Abu Mazen vive nel passato mentre il futuro dei palestinesi scivola via
Analisi di Abdulaziz Alkhamis, da Israele.net
Abdulaziz Alkhamis
Abu Mazen
Il presidente palestinese Abu Mazen non ama il cambiamento. Bloccato nel passato, preserva lo status quo rimanendo immobile, mentre le opportunità vengono e se ne vanno. Per la maggior parte del tempo appare stanco e perso, tornando vivace e risoluto solo quando si tratta di consolidare la sua autorità. Non ha il coraggio di abbattere le barriere verso una situazione migliore per i palestinesi. Ogni giorno i palestinesi perdono tanto a causa di una dirigenza che vive nel passato, giocando con vecchie carte sbiadite. Mentre Hussein al-Sheikh, stretto collaboratore di Abu Mazen, si recava a Riad per esplorare nuove opzioni a beneficio dei palestinesi, Abu Mazen rilanciava polemiche del passato, da ultimo lanciandosi in una tirata che incolpava gli ebrei per l’antisemitismo. In una conferenza del partito Fatah, Abu Mazen ha affermato che Hitler uccise gli ebrei non perché li odiasse, ma perché prestavano denaro a usura. Ha anche ritirato fuori il vecchio luogo comune secondo cui gli ebrei ashkenaziti non sarebbero originari di Israele, ma da un antico popolo turco noto come i Cazari che si convertì collettivamente al giudaismo. Steffen Seibert, l’ambasciatore tedesco in Israele, ha prontamente reagito alle controverse affermazioni di Abu Mazen definendole “un insulto alla memoria di milioni di uomini, donne e bambini assassinati”. Sembra quasi che Abu Mazen cercasse di minare la missione del suo collaboratore a Riad, come se stesse dicendo: “Ho inviato loro un ramoscello d’ulivo, ma nella mia mano tengo l’ascia che taglia gli ulivi dalle radici”. Sono i suoi sostenitori e finanziatori che lo incoraggiano a sabotare ciò che viene fatto a beneficio dei palestinesi? Oppure è un’ala estremista in Israele a non essere contenta dei progressi compiuti in seri negoziati di pace? Quale che sia la motivazione, il popolo palestinese merita una dirigenza migliore, che lo conduca verso il futuro anziché ripiegarsi sul passato in cui vive ancora Abu Mazen. La realtà è che i palestinesi hanno bisogno di una dirigenza che rappresenti in modo più efficace le loro aspirazioni e i loro desideri. Questa autorità ha bisogno di qualcuno che guidi gli sforzi verso il raggiungimento di una pace duratura e alla cooperazione con i vicini. Le controverse dichiarazioni rilasciate in passato da Abu Mazen evidenziano quanto egli sia disconnesso dagli sviluppi attuali e dalle tendenze globali. Sono dichiarazioni che hanno danneggiato l’immagine dei palestinesi sulla scena internazionale e ostacolato potenziali sforzi di pace. Affinché si possano realizzare reali progressi, la dirigenza palestinese deve affrontare la realtà e costruire relazioni positive con tutti i partner internazionali, Israele compreso. Un futuro pacifico per il Medio Oriente richiede leader saggi, impegnati a favore della pace e del progresso, disposti a lasciar perdere programmi obsoleti e radicati pregiudizi. Le ferite e le discussioni del passato non servono a nulla nella ricerca di un futuro migliore.
(Da: Times of Israel, 20.9.23)