che ne sai». Osho, il Tempo.
Sono andata a guardare un quadro di Guttuso, ci spiega Elly Schlein postando non una foto del quadro come faremmo noialtre che lo vogliamo far vedere a chi ci segue, né un suo primo piano che indica il quadro come farebbe una venditrice di barrette dietetiche. Elly si fa fotografare di spalle, seduta davanti al quadro. Senza le sue spalle, crederemmo davvero che ci fosse andata? Se un Guttuso cade nella foresta e nessuno era lì per fotografarlo, è caduto davvero? Se fai la spesa senza fotografarti, te li danno i punti fragola? Se non ti fotografi camminandoci in mezzo [come ha fatto Calenda] tieni davvero agli operai? Se le tue foto non prendono cuoricini, è più grave che se tocchi le bucce delle castagne senza guanti [come fa Salvini nell’autoscatto Esselunga]? Guia Soncini, Linkiesta.
Furbi furbissimi che, menando il can per l’aia, restano dove sono a dispetto della loro insipienza, della loro arroganza, della loro impudente e impunita demagogia. Roberto Gervaso.