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La Stampa Rassegna Stampa
02.10.2023 Slovacchia con Putin
Cronaca di Emanuele Bonini

Testata: La Stampa
Data: 02 ottobre 2023
Pagina: 2
Autore: Emanuele Bonini
Titolo: «Terremoto Fico»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/10/2023, a pag.2, con il titolo "Terremoto Fico", il commento di Emanuele Bonini.

In Slovacchia vince il partito dell'ex premier Fico:
Robert Fico

Lo spettro di una Slovacchia nuovo cavallo di Troia per l'Unione europea a vantaggio della Russia si affaccia con prepotenza dopo che Robert Fico e il suo Smer, il partito socialdemocratico più di nome che di fatto, vincono le elezioni ponendo non poche sfide e incognite per l'immediato futuro. A iniziare dal Paese, dove adesso il leader del primo partito (22,9% dei voti) dovrà lavorare per trovare quell'alleanza necessaria per avere la guida del governo. Uno scenario che potrebbe consegnare all'Europa un leader filo-russo, anti-migranti e diversamente europeista. Fico avrà bisogno di una coalizione. Dispone di 42 seggi e per raggiungere quota 76, il minimo per la maggioranza in Parlamento, la scelta potrebbe ricadere sui nazionalisti euro-scettici di Sns (5,6% dei voti, per 10 deputati sicuri) già alleati in passato e soprattutto su Hlas, altro partito socialdemocratico guidato da Peter Pellegrini, ex vice di Fico uscito dal partito Smer per divergenze interne e terza forza con 27 seggi, ora ago della bilancia. Una siffatta coalizione a tre garantirebbe la nascita di un terzo governo a guida Fico, che non gioverebbe all'Ue in termini di agenda, azione e unità. A iniziare dal delicato dossier ucraino. Il vincitore della contesa elettorale chiude a ogni aiuto militare a Kiev. Assicura che è pronto a fornire «sostegno umanitario» e, come Paese, a essere «pronti per la ricostruzione». Ma sugli aiuti militari chiude, e smorza sul nascere ogni domanda della stampa. «La nostra opinione su armare l'Ucraina la conoscete». Nessun aiuto a Kiev, e al contrario sponde a Mosca. L'obiettivo è la pace. Perché «altre morti non saranno d'aiuto a nessuno» e perché «gli slovacchi hanno problemi più grandi a cui pensare». Una linea che rompe il fronte intransigente avuto e tenuto dai Ventisette, che rischiano di sparpagliarsi. L'Ungheria di Viktor Orban sin qui non ha impedito l'approvazione delle sanzioni contro la Russia, ma ha iniziato a insistere sulla necessità di intavolare trattative di pace e smetterla con misure restrittive che penalizzano anche le economie europee. Ora il fronte pro-russo rischia di crescere. La Slovacchia, con Fico in sella, può contribuire a fiaccare la risposta Ue all'aggressiva politica russa. Perché Fico frena anche sull'adesione dell'Ucraina all'Ue, ufficialmente per questioni tecnico-pratiche legate a promesse basate su tempistiche rapide, e frena anche su un eventuale ingresso dell'Ucraina alla Nato. E poi, il Kosovo. Mentre la Commissione europea ha il suo bel da fare per facilitare un dialogo difficile con la Serbia, Fico il Kosovo non l'ha mai riconosciuto e non intende farlo, facendo gioco e interessi della Serbia, Paese storicamente amico della Russia. Perché a dispetto del nome, Smer (Direzione socialdemocrazia) persegue altri obiettivi. Nelle sue due precedenti esperienze alla testa del governo Fico ha dimostrato di essere un populista rosso-bruno. La prima volta (2006-2010) governando Sns, nazionalisti dell'ultradestra, euroscettici, amici, in Parlamento Ue, di Ukip (il partito che ha voluto la Brexit e l'uscita del Regno Unito dall'Ue), Lega, e i partiti anti-immigrazione di Bulgaria, Danimarca, Finlandia. La seconda volta (2012-2018) opponendosi a sanzioni contro la Russia per la presa della Crimea. E mentre l'Ungheria di Orban, sulla scia della crisi migratoria del 2015, costruisce muri e barriere lungo la frontiera, la Slovacchia di Fico denuncia la Commissione Ue guidata Jean-Claude Juncker alla Corte di giustizia dell'Ue per il meccanismo di emergenza che impone a tutti gli Stati membri di farsi carico di 40mila migranti sbarcati in Italia e Grecia. Robert Fico può tornare. Pellegrini e il suo Hlas mantengono comunque affinità con lo Smer da cui sono fuoriusciti, e i nazionalisti di Sns possono contribuire a rendere ancor più rigide le posizioni di una Slovacchia comunque votata alla difesa dei propri interessi. Perché anche senza Fico, fino a poche settimane fa, era tra i Paesi Ue (con Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria) che chiedevano con forza lo stop alla vendita sottocosto nel mercato unico di mais, colza, semi di girasole e frumento ucraino per le ricadute economiche sul mercato. Le prossime ora saranno dunque decisive per gli assetti futuri non solo della Slovacchia, ma ancor più dell'Unione europea, che nella vittoria elettorale di Smer e del suo leader ha molto da perdere.

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