Francia, cresce ancora l'antisemitismo Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 29 settembre 2023 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Antisemitismo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 29/09/2023, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo 'Antisemitismo'.
Giulio Meotti
Roma. Nove studenti su dieci in Francia sono stati vittime dell’antisemitismo. Secondo un sondaggio Ifop pubblicato su Le Parisien, il 91 per cento degli studenti ebrei in Francia è già stato vittima di un atto antisemita durante il percorso scolastico. Il sette per cento di un’aggressione fisica. Un altro fenomeno attira particolarmente l’attenzione. Gli studenti intervistati affermano di temere “atti e violenze da parte dell’estrema sinistra” (83 per cento). Accusano direttamente Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale, “di non lottare contro questo flagello, senza dubbio per clientelismo elettorale”. Per Frédéric Dabi, dell’Ifop, c’è “una rottura storica nella percezione della minaccia avvertita dagli ebrei di Francia. Prima le preoccupazioni provenivano da Jean-Marie Le Pen. Oggi da Mélenchon”. Poi c’è l’islamismo. A Bondy, due studenti che indossavano la kippah sono stati picchiati con bastoni e sbarre di metallo. A Marsiglia, un insegnante ebreo è stato aggredito a colpi di machete da uno studente del liceo che diceva di voler “decapitare un ebreo”. L’uomo si è protetto con la Torah che teneva in mano. Su Le Figaro, lo storico Georges Bensoussan racconta quanto sta accadendo agli ebrei di Francia: “Per motivi di sicurezza, i bambini ebrei hanno abbandonato massicciamente l’istruzione pubblica. Nei quartieri c’è un clima che ricorda le peggiori memorie del Maghreb ebraico. E’ una sconfitta francese e non una sconfitta ebraica, perché l’intera società francese è minacciata da ciò che minaccia oggi gli ebrei. Per i discendenti di ebrei che hanno lasciato il mondo arabo, l’antisemitismo delle banlieue è ancora una volta un incubo. Così, la Seine-Saint-Denis ha perso l’80 per cento della sua popolazione ebraica in venti anni”. Il rabbino capo di Francia Haïm Korsia ha rivelato: “Non c’è quasi più nessun ebreo nelle scuole pubbliche di Seine-Saint-Denis”. Ma non è soltanto un male francese. Quando, in una scuola secondaria di Bruxelles, Sarah non si è più presentata, non ci sono state manifestazioni o petizioni per conoscere i motivi della sua assenza. Era l’ultima allieva ebrea dell’Atheneum Emile Bockstael. Una bambina ebrea di seconda elementare della scuola Paul Simmel, nel quartiere Tempelhof-Schöneberg di Berlino, è stata aggredita perché “non crede in Allah”. “Sconsigliamo vivamente di passeggiare con una kippah in testa o una stella di David visibile”, ha detto Jan Hansen, il direttore della Carolina di Copenaghen, una scuola ebraica. Stessi scenari ovunque in Europa. In vent’anni, più del 20 per cento degli ebrei francesi ha lasciato il paese. Secondo un sondaggio, il 40 per cento di chi resta vuole andarsene. Nel 1977 in Francia c’erano 700 mila ebrei. Da allora si sono dimezzati. Negli ultimi dieci anni, “60 mila dei 350 mila ebrei hanno lasciato l’Ile-de-France”, ha denunciato Sammy Ghozlan, presidente del Bureau national de vigilance contre l’antisémitisme. Ghozlan oggi vive a Netanya, sulla costa israeliana, nota anche come la “riviera francese”.
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