Testata: Il Foglio Data: 23 settembre 2023 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Zelensky ha parole e armi»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 23/09/2023, a pag. 3, l'editoriale "Zelensky ha parole e armi".
Volodymyr Zelensky
Mentre politici, commentatori e media si dilungavano sugli sgarbi dello speaker repubblicano del Congresso americano a Volodymyr Zelensky – non lo ha fatto parlare davanti ai parlamentari – e sulle frasi elettorali del premier polacco sentenziando la fine dello slancio occidentale a sostegno dell’Ucraina; mentre questi stessi opinion maker, diciamo così, dicevano che l’America si è stufata di inviare armi alla difesa ucraina perché la controffensiva è un fallimento; mentre il quotidiano il Fatto trovava la sintesi nel titolo a tutta pagina “Zelensky lasciato solo senza parola né armi”, il presidente americano Joe Biden diceva al presidente ucraino in visita che gli fornirà i missili a lungo raggio, quegli Atacms indispensabili per far avanzare le forze ucraine contro l’esercito russo che occupa l’est e il sud del paese (ieri con un attacco missilistico è stato colpito il quartier generale della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, nella Crimea occupata). Da settimane si rincorrono voci contrastanti sulla fornitura degli Atacms e al di là dello spazio maggiore che viene sempre riservato a chi dice che non arriveranno nonostante le richieste di Kyiv, la questione è molto delicata e dibattuta nell’Amministrazione americana: lo stesso consigliere del presidente, Jake Sullivan, è stato cauto sul tema. Come già in passato, gli alleati non prendono alla leggera le decisioni sulle forniture di armi – è accaduto con i carri armati e con gli aerei – ne valutano e discutono l’utilità e le conseguenze potenziali. Poi ha la meglio non l’insistenza ucraina quanto la flessibilità strategica delle operazioni sul campo: poiché l’esercito russo ha cambiato le sue tattiche è necessario per chi si difende fare lo stesso. E’ l’Ucraina che deve adattarsi all’aggressione di Vladimir Putin – e così tutta l’alleanza che la sostiene, che essendo democratica discute e si divide sulle scelte senza per questo abbandonare nessuno – così come è l’Ucraina che deve continuare a difendersi quando vorrebbe che la guerra finisse oggi stesso, ma chi può farla finire, cioè Putin, non lo fa.
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