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israele.net Rassegna Stampa
28.09.2023 In democrazia il potere deve essere frammentato e controbilanciato
Analisi di Gil Troy, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 28 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Gil Troy
Titolo: «In democrazia il potere deve essere frammentato e controbilanciato»
In democrazia il potere deve essere frammentato e controbilanciato
Analisi di Gil Troy, da Israele.net

Gil Troy (@Gil_Troy) / Twitter
Gil Troy

In democrazia il potere deve essere frammentato e controbilanciato -  Israele.net - Israele.net

Ho iniziato a provare dispiacere per Itamar Ben-Gvir. Dopo essersi meritato più volte il titolo di babbeo della settimana, l’altra settimana è stato battuto. Tanto per cominciare, parecchi suoi colleghi nella coalizione di governo hanno rozzamente ripudiato la vera democrazia e le regole della politica israeliana. Stanno cercando di sostituire la democrazia d’Israele, ben calibrata e fondata sui diritti, con una elettocrazia senza freni che calpesta i diritti. Questi demagoghi antidemocratici, tuttavia, sembrano persino ragionevoli se paragonati al parlamentare Yisrael Eichler di Ebraismo Unito della Torà che incolpa “i sionisti” per le sofferenze degli ebrei durante la Shoà e la guerra di Yom Kippur del 1973. Vero è che nessuna parte può dirsi integra né del tutto misurata. Alcuni oppositori del governo – compresi dei funzionari della difesa in pensione da cui ci aspetterebbe maggiore avvedutezza – hanno vergognosamente definito Israele una “dittatura” e uno “stato da apartheid”. Nel frattempo, imbarcandosi per gli Stati Uniti, il primo ministro ha denigrato i manifestanti israeliani dicendo che “uniscono le forze a quelle dell’Olp, dell’Iran ecc.” Il fanatismo tossico di entrambi gli estremi, che calpesta la maggioranza silenziosa moderata, è la migliore dimostrazione di quanto Israele abbia bisogno di una democrazia multidimensionale, con pesi e contrappesi. Come avvertì Alexander Hamilton rivolgendosi agli autori della costituzione americana nel 1787, le democrazie devono frammentare il potere: “Dai tutto il potere ai molti, ed essi opprimeranno i pochi. Dai tutto il potere a pochi, ed essi opprimeranno i molti”. Simcha Rothman, presidente della Commissione Legge Costituzione e Giustizia della Knesset, è un avvocato intelligente e preparato. La rozzezza con cui in tribunale ha definito i giudici della Corte Suprema “élite privilegiate” era già abbastanza sconcertante. Ma la sua deliberata distorsione del concetto di democrazia, quando ha sostenuto che la democrazia dà carta bianca alla maggioranza per fare ciò che vuole tra un’elezione e l’altra, è stata terrificante. Giustamente la giudice Anat Baron ha contestato l’idea che la Knesset possa governare senza alcuna restrizione, soprattutto con una maggioranza semplice e un programma estremista. “E se la Knesset dicesse che le elezioni si terranno solo ogni 10 anni – ha chiesto Baron – o che gli arabi non hanno più il diritto di voto o che è proibito usare l’auto di Shabbat, cosa direste?”. L’agghiacciante risposta di Rothman è stata: “Se commettiamo un errore, possiamo correggerlo quando ne veniamo a conoscenza, e se non lo facciamo possiamo essere sostituiti tramite in voto nelle urne”. Ma questa non è democrazia: questa è elettocrazia (una parola che in ebraico suona molto simile all’odiata parola burocrazia). Andando persino al di là della tirannia della maggioranza, la visione distopica di Rothman propone il dominio totale degli eletti dal giorno delle elezioni al giorno delle elezioni successive, e non importa quanto esigua possa essere la maggioranza, non importa quanto possa essere crollata nei sondaggi, non importa quanto possano essere violenti i danni inferti alle minoranze, o alla maggioranza della popolazione, o alla stabilità sociale, o al sano buonsenso. Rothman e i suoi alleati che si suppongono “conservatori” sono estremisti in modo allarmante e attaccano le più elementari norme democratiche. Non è così che Israele si è sviluppato ed è progredito. E non è così che funzionano le democrazie sane. Le parole di Rothman sono diventate ancora più inquietanti dopo che l’avvocato del governo Ilan Bombach ha definito “impensabile” che la Dichiarazione d’Indipendenza del 1948 possa “vincolare tutte le generazioni future”. Mi domando cosa insegnano nelle scuole di diritto israeliane? Solo perché la Corte Suprema israeliana ha agito in alcune occasioni in modo incontrollato o sbilanciato, questo non significa che la Knesset debba diventare un organo totalmente incontrollato e sbilanciato. Dei sinceri democratici, frustrati dal fatto che un ramo abbia agito talvolta in modo troppo preponderante, dovrebbero mirare a mettere a punto il sistema con la delicatezza di accordatori per rettificare leggermente le istituzioni fondamentali quanto basta per preservarne la piena legittimità, non intervenire a colpi di mannaia in modo distruttivo e delegittimante. E cosa ha da guadagnare questo governo col profanare un sacro testo liberal-democratico della nostra nazione come la Dichiarazione d’Indipendenza? I leader della coalizione pensano che i loro 64 geni che stanno oggi in parlamento saprebbero replicare la potenza storicamente consacrata di quel documento denso di valori e la sua capacità di legittimare, stabilizzare e costruire consenso? Rothman e i suoi crociati anti-Corte Suprema amano evocare l’“onnipotente” parlamento della Gran Bretagna, che secondo loro gestisce una democrazia senza “pesi e contrappesi”. Un’altra bugia. La Constitution Unit dell’University College London descrive dettagliatamente l’equilibrio costituzionale della Gran Bretagna, del tipo sasso-carta-forbice, pur nel quadro di una “supremazia parlamentare”. La Gran Bretagna ha un esecutivo bilanciato da una Camera dei Lord, una Camera dei Comuni, forti tribunali e “funzionari imparziali” sostenuti da una tradizione autonoma di “servizio civile”. Per non dire poi dei sindaci indipendenti, dei 33 consigli municipali nella sola Londra, delle tante tradizioni intoccabili, della mai tramontata lezione della Magna Carta secondo cui nessun leader è al di sopra della legge mentre tutti gli individui godono di diritti inviolabili. “Pesi e contrappesi – spiegano gli esperti dell’University College London – sono il meccanismo che distribuisce il potere in un sistema politico, impedendo a qualunque istituzione o individuo di esercitare un controllo totale. Questo principio è il nucleo fondamentale di tutte le democrazie moderne”. Nel 1835 il bardo della democrazia Alexis de Tocqueville definì il potere di controllo giurisdizionale dei tribunali americani “una delle barriere più potenti” contro la “tirannia delle assemblee politiche”. I giudici devono esercitare il potere con saggezza e moderazione, così come i legislatori devono esercitare saggiamente il loro potere nel rispetto dei tribunali, della verità e della vera democrazia. Non si sostituisca una Corte Suprema, che in qualche occasione si è allargata troppo, con un parlamento/governo intollerabilmente supremo. Sia i giudici che i leader della coalizione tengano sempre a mente che il potere è come il fertilizzante: sparso con cura nutre tutti, se è troppo concentrato puzza in modo insopportabile.
 (Da: Jerusalem Post, 29.9.23)

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