Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 20/09/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Kharkiv
L’eternità è un bel posto: me lo tengo stretto in questi tempi oscuri. Miodrag Pavlovic, Nella quiete di San Sava a Caria (in L’ultimo pranzo, Le Lettere 2004).
Un grande pensatore politico, Alexis de Tocqueville, nell’Ottocento, sosteneva che le democrazie, per la loro volubilità, sono assai meno attrezzate dei regimi autoritari a tenere una linea coerente di politica estera. È ciò su cui conta Putin per spuntarla in Ucraina. La tesi di Tocqueville è stata spesso contestata. Si è notato che, nonostante la loro apparente fragilità, le democrazie sono in grado di contare, nei momenti di crisi, su una riserva di legittimità e di consenso interno normalmente superiore a quella a cui può attingere un regime autoritario [Ma] una cosa è combattere per la «propria» vita e quella dei propri cari, per la «propria» libertà, per la «propria» terra, un’altra cosa rimanere impegnati in uno sforzo prolungato nel tempo di sostegno a un popolo combattente. E se, almeno in questi casi, la tesi di Tocqueville fosse corretta? Angelo Panebianco, Corriere della sera.
La Russia ha ammassato circa 100.000 soldati, 900 carri armati e 555 sistemi di artiglieria per lo sfondamento dell’oblast di Kharkiv. Voglio [proprio] vedere come Kiev respingerà un assalto frontale di questo tipo. Alessandro Orsini, il Fattosky quotidiano.
L’opera di ferrea censura condotta dal collaborazionismo pacifista, coniugata con la propaganda russa che la alimenta e se ne alimenta, dopo un anno e mezzo di trionfi in prima pagina e in prima serata non ha potuto sopprimere la verità che comunque riesce a fare capolino su quella scena di pervasiva mistificazione: e cioè che quella portata dalla Russia all’Ucraina non è propriamente una guerra. [...] È piuttosto, e più esattamente, un’operazione d’annientamento perpetrata, su scala vastissima, per via terroristica. Iuri Maria Prado, Linkiesta.
Putin è come Hitler, dobbiamo fermarlo. Volodymyr Zelensky.
Bello e invincibile è l’intelletto umano. / Né inferriata, né filo spinato, né libri al macero, / né verdetto di bando possono niente contro di lui. / Egli stabilisce nella lingua le idee generali / e ci guida la mano, scriviamo quindi con la maiuscola / Verità e Giustizia, e con la minuscola menzogna e offesa. Czeslaw Milosz, Sortilegio (in Poesie, Adelphi 1983).
Vaga, reticente, adolescenziale, [Schlein] sembra uscita dalla foto di gruppo di una scolaresca, e parla una lingua da ginnasiale d’un liceo bene di città, il suo gergo dei diritti e del sociale è imparaticcio, si mescola a termini gregari, formule lessicali ingarbugliate, non ha alcuna propensione a mostrarsi adulta, posto che lo sia, la sua è una leggerezza modaiola in cui la sinistra diventa un colore ben scelto, però non è affatto antipatica, ha un’aria fresca e figura benone anche nel confronto con le volpi rissose dei media che la incalzano. Giuliano Ferrara, il Foglio.
Però... simpatico, questo dentone. Da I complessi, episodio Guglielmo il dentone, di Luigi Filippo D’Amico, 1965, protagonista Alberto Sordi.
«La luna di miele è finita». [Dopo quello dell’Economist,] è netto il giudizio [anche] del Financial Times sul rapporto tra il governo Meloni e i mercati finanziari. Le incertezze sulla legge di bilancio, sull’attuazione del Pnrr, il decreto legge sugli extraprofitti delle banche, ma anche l’introduzione di «price cap» [per regolarizzare il prezzo dei servizi pubblici] sul costo dei biglietti aerei sono tutti elementi che stanno facendo intimorire gli investitori internazionali. Fabrizio Goria, La Stampa.
Dai tempi dell’ascesa dei grillini, e con la sola parentesi di Mario Draghi, l’Italia è stata governata con gli slogan cioè con provvedimenti demagogici: il reddito di cittadinanza, il superbonus, il reato di rave party, la tassa sugli extraprofitti delle banche… Aldo Grasso, Corriere della sera.
Se tu vai a Lampedusa con Ursula von der Leyen, cioè con l’Europa, e il tuo vicepresidente invita a Pontida Marine Le Pen, cioè l’anti-Europa, è giusto che ti vengano i cinque minuti. Ma che Salvini fosse una spina nel fianco [Meloni] lo sapeva già, ed è bene che sappia che sarà sempre peggio. Mario Lavia, Linkiesta.
[C’è un] quotidiano tentativo d’alcune forze politiche [...] di sostenere che la Tunisia sarebbe un regime oppressivo e di dichiarare persino che non sarebbe un porto sicuro. Giorgia Meloni.
Tunisi ammicca a Russia e Cina. Titolo di Limes, settembre 2023.
Caos a Porto Empedocle. La fuga dei migranti in paese per cercare cibo. Il sindaco: la situazione fa paura. corriere.it
«Le Frecce tricolori vanno abolite», si legge in un’intervista sulla Stampa. Mentre su Libero: «Chi le attacca, attacca la patria». […] Superata la prima impressione, cioè quella di trovarci di fronte a delle menti giunte alla frontiera del Cottolengo, arrivati insomma al termine di questo balletto al quale tutto arride, tranne un senso, ci chiediamo se questo dibattito così profondo da far impallidire quello estivo intorno al generale Vannacci, sia stato «sturato» (il verbo è dei più adeguati) dalla concomitanza con la lunga e già stordente campagna elettorale per le europee. Temiamo di sì. E temiamo ancora di più per il prossimo argomento di dibattito. Salvatore Merlo, il Foglio.
Nel 2022, secondo l’annuale rapporto Inps, i lavoratori poveri in Italia erano 4.300.000. Secondo il rapporto Inps 2023 sono scesi a 20.300. 4.279.700 in meno. Anche il governo Meloni-Salvini, mica solo il governo Conte-Salvini, ha abolito la povertà. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.
Sono cambiate le asticelle che oggi considerano povero qualcuno. Pasquale Tridico, ex presidente Inps (L’aria che tira).
Ci sono tre tipi di bugie: le bugie, le bugie sfacciate e le statistiche. Mark Twain.
Chiamare kamikaze un drone è offendere i kamikaze giapponesi che col loro aereo si gettavano sulle navi nemiche, cioè si implicavano personalmente, un po’ come gli Isis che seminano morte ma in cambio della propria. Massimo Fini, Il Fatto quotidiano.
Un giorno pacifisti da talk show, il giorno dopo samurai da tavolino. (Ma sempre il karakiri col culo degli altri). Italia Oggi.
Per farmi leggere scriverei anche lettere anonime. Roberto Gervaso.