Putin e l’Occidente diviso Analisi di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 04 ottobre 2023 Pagina: 15 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Putin pronto a ricandidarsi punta su un Occidente diviso e sul trionfo dei populismi Ue»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 04/10/2023, a pag.15, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Putin pronto a ricandidarsi punta su un Occidente diviso e sul trionfo dei populismi Ue".
Rosalba Castelletti
Putin "Grande fratello"
In Occidente e in Russia è tempo di campagne elettorali. E per Vladimir Putin l’occasione per gongolare. La vittoria del populista Robert Fico in Slovacchia e il taglio degli aiuti a Kiev dal bilancio temporaneo approvato dal Congresso statunitense sono un dolce antipasto di quello che spera possa accadere nei prossimi mesi. In vista ci sono una sfilza di appuntamenti alle urne, a partire dalle elezioni in Polonia e nei Paesi Bassi, passando per le parlamentari europee e il voto in Austria, fino alle fatidiche presidenziali statunitensi del novembre 2024. Ovunque la sua speranza è che l’esito delle votazioni porti a ribaltamenti e, di conseguenza, a uno stop al sostegno a Kiev. Quanto a lui, nessuno scossone. Stando aKommersant , potrebbe annunciare la sua ricandidatura alle presidenziali del marzo 2024 già il prossimo mese a margine dell’inaugurazione della mostra “Russia” nel parco Vdnkh. La “cornice ideologica” della campagna elettorale è pronta, scrive il quotidiano economico: la Russia è una civiltà a sé, una “famiglia di famiglie” che lotta per i valori tradizionali, i nemici cercano di sconfiggerla, ma la società è così consolidata che non ci riuscirà. Sul fronte opposto, Mosca confida invece nello sgretolamento. Archiviata oramai da tempo l’illusione della vittoria lampo, il Cremlino punta sulla “strategia di logoramento”, o “strategia talebana”: resistere e aspettare fino a quando gli occidentali si stancheranno di soffrire per il bene dell’Ucraina, spazzeranno via all’unanimità gli attuali Macron e i populisti saliranno al potere. A vincere sarà chi resisterà di più sul piano delle risorse umane e materiali. Mosca si è preparata con grandi aumenti della spesa e della produzione per la difesa. Kiev, invece, dipende dagli aiuti alleati. La parola d’ordine èustalost , “stanchezza”. I voti in Slovacchia e a Washington, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, non sono che il segno della «stanchezza derivante da questo conflitto, la stanchezza derivante dal sostegno completamente assurdo del regime di Kiev». «E questa stanchezza porterà alla frammentazione dell’establishment politico e alla crescita delle contraddizioni», ha aggiunto. Tutto «secondole nostre previsioni». «La profezia di Vladimir Putin si sta avverando», conferma Aleksej Kalmykov, analista indipendente diBbc Russia , testata bloccata nella Federazione. Intervenendo al Forum economico di San Pietroburgo nel giugno 2022, il presidente russo aveva detto che i costi del conflitto in Ucraina avrebbero portato in Occidente a «un’ondata di populismo e alla crescita di movimenti estremi e radicali, a gravi cambiamenti socioeconomici, al degrado e a un cambiamento delle élite». Se la destra era già salita al potere negli scorsi mesi in alcuni Paesi Ue, Italia compresa, il voto in Slovacchia segna la prima vittoria di un politico d’opposizione che ha fatto campagna elettorale «letteralmente cantando lo spartito della propaganda russa», osserva Kalmykov. A Mosca il giubilo è rimandato a quando Fico riuscirà a formare una coalizione di governo, ma la sua vittoria è una prima crepa che fa ben sperare. I commenti sono unanimi. Il trionfo di Fico è «un segnale allarmante per gli ambienti anti-russi in Europa», dice il senatore Aleksej Pushkov. «In Europa si sta formando un nucleo di persone sobrie », «stanche dell’Ucraina», gli fa eco il politologo Sergej Mikheev. La Slovacchia «ha creato un precedente. L’aiuto all’Ucraina sta gradualmente diventando una carta nei giochi politici interni in Occidente. Putin festeggia una vittoria, anche se piccola», osserva Kalmykov. Ma invita a non cedere a un prematuro pessimismo. Persino l’analista militare filogovernativo Igor Korotchenko, direttore della rivista Difesa Nazionale , è cauto: «La portata delle forniture di armi Usa a Kiev non farà che aumentare. Alla luce delle contraddizioni in Occidente, non dovremmo in nessun caso cullarci in vane illusioni che questo sostegno finirà».
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