L'Unesco mangia Israele come fosse una torta, una fetta dopo l'altra 21/09/2023
L'Unesco mangia Israele come fosse una torta, una fetta dopo l'altra
Commento di Deborah Fait
La missione che si è prefissa l’Unesco è arrivare alla cancellazione di Israele rubando a man bassa, uno alla volta, i siti storici del popolo ebraico. Dopo le tombe dei Patriarchi e delle Matriarche a Hebron, dopo la tomba di Rachele, dopo il Kotel (muro del pianto), adesso è la volta di Gerico. È considerata la città più antica del mondo, la sua fondazione risale a 8000 anni fa ma si crede esistessero agglomerati antichi di 10.000 anni. La città fu conquistata ai cananei dagli ebrei guidati da Giosuè, successore di Mosè. Fu poi inglobata, intorno al 1000 a.e.v. nel Regno di Giuda e Israele, sotto i re Saul, Davide, Salomone. Alla morte di quest’ultimo la città venne ricostruita da Acab, re di Israele, contemporaneo del profeta Elia, suo grande nemico. Dei palestinesi all’epoca nemmeno l’ombra, neanche di altri popoli arabi che apparvero in zona molti secoli più tardi. I primi arabi che si affacciarono alla terra che fu Israele prima della conquista romana, furono gli omayyadi, califfi tra i più ricchi della Mecca all’epoca di Maometto. L’assedio di Gerusalemme del 636 e.v. fece parte della guerra di conquista musulmana che permise agli arabi di consolidare la loro presenza in quello che era stato il regno di Israele. Arrivarono dunque quasi 700 anni dopo i Romani e più di 1000 anni dopo i Re di Israele e Giuda. Come possono essere considerati “palestinesi” siti costruiti centinaia di anni prima che il primo califfo mettesse piede a Gerusalemme? È dunque molto chiaro e semplice comprendere che regalare ai palestinesi i siti ebraici non è solo inopportuno, è indecente, disonesto e significa negare la storia e riscriverla a seconda dei propri interessi e dell’ideologia che serpeggia all’interno dell’Onu e delle agenzie che operano sotto la sua egida: l’odio antisemita. Oggi, grazie ai disgraziati accordi di Oslo, Gerico fa parte dell’ Autorità palestinese ma la storia antica non si cancella con un colpo di spugna e con una sentenza pagata. La storia antica di Gerico è ebraica, come la Grotta dei Patriarchi a Hebron, come il Kotel, come la parte antica di Gerusalemme e tutti i siti risalenti a prima dell’invasione e distruzione romana di Israele. Tutto è retaggio ebraico. Israele e gli USA smisero di finanziare l’Unesco nel 2011 in segno di protesta per il riconoscimento della Palestina come Stato. Il World Heritage Committee (Unesco)è composto da 21 stati membri tra cui l’Italia. Certo, non si pretende che il Rwanda, il Qatar, lo Zambia conoscano la storia antica di Israele, quei paesi ne negano addirittura l’esistenza. Ma l’Italia si, il Belgio si, l’Argentina si, se non altro per aver studiato religione a scuola. Quando l’antisemitismo dei paesi membri dell’Unesco si sarà mangiato tutto, una fetta della -torta Israele- dopo l’altra, il mondo sarà molto più povero. Il desiderio di delegittimare Israele e la sua esistenza, la cancellazione della Storia, quella vera, con la esse maiuscola, negare l’antica civiltà ebraica in favore dei predoni palestinesi provocherà l’imbarbarimento del genere umano che si sta già avviando, come agnellini al macello, verso la strada giusta. Quando Israele sarà regalata ai predoni, e l’invasione islamica conquisterà l’Europa, sarà la fine della civiltà.