Angelo Pezzana
Cinzia Leone
Spigolature di primo autunno. Piccole notizie di senso e di significato. Innanzitutto, il vincitore del Premio Grinzane Lattes 2023 verrà nominato il 14 ottobre prossimo ad Alba. Nella rosa dei cinque finalisti anche Zeruya Shalev. Nel suo libro Stupore tradotto da Elena Loewenthal e pubblicato da Feltrinelli si narra la storia di una donna che ha combattuto per la libertà del suo Paese. I protagonisti sono dei giovani che si sacrificano per la causa di un Israele che ancora non è nato, attivisti della Banda Stern. Ideologia, radicalismo politico, storie d’amore e un intreccio che di fatto ricorda anche il tragico conflitto in corso con il terrorismo palestinese. Il libro di Zeruya Shalev ci ricorda le manifestazioni che portano centinaia di migliaia di Israeliani oggi nelle strade a manifestare contro il governo di Netanyahu che è stato confermato premier grazie ai voti di due partiti estremisti religiosi. Il romanzo ci parla di una stagione di sangue, di vita, di amore e morte, come accade anche in un altro bel libro appena uscito a giugno a firma di Cinzia Leone,
Vieni tu giorno nella notte (Mondadori), romanzo che se venisse tradotto in Israele avrebbe il successo che ha avuto in Italia. La vicenda narra della contemporaneità di Israele con due protagonisti – un soldato Israeliano italkì, di origine italiana, e un Palestinese che ha cercato di salvarsi la vita fuggendo in Israele –: Cinzia Leone sa toccare corde narrative originali che finora non avevano mai avuto spazio nella trama di un romanzo. Qui troviamo l’Italia, gli ebrei di Roma, Israele e il rapporto con gli arabi palestinesi… Spostandosi in Europa, la vita per gli ebrei a Berlino è tornata difficile, come scrive Roberto Giardina. Prima di ferragosto un turista di 19 anni è stato picchiato per strada soltanto perché parlava in ebraico al cellulare. Nel mondo sportivo ci sono molte squadre multiculturali, eppure si devono ancora ascoltare frasi come “finirete a Auschwitz sporchi Ebrei. Ma accade anche che un attaccante turco in una squadra di ebrei venga apostrofato, con “tu, traditore, giochi per gli Ebrei, ti spezzeremo le gambe”. Infine, proprio anche nella nostra Italia l’antico antigiudaismo è tutt’altro che sopito come dimostrano due recenti fatti di cronaca. Anna Maria Bertini, assessora comunale alla Cultura ad Ancona ritiene ci sia un senso positivo del termine “antisemitismo” come ha dichiarato quando è stata accusata per le sue dichiarazioni vergognose e inaccettabili. Durante una conferenza stampa sulla gestione dei bilanci aveva detto “io sono molto ebrea”: (vedi attenta ai soldi) ovvio clichè antisemita di cui nei secoli sono stati vittime gli ebrei. Non è sola: anche il generale Vannacci è apparso su tutti i media italiani per gli attacchi, antisemiti, omofobi e misogini. Come finirà? Non stupisce che abbia suscitato interesse fra chi critica sempre Israele.