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La Repubblica Rassegna Stampa
02.10.2023 Slovacchia, stop alle armi a Kiev
Cronaca di Tonia Mastrobuoni

Testata: La Repubblica
Data: 02 ottobre 2023
Pagina: 10
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «Slovacchia, torna il filorusso Fico: 'Stop armi a Kiev'. Orbán esulta»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 02/10/2023, a pag. 10, con il titolo "Slovacchia, torna il filorusso Fico: 'Stop armi a Kiev'. Orbán esulta", l'analisi di Tonia Mastrobuoni.

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Tonia Mastrobuoni

Slovacchia, torna il filorusso Fico: “Stop armi a Kiev”. Orbán esulta - la  Repubblica
Al centro, Robert Fico

BRATISLAVA — È il vecchio che si maschera da nuovo, la pecora nera dei “rossi”, l’ex comunista tramutato in sovranista che irrita i socialisti europei e rischia di far risucchiare di nuovo la Slovacchia nell’orbita di Vladimir Putin e Viktor Orbán. Da ieri Robert Fico è candidato a formare il suo quarto governo: oggi vedrà la presidente della Repubblica Zuzana Caputova per tentare un primo giro di colloqui. Incontenibile la gioia di Orbán: «Guarda chi è tornato! – ha twittato – È sempre un piacere lavorare con un patriota. Non vedo l’ora!». L’ex premier travolto dai processi per corruzione ce l’ha fatta: dopo un clamoroso fallimento degli exit poll, che avevano dato nella notte in lieve vantaggio il suo rivale Michal Simecka, il giovane leader dei Progressisti, lo spoglio delle schede ha regalato all’ex premier un risultato al di sopra delle attese: il 23% contro il 18% dell’avversario. In conferenza stampa, Fico ha messo le mani avanti annunciando «due settimane» di colloqui per trovare alleati. E ha già dichiarato che, se ci riuscirà, caccerà il capo della polizia e quello della procura. Rei di aver avviato processi negli anni scorsi contro circa 200 imputati dei suoi precedenti esecutivi. Quaranta sono stati già condannati, come hanno ricordato ieri i media slovacchi. I magistrati avevano parlato di una vera e propria banda criminale messa insieme dal leader socialdemocratico nei suoi anni da premier. Edunque la vendetta annunciata contro chi ha osato mettersi tra lui e la sua sete di potere si consumerà non appena avrà trovato almeno due partiti che governeranno con lui. La scelta più ovvia è avviare colloqui con il suo ex compagno di partito, Peter Pellegrini, che ha fondato Hlas nel 2020, in teoria una forza politica più moderata e che potrebbe frenarne le aspirazioni filorusse e antieuropeiste – tanto più che è candidata a far parte dei socialisti europei. Ieri ha incassato il 14,7% dei voti e ha già aperto alla coabitazione con Fico. «Nulla ci impedisce una coalizione del genere», ha detto Pellegrini ieri mattina. In più, Fico potrebbe imbarcare i nazionalisti filorussi Sns di Andrej Danko, che hanno superato di un filo la soglia di sbarramento, incassando il 5,6% dei voti. Che sia questo il suo disegno, Fico lo ha fatto capire indirettamente menzionando «79» parlamentari che gli servirebbero per tornare al potere: esattamente la somma di Smer, Hlas e Sns. Pellegrini cerca di mantenere alta la posta: consapevole di essere l’ago della bilancia, ha fatto sapere che «faremo del nostro meglio affinché Hlas abbia una posizione dignitosa in qualsiasi coalizione». In teoria, se dovesse fallire nel suo incarico, Fico dovrebbe cedere il pallino al rivale Simecka. Ieri il vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente dei liberali ha detto che farà «qualsiasi» tentativo per scongiurare un ritorno al potere di Fico. Il quale, tanto per non deludere i suoi tifosi, ha ribadito che, se diventerà premier, la Slovacchia non invierà più armi all’Ucraina: «Siamo pronti ad aiutare l’Ucraina a livello umanitario e con la ricostruzione d el Paese, ma non con gli armamenti», ha detto nella conferenza stampa a Bratislava. «Le elezioni non erano su inviare le armi in Ucraina o no, la Slovacchia ha i suoi seri problemi, che per noi sono prioritari». Il leader di Smer ha anche promesso il pugno duro contro i migranti: «Siamo pronti a usare la forza», ha minacciato. E ha aggiunto che la Slovacchia ripristinerà i controlli alla frontiera con l’Ungheria. I socialisti europei, intanto, non nascondono la loro irritazione. Nel gruppo si discute da anni della cacciata di Fico. Il presidente svedese Stefan Lofven lo ha già ammonito nei giorni scorsi che se formerà un governo con l’estrema destra e manterrà la promessa del disimpegno sull’Ucraina sarà cacciato. Anche il Pd è intervenuto ieri. Per il capodelegazione Brando Benifei e la vicepresidente dei socialisti, Pina Picierno, «non c’è spazio » per chi è asservito a Putin e propaga il nazionalismo. L’augurio è che non finisca come il Ppe, che ha impiegato anni a espellere l’autocrate magiaro Orbán. E l’autocrate non è neanche stato cacciato: se ne è andato quando i Popolari hanno aggiunto una postilla allo statuto per garantire un maggiore rispetto dei diritti umani.

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